Le innovazioni nel settore tessile rappresentano una frontiera cruciale nella lotta contro l’inquinamento e lo spreco di risorse. Tra le iniziative più promettenti e ispiratrici in questo ambito trovo interessante il lavoro di Rethread Africa, un’organizzazione che si pone l’obiettivo di rivoluzionare l’industria della moda attraverso l’utilizzo di scarti agricoli per la produzione di tessuti sostenibili.
Con un approccio semplice e naturale, questa organizzazione converte gli scarti di ananas, mais e zucchero in materiali eco-compatibili. Un processo che abbatte l’inquinamento tessile e apre anche la strada a una moda più verde e responsabile. Non avete idea di quanto ce ne sia bisogno. O si?
La situazione dell’inquinamento tessile
L’industria della moda è una delle maggiori responsabili dell’inquinamento globale, con un impatto significativo sull’ambiente a causa dell’utilizzo intensivo di risorse non rinnovabili e della produzione di rifiuti tessili. Gran parte di questi rifiuti finisce in Africa, dove, non avendo vie di smaltimento adeguate, contribuiscono a un grave problema ambientale. La combustione di questi materiali rilascia sostanze tossiche nell’aria e nelle acque, aggravando ulteriormente la situazione.
Rethread Africa si distingue per il suo approccio innovativo alla questione. Collaborando strettamente con agricoltori, l’organizzazione trasforma scarti agricoli quali foglie di ananas, residui di mais e di canna da zucchero in tessuti sostenibili e biodegradabili. Il processo di estrazione, privo di sostanze chimiche, garantisce la produzione di fibre naturali e fa sì che nulla vada sprecato. Le fibre vengono trasformate in filati, l’acqua viene riutilizzata per l’irrigazione e i residui organici vengono compostati.
Tessuti sostenibili “a base di ananas”
Particolarmente degno di nota è il materiale innovativo a base di ananas sviluppato da Rethread Africa, vincitore del Make It Circular Challenge, organizzato da What Design Can Do e dalla IKEA Foundation. Questo materiale rappresenta un’alternativa sostenibile ai tessuti tradizionali, utilizzando biomassa che altrimenti verrebbe scartata, come le foglie di ananas, senza intaccare le risorse alimentari.
Per promuovere ulteriormente la circolarità nel settore tessile, Rethread Africa ha sviluppato CottonCycle, un processo di riciclo che separa il cotone dalla poliestere nei capi di abbigliamento scartati. Questo metodo consente di recuperare oltre il 97% del poliestere, che può essere riutilizzato per creare nuovi tessuti. E trasforma il cotone recuperato in un polimero superassorbente utilizzato in agricoltura per massimizzare la ritenzione idrica nel suolo.
Queste sono soluzioni che mi piacciono. Mi piacciono, si, perchè contribuiscono anche a creare economie locali più forti, offrendo nuove opportunità di reddito per gli agricoltori e di lavoro per tessitori e artigiani. Con ogni capo prodotto, l’organizzazione avvicina il settore della moda a un futuro più sostenibile e responsabile. Tessuti sostenibili? Sissignore: si può ridurre l’impatto ambientale anche attraverso la creatività e l’innovazione.