Il ghiacciaio Thwaites, noto anche come il ghiacciaio “del giorno del giudizio”, si sta sciogliendo. Grande circa quanto la Florida, questa piattaforma di ghiaccio nell’Antartide occidentale contiene così tanta acqua che, se dovesse crollare, causerebbe da sola un importante innalzamento del livello del mare. Nel timore che gli attuali sforzi per rallentare il riscaldamento globale non siano sufficienti, un gruppo di geo-ingegneri guidati da John Moore, glaciologo dell’Università della Lapponia in Finlandia, ha proposto un piano tanto grandioso quanto disperato per prevenire lo scioglimento del Thwaites: circondare il ghiacciaio con enormi tende lunghe 100 chilometri per tenere fuori l’acqua calda. Boom. Prima di chiamare la Neuro, però, prestate attenzione.
Un ghiacciaio in bilico
Il ghiacciaio Thwaites è un gigante di ghiaccio che si estende per circa 192.000 chilometri quadrati. Le correnti oceaniche sempre più calde stanno erodendo la sua base, indebolendo la sua struttura e minacciando di farlo collassare. Se questo accadesse, l’effetto sull’innalzamento dei mari sarebbe catastrofico: si stima che il solo Thwaites contenga abbastanza ghiaccio da far salire il livello globale di 60 centimetri. E il peggio è che il suo scioglimento potrebbe innescare un effetto domino, destabilizzando altri ghiacciai dell’Antartide occidentale e portando a un innalzamento totale di 3 metri. Un vero e proprio scenario apocalittico.
Di fronte a questa minaccia, alcuni scienziati stanno pensando a soluzioni drastiche. Quello del glaciologo Moore non fa eccezione: circondare l’intero ghiacciaio Thwaites con enormi tende, lunghe 100 chilometri e ancorate al fondale marino, per proteggerlo dalle correnti calde. L’idea è di creare una barriera che devii l’acqua calda lontano dalla base del ghiacciaio, rallentandone lo scioglimento. Un progetto titanico, con un costo stimato di ben 50 miliardi di dollari. “Sembra una cifra folle”, ha ammesso Moore in un’intervista con Business Insider. “Ma paragonate il rischio: il costo della protezione delle coste in tutto il mondo, solo per le difese costiere, è stimato in circa 50 miliardi di dollari. All’anno. Per ogni metro di innalzamento del livello del mare”. In altre parole, se non agiamo ora, potremmo trovarci a spendere molto di più in futuro per fronteggiare le conseguenze.
Una sfida ingegneristica senza precedenti
Ma come si fa a costruire una struttura del genere intorno ad un ghiacciaio monumentale, in uno degli ambienti più ostili del pianeta? Moore e il suo team stanno iniziando con piccoli passi: attualmente stanno testando un prototipo lungo un metro in vasche d’acqua nei laboratori. L’obiettivo è di passare, entro un paio d’anni, a una tenda lunga 10 metri da testare in un fiordo norvegese.
“Vogliamo capire: cosa potrebbe andare storto? E se non c’è una soluzione, alla fine bisogna solo rinunciare”, ha detto Moore. “Ma c’è anche un grande incentivo a provare a far funzionare il progetto”.
Le sfide ingegneristiche sono enormi: le tende dovrebbero essere abbastanza robuste da resistere alle correnti, ai venti antartici e agli iceberg alla deriva, ma anche abbastanza flessibili da adattarsi ai movimenti del ghiacciaio. E poi c’è la questione della reversibilità: “Qualsiasi intervento dovrebbe essere qualcosa che si può annullare se si hanno ripensamenti”, ha sottolineato Moore. Hai detto niente.
Avvolgere un ghiacciaio? Critiche e controversie
Il piano di Moore ha ovviamente suscitato scetticismo e critiche da parte di alcuni scienziati. In generale, sostengono che si tratta di una soluzione tampone che distoglie l’attenzione dal vero problema: la riduzione delle emissioni di gas serra. Per non parlare delle sfide logistiche legate alla costruzione di una struttura così colossale in uno degli ambienti più inospitali del pianeta.
Dal canto suo, Moore argomenta che bisogna agire ora. Dal suo punto di vista, non saremo in grado di ridurre le emissioni abbastanza velocemente da salvare questo cruciale ghiacciaio, e potrebbe avere ragione lui. Diversi studi dimostrano che enormi crepe stanno apparendo nel ghiacciaio Thwaites, il che potrebbe accelerare il suo scioglimento. In altre parole, il suo collasso potrebbe arrivare prima di quanto pensassimo.
“Al ghiacciaio non importa più di quello che gli umani vogliono fare riguardo alle loro emissioni”, ha detto Moore. “Per questo servono altri strumenti nella nostra cassetta degli attrezzi”.
Una corsa contro il tempo
Sia chiaro: nessuno pensa che le tende di Moore siano una soluzione definitiva. Nel lungo termine, l’unico modo per salvare il ghiacciaio Thwaites e gli altri ghiacciai è invertire il riscaldamento globale, il che significa ridurre drasticamente le nostre emissioni di gas serra. Ma questo richiederà tempo, forse troppo. Ecco perché progetti come questo, per quanto audaci e costosi, potrebbero essere la nostra migliore speranza per guadagnare tempo prezioso. Ogni anno, ogni mese, ogni giorno in cui riusciamo a rallentare lo scioglimento del Thwaites è un piccolo trionfo nella lotta contro il cambiamento climatico.
Certo, l’idea di avvolgere un intero ghiacciaio in una coperta gigante può sembrare folle, quasi distopica. Ma in un mondo che si sta riscaldando fuori controllo, forse abbiamo bisogno di un po’ di follia visionaria. Perché se il ghiacciaio “del giorno del giudizio” crollerà, le conseguenze saranno tutt’altro che immaginarie.