Il cervello di una donna incinta e di una neo-mamma è un luogo di trasformazioni profonde e talvolta durature. È quanto emerge da un recente studio che ha seguito più di 100 donne dalla fine della gravidanza fino a circa tre settimane dopo il parto, osservando il loro cervello sia prima che dopo la nascita del bambino e prendendo in considerazione anche il tipo di parto, vaginale o cesareo. I risultati gettano nuova luce su un campo a lungo trascurato, quello della neuroscienza materna, e sollevano nuove affascinanti domande.
Un campo inesplorato
Fino a poco tempo fa, la neuroscienza della gravidanza e del post-parto era un territorio quasi inesplorato. La maggior parte della letteratura scientifica sull’argomento ha poco più di un decennio. Solo negli ultimi anni, gli scienziati hanno iniziato a mappare i cambiamenti che avvengono nel cervello delle donne durante e dopo la gravidanza, scoprendo un panorama sorprendente e complesso.
Uno studio del 2016, ad esempio, aveva trovato che la materia grigia diminuisce nelle donne dopo il primo parto, e le riduzioni persistono per almeno sei anni. Altri studi, invece, avevano osservato un aumento della materia grigia nelle prime settimane dopo il parto. Questo nuovo studio (ve lo linko qui, ma poi ve lo riassumo) aiuta a conciliare questi risultati apparentemente contraddittori.
Parto, perdite e guadagni
I ricercatori hanno scoperto che le donne perdono effettivamente materia grigia durante la gravidanza e il parto, ma la recuperano nella maggior parte delle aree cerebrali dopo aver partorito. C’è però un’eccezione: il “default mode network”, un circuito che si attiva quando la mente vaga o quando non si è impegnati in un compito specifico.
Questo network è fondamentale per l’autoriflessione e per la creazione di una “narrativa interna”, che è centrale per la costruzione di un “senso di sé” e per il modo in cui interagiamo con gli altri. Diversi studi hanno collegato l’attivazione di questo network alla capacità di empatizzare con gli altri, e i ricercatori ritengono che i cambiamenti che avvengono durante la gravidanza o il parto potrebbero aiutare i genitori a sintonizzarsi con i loro bambini.
Qual è la causa di questi cambiamenti?
I ricercatori ipotizzano che queste “montagne russe ormonali” che accompagnano la maternità siano le vere responsabili di queste modifiche cerebrali. Negli studi sugli animali, gli scienziati hanno dato ormoni della gravidanza ai topi e hanno osservato cambiamenti cerebrali associati al comportamento materno. Certo, i topi non sono umani, e non ci sono stati molti esperimenti per testare questa ipotesi nelle persone.
C’è un altro parallelo interessante, comunque: i cambiamenti che avvengono nel cervello delle donne incinte e delle neo-mamme sono simili a quelli che riguardano tutti noi durante l’adolescenza. Anche gli adolescenti sperimentano una riduzione della materia grigia. In quella fase della vita, infatti, molte connessioni cerebrali, o sinapsi, scompaiono. È un processo noto come “potatura sinaptica”. Non è una cosa negativa: se si sta cercando di arrivare da qualche parte su un’autostrada con molti, molti percorsi, è probabile che ci si perda. Il cervello semplicemente elimina alcuni di quei “percorsi” per semplificare l’elaborazione delle informazioni. Chi ha buonsenso lo sa bene: in certi casi si “taglia fuori” quello che non è super essenziale, e la nascita di un figlio è un momento del genere.
Parto vaginale vs cesareo
Lo studio ha anche scoperto che le donne che hanno avuto un parto vaginale o che hanno iniziato il travaglio ma alla fine hanno avuto un taglio cesareo d’emergenza hanno impiegato più tempo a “recuperare” dai cali di materia grigia rispetto alle donne che hanno avuto un cesareo programmato. “L’inizio del travaglio innesca la sua cascata ormonale e immunitaria”, dice Susana Carmona, autrice senior dello studio. Tuttavia, i ricercatori avevano un piccolo campione per questa parte dello studio, quindi dicono che i risultati dovrebbero essere interpretati con cautela.
Domande aperte e future direzioni
Lo studio ha aperto una serie di domande. Ad esempio, i genitori non biologici o adottivi subiscono cambiamenti cerebrali simili? Qual è l’effetto del parto sul legame genitore-figlio? Solo circa lo 0,5% degli studi di neuroscienze si occupa di argomenti esclusivi della salute delle donne. C’è ancora molto, troppo che non sappiamo su come la gravidanza cambia il cervello. Non voglio fare il “femminista per caso”, giuro. Però devo dirlo: forse il fatto che storicamente ci siano state poche donne riconosciute nel campo delle neuroscienze possa spiegare in parte perché molte di queste domande non siano state affrontate prima. Tutti dovrebbero porsi queste domande, non solo le donne. Per questo rappresentare e rispettare la diversità anche nell’ambito scientifico è fondamentale.
Un viaggio affascinante
In sintesi: il cervello delle neo-mamme è un luogo di trasformazioni profonde e talvolta durature. Un paesaggio in gran parte inesplorato che solo ora stiamo iniziando a mappare. È un viaggio affascinante, che ci porta nel cuore stesso della nostra umanità, nel legame primordiale tra genitore e figlio. Certo, ci sono ancora molte domande senza risposta, molti misteri da svelare. Ma ogni nuovo studio, ogni nuova scoperta, è un passo avanti in questo territorio sconosciuto.
Se c’è una cosa che questo studio ci insegna, è che il parto non è solo un evento fisico. È anche e soprattutto un evento cerebrale, una rivoluzione silenziosa e potente che plasma la mente e l’anima di una donna. Possiamo immaginare il cervello di una neo-mamma come un giardino in fiore, un luogo di crescita e rinnovamento, dove vecchie connessioni si dissolvono e nuove nascono, e il passato incontra il futuro nel miracolo della vita che si rinnova. Un luogo di bellezza e mistero, proprio come il legame tra una madre e il suo bambino. Non ce la faccio, troppi ricordi! :)