In una tranquilla mattina californiana una donna si dirige verso il suo studio legale, determinata a diventare socia. Nel frattempo suo marito, un dirigente di una startup tecnologica con sede la più di 600 km di distanza, si siede alla sua scrivania di casa, pronto per un’altra giornata di lavoro a distanza. (Succede anche nei Campi Flegrei, ma restiamo umili).
Questa scena, un tempo insolita, sta diventando sempre più comune tra le coppie benestanti e istruite degli Stati Uniti, segnando l’ascesa di un fenomeno nato come “remote husbands”. Sissignore: oggi a tavola, direttamente dal menu dei trend sociali, serviamo il “marito remoto”. Ecco di cosa si tratta.
Tra moglie e marito… un nuovo equilibrio familiare
Il fenomeno del “remote husband” non è un ritorno agli anni ’50 con i ruoli di genere invertiti. Gli uomini continuano a lavorare, non si dedicano principalmente a cucinare, pulire e prendersi cura dei bambini. Tuttavia, questo trend riflette un effetto sottovalutato dell’aumento del lavoro a distanza: la crescita del numero di mariti che lavorano da remoto.
Uomini e donne si specializzano ancora in diversi tipi di lavoro. I lavori nei settori dell’informatica e dell’ingegneria sono svolti in modo sproporzionato dagli uomini. I lavori di insegnamento e infermieristica sono dominati dalle donne.
Anche se professioni come l’avvocatura e la medicina possono ancora impiegare più uomini che donne, la situazione sta cambiando: più donne che uomini sono iscritte a facoltà come giurisprudenza e medicina. Di conseguenza, tra le giovani coppie, è probabile che sia lei ad avere maggiori probabilità di diventare avvocato o medico rispetto a lui.
E se pensate che la questione sia limitata agli USA, ripensateci. Gli stessi rapporti di forza li intravediamo anche in Italia. Ecco un pezzetto tratto dall’analisi fatta dall’Anvur, Agenzia Nazionale per la Valutazione dell’Università e della Ricerca.
Flessibilità lavorativa differenziata
Diverse occupazioni hanno dovuto adottare approcci diversi al lavoro a distanza. Solo una minoranza di professionisti medici può lavorare da remoto, ma la grande maggioranza deve trattare i pazienti di persona. Gli avvocati, invece, possono essere vincolati a uno stato o a un’area specifica dalla loro licenza o dalla loro specialità.
Nel frattempo, i settori che hanno riportato il più alto livello di flessibilità del lavoro a distanza sono la programmazione, la tecnologia, l’architettura, l’ingegneria e le professioni aziendali. Circa la metà delle persone che lavorano nel settore informatico o matematico lavora a tempo pieno da remoto.
Vantaggi per entrambi i partner
Questa situazione potrebbe sembrare un altro modo in cui le donne si ritrovano svantaggiate. Ma questa visione è miope. Le coppie scendono a compromessi in molti modi per far funzionare le loro vite insieme. E la flessibilità di uno dei due partner (in questo caso il marito) può tornare a vantaggio delle donne che per seguono una carriera.
Non lo dico io. Lo dice Claudia Goldin, una donna. Un premio Nobel. Lo scorso ottobre ha scritto, in un documento chiamato “le donne hanno vinto”, anche di come il lavoro a distanza possa essere una manna per le donne. Negli ultimi 200 anni, la partecipazione femminile alla forza lavoro è stata più alta quando è stato possibile svolgere lavoro retribuito da casa. La Goldin ha anche scoperto che i divari salariali di genere sono più ristretti nei campi in cui il lavoro flessibile è la norma.
Ma non è il solo fattore che rende vantaggioso il nuovo scenario. Se a lei viene offerta una grande promozione, condizionata al trasferimento in un’altra città, potrebbe dover rifiutare se il lavoro del partner è legato ad una città diversa. La “liberazione geografica” di uno dei due partner grazie allo smart working rende possibile all’altro di scalare la piramide aziendale.
Marito remoto: verso un futuro più equo?
L’ascesa dei “remote husbands” rappresenta un cambiamento significativo nelle dinamiche familiari e lavorative. Mentre le donne continuano a fare progressi in campi come il diritto, la medicina e il mondo accademico, la possibilità per i loro partner di lavorare da remoto sta aprendo nuove opportunità per le coppie di conciliare le loro carriere e le loro vite personali.
Questo trend non solo favorisce un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata, ma contribuisce anche a colmare il divario di genere nel mondo del lavoro, offrendo alle donne maggiori possibilità di avanzamento professionale. In un’era in cui la flessibilità e l’adattabilità sono sempre più importanti, l’ascesa del “marito remoto” rappresenta un passo avanti verso un futuro più equo e inclusivo per tutti.