L’osteoartrite, la forma più comune di artrite, colpisce milioni di persone in tutto il mondo causando dolore, rigidità e disabilità. Sarebbe fantastico poterla individuare molto prima che inizi a danneggiare le articolazioni. Secondo uno studio recente (che vi linko qui) un nuovo test del sangue basato sull’intelligenza artificiale potrebbe rivoluzionare la diagnosi precoce di questa insidiosa malattia. Analizzando solo poche proteine nel sangue, infatti, un algoritmo è in grado di predire con precisione chi svilupperà l’osteoartrite entro 10 anni. Anche in assenza di sintomi evidenti.
Prospettive rivoluzionarie
Nello studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, i ricercatori hanno analizzato il sangue di 200 donne bianche che non presentavano sintomi di osteoartrite al momento del primo prelievo e che erano considerate a basso rischio di svilupparla sulla base di fattori tradizionali, come una storia di infortuni o interventi chirurgici al ginocchio.
Usando il nuovo test, che esamina le proteine circolanti nel sangue per predire il rischio individuale, gli scienziati sono stati in grado di identificare con precisione chi avrebbe sviluppato l’osteoartrite del ginocchio. Con anni di anticipo e basandosi su un numero ridotto di biomarcatori, appena sei.
Osteoartrite, battuti sul tempo perfino i raggi X
Il risultato più sorprendente? In alcuni casi, il test è stato in grado di prevedere la malattia anni prima che una radiografia potesse rilevare segni di danneggiamento osseo. Si tratta di un potenziale enorme passo avanti, considerando che i raggi X sono attualmente il gold standard per la diagnostica dell’osteoartrite.
Questa capacità di individuazione precoce è fondamentale, spiegano i ricercatori. Perché sebbene non esista una cura per l’osteoartrite, ci sono misure preventive che possono rallentarne la progressione. Quali? Fattori legati allo stile di vita, come l’esercizio a basso impatto e il mantenimento di un peso sano, oltre all’assunzione di farmaci per alleviare i sintomi.
Un “campanello d’allarme” per la prevenzione
Individuare l’osteoartrite in anticipo potrebbe fungere da “sveglia” per spingere le persone ad adottare queste terapie preventive. A spiegarlo è la dottoressa Virginia Byers Kraus, autrice principale dello studio e professoressa di medicina alla Duke University.
In prospettiva, i risultati potrebbero anche aiutare gli scienziati a sviluppare nuovi e più efficaci trattamenti preventivi per la malattia, magari proprio targettizzando le proteine nel sangue associate alla condizione.
Osteoartrite, un futuro ancora da scrivere
Naturalmente, siamo ancora agli inizi. Il test va validato su popolazioni più ampie e diversificate, includendo uomini e persone di altre etnie (lo studio si è concentrato su donne bianche di mezza età). E prima di poter approdare nella pratica clinica, saranno necessarie ulteriori ricerche per affinare l’accuratezza del test e stabilirne il rapporto costi-benefici.
Lo studio però ci offre uno scorcio su quello che potrebbe essere il futuro della medicina: un approccio sempre più predittivo e personalizzato, in cui sofisticati algoritmi di intelligenza artificiale analizzano i nostri dati biologici per identificare rischi e opportunità di intervento precoce.
Orizzonti fino a ieri impensabili, che miglioreranno la qualità di vita di milioni di persone in tutto il mondo.