Quante volte vi siete chiesti come sarebbe bello poter conservare tutta quell’energia solare che si accumula in estate e usarla poi per scaldarsi nelle fredde giornate invernali? È la prospettiva che ci offre Photoncycle, una startup norvegese che ha tirato fuori dal cilindro (letteralmente!) una batteria davvero rivoluzionaria. Il segreto? L’idrogeno solido, che permette di stipare ben 10.000 kWh di energia in un sistema grande quanto un armadio. Roba da far impallidire le batterie al litio.
Idrogeno solido? E che è?
L’idrogeno solido è una forma allotropica dell’idrogeno in cui le molecole di H2 sono così vicine e compresse da formare un solido. Questo stato si verifica a temperature e pressioni estremamente basse. L’idrogeno solido ha una struttura cristallina e presenta diverse fasi a seconda delle condizioni di temperatura e pressione. Per fare un confronto, l’idrogeno che si trova comunemente sulla Terra è allo stato gassoso a temperatura e pressione ambiente. Per ottenere idrogeno solido, è necessario raffreddarlo a temperature prossime allo zero assoluto (-273,15°C o -459,67°F) e sottoporlo a pressioni elevate.
L’idrogeno solido è oggetto di studio in vari campi, tra cui la fisica dello stato solido, la criogenia e la ricerca sui materiali superconduttori. Tuttavia, la produzione e la conservazione di idrogeno solido richiedono attrezzature specializzate e costose, il che limita le sue applicazioni pratiche su larga scala. Evidentemente Photoncycle conta di rimuovere queste limitazioni.
Un “cilindro magico” per catturare il sole
Immaginate un bel cilindro, simile a quelli che si usano per le bombole del gas. Ecco, ora pensate di riempirlo con una sostanza quasi magica, l’idrogeno solido, capace di intrappolare l’energia solare come un moderno genio della lampada. È questo, in soldoni, il concetto dietro la batteria di Photoncycle. Non sento ancora nessuno scherzare dicendo “eh, se esplode la casa finisce in orbita, gne gne”. Ah, ecco. È perchè sto ancora scrivendo l’articolo. Poi leggerò i commenti. Torniamo a noi, intanto.
L’idea è semplice: durante l’estate, quando i pannelli solari producono più elettricità di quella che ci serve, invece di sprecarla o venderla a prezzi scontati, la usiamo per produrre idrogeno tramite l’elettrolisi dell’acqua (vi ho linkato la definizione: se vi sembra difficile o non vi piace, chiedete a quel professore pugliese che dovrebbe insegnare fisica ma sa un po’ di tutto). L’idrogeno viene poi stoccato nel nostro “cilindro magico” sotto forma solida, pronto per essere utilizzato nei momenti di bisogno.
Densità energetica da capogiro
Ma perché scomodare l’idrogeno solido quando abbiamo già le care, vecchie batterie al litio? Semplice: perché la densità energetica di questa nuova tecnologia fa sembrare le batterie tradizionali delle scope di saggina in confronto a una Ferrari.
Mentre una batteria al litio può accumulare circa 0,3 kWh per ogni chilogrammo, l’idrogeno solido di Photoncycle arriva a ben 3,5 kWh/kg. In parole povere, significa che in un sistema grande solo 3 metri cubi (più o meno quanto un armadio) si possono stipare fino a 10.000 kWh di energia. Per darvi un’idea, è quanto basta per far andare avanti una casa per mesi, anche con il riscaldamento a manetta.
Dalla Norvegia con furore
Ma chi sono questi di Photoncycle che vogliono rivoluzionare il mondo dell’energia? Trattasi di una startup norvegese, il che non sorprende: con tutti quei fiordi e quelle aurore boreali, dev’esserci qualcosa nell’aria che stimola l’inventiva. Scherzi a parte, il team di Photoncycle non sta certo con le mani in mano: quest’anno prevedono di testare un prototipo in scala reale della loro batteria, e puntano a un lancio sul mercato entro il 2025. Certo, la tecnologia è ancora in fase di brevetto, ma le premesse sono decisamente entusiasmanti.
Dal cilindro un futuro più solare che mai
Inutile girarci intorno: la batteria a idrogeno solido di Photoncycle ha il potenziale per cambiare le carte in tavola nel settore dello stoccaggio di energia rinnovabile. Pensate alla possibilità di accumulare l’energia solare in eccesso durante l’estate per poi usarla nei mesi invernali, quando il sole si fa desiderare. O di avere una riserva di energia sempre pronta per i momenti di emergenza, senza doversi preoccupare dell’autoscarica tipica delle batterie tradizionali.
Ci vorrà ancora un po’ prima di vedere un cilindro “acchiappa-sole” in ogni casa, ma la direzione è buona. Magari un giorno guarderemo alle vecchie batterie al litio come oggi guardiamo ai telefoni a disco: con un misto di nostalgia e incredulità per come abbiamo fatto a cavarcela per così tanto tempo.
Se avete un garage, iniziate a liberare spazio: potreste avere un nuovo ospite.