C’era una volta un gruppo di coraggiosi pannelli solari sempre pronti a dare il massimo. Un giorno, però, un’oscura minaccia si abbatté su di loro: l’esercito della polvere. Granello dopo granello, i piccoli nemici si accumulavano sulla superficie dei pannelli, rubando la loro luce e la loro efficienza. Tutto sembrava perduto, finché un inaspettato alleato non entrò in scena: il vento che li trasformò in pannelli autopulenti.
La sfida dell’efficienza solare
Nel mondo reale, l’energia solare rappresenta una risorsa fondamentale per un futuro sostenibile. Tuttavia, come i valorosi pannelli della “fiaba” di prima, anche i nostri pannelli solari devono fare i conti con un nemico insidioso: l’accumulo di polvere, detriti e altri contaminanti ambientali. Questo strato di sporcizia può ridurre drasticamente l’efficienza delle celle solari, compromettendo la loro capacità di convertire la luce solare in energia elettrica.
Tradizionalmente, l’unica soluzione era affidarsi alla pulizia manuale (o robotica) dei pannelli, un processo costoso e dispendioso in termini di tempo e risorse. In particolare, nelle installazioni remote o in ambienti ostili come i deserti, mantenere i pannelli puliti rappresentava una sfida costante.
L’ingegnosa soluzione dei ricercatori del DGIST
Proprio come nella fiaba di prima in cui il vento è intervenuto per spazzare via l’esercito della polvere, un team di ricercatori del DGIST (Daegu Gyeongbuk Institute of Science and Technology) in Corea del Sud ha escogitato un’ingegnosa soluzione per renderr i pannelli solari autopulenti ed efficienti.
Guidati dal professor Lee Ju-hyuck e sostenuti da una collaborazione con Samsung Electronics, i ricercatori hanno sviluppato un dispositivo che combina la raccolta di energia eolica con uno schermo elettrodinamico (EDS). L’EDS utilizza campi elettrici ad alta tensione per rimuovere i contaminanti dalla superficie dei pannelli, ma le versioni precedenti richiedevano una fonte di energia esterna, vanificando in parte i benefici dell’energia solare. Il nuovo dispositivo, invece, risolve brillantemente questo problema. Vi linko qui la ricerca.
Il cuore dei pannelli autopulenti: il nanogeneratore triboelettrico
Il segreto di questa tecnologia rivoluzionaria risiede nel nanogeneratore triboelettrico (TENG). Sfruttando l’energia di attrito generata dal vento, il TENG fa girare un piccolo rotore, producendo elettricità ad alta tensione. Più forte soffia il vento, maggiore è la tensione generata: durante i test, sono stati raggiunti picchi di ben 2.300 volt.
In pratica, questo dispositivo trasforma l’energia del vento, solitamente dispersa, in un potente alleato per mantenere i pannelli solari autopulenti ed efficienti. I risultati parlano chiaro: nei test condotti, l’efficienza delle celle solari è stata ripristinata almeno del 90% dopo l’intervento dell’EDS autoalimentato.
Pannelli autopulenti, verso un futuro di energia pulita
Il dottor Lee sottolinea l’importanza di questa scoperta:
Abbiamo trovato un modo per trasformare l’abbondante energia eolica in uno strumento per mantenere l’efficienza delle celle dei pannelli. Questo è un passo fondamentale per garantire che l’energia solare rimanga una soluzione dominante per un futuro più pulito.
Grazie a questa innovazione, i pannelli solari autopulenti possono esprimere appieno il loro potenziale, liberandosi dalla morsa di polvere e sporcizia. È un progresso entusiasmante verso un mondo in cui l’energia pulita e rinnovabile non solo è possibile, ma anche più efficiente che mai.
Una favola a lieto fine: con ingegno, creatività e un pizzico di magia eolica, possiamo spazzare via gli ostacoli che si frappongono tra noi e un domani più sostenibile, un granello di polvere alla volta.
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