Il mondo dell’intelligenza artificiale si è fatto così vorticoso che quando non c’è una novità si crea l’allucinazione da dipendenza. In questo caso, però, c’è un caso reale, ancorché misterioso, che ha catturato l’attenzione di esperti e appassionati: gpt2-chatbot, un modello di IA apparso dal nulla sulla piattaforma LMSYS Chatbot Arena, sembrava addirittura superare le capacità di GPT-4 di OpenAI. Ma così come è comparsa, questa enigmatica IA è svanita nel nulla dopo pochi giorni di febbrile sperimentazione, lasciando dietro di sé una scia di ipotesi, speculazioni e interrogativi. Siamo forse di fronte a un’anteprima segreta di GPT-5, il prossimo modello di OpenAI o di un altro colosso del settore? O si tratta dell’opera di un geniale outsider deciso a lasciare il segno?
L’apparizione di gpt2-chatbot (o di GPT-5): un fulmine a ciel sereno
L’emergere di gpt2-chatbot sulla scena dell’intelligenza artificiale è stato tanto improvviso quanto dirompente. Le prime sperimentazioni hanno rivelato capacità straordinarie, addirittura superiori a quelle di GPT-4, il modello più avanzato attualmente disponibile, sviluppato da OpenAI, specie nella risoluzione di problemi matematici complessi che mettono in difficoltà anche i modelli più sofisticati.
Ethan Mollick dell’Università della Pennsylvania ha dichiarato su X, l’ex Twitter, che gpt2-chatbot sembra collocarsi “allo stesso livello di abilità di GPT-4”, per poi suggerire addirittura una possibile superiorità. Queste affermazioni hanno scatenato un dibattito acceso tra gli esperti, divisi tra chi vede in gpt2-chatbot un potenziale “fantasma” di GPT-5 e chi invece invita alla cautela. Come il sito Ars Technica che, dopo aver condotto i propri test, ha tagliato corto con un giudizio lapidario: “qualunque cosa sia, probabilmente non è GPT-5”.
Poi, di colpo, gpt2-chatbot sparisce: mossa di marketing o colpo di genio?
Come detto, nel pieno del clamore intorno a gpt2-chatbot, ecco il colpo di scena: il modello è stato rimosso da LMSYS Chatbot Arena, ufficialmente a causa del “traffico inaspettatamente elevato”. Una spiegazione che non ha frenato le speculazioni. C’è chi vede in questa mossa improvvisa i segni di una strategia di marketing ben orchestrata.
“Penso che potrebbe benissimo essere un’anteprima segreta di GPT-5 o qualcosa del genere da parte di OpenAI”, dichiara Simon Willison, acclamato programmatore e ricercatore di IA. Un’ipotesi avvalorata dal criptico post su X di Sam Altman, CEO di OpenAI, che ha espresso il suo “debole per gpt2”, nome che richiama un precedente modello dell’azienda risalente al 2019.
Il mistero si infittisce: le ombre di una ricerca opaca
C’è poco da dire: se l’ipotesi di una mossa di marketing dovesse rivelarsi fondata, avrei molto da dire sulla trasparenza e l’etica della ricerca sull’intelligenza artificiale. Una roba del genere va contro l’ethos “neutrale” di LMSYS, un’organizzazione dedicata allo sviluppo aperto e trasparente di modelli di linguaggio di grandi dimensioni.
Modelli di linguaggio di grandi dimensioni vengono fuori di botto, magari per test o per fare passerella, e genera una ridda di voci. Cosa vedete di scientifico voi?
Il “mistero buffo” di gpt2-chatbot apre una finestra su presente e futuro della ricerca sull’intelligenza artificiale. L’emergere di un modello così potente dal nulla, capace di rivaleggiare con i più avanzati sistemi disponibili, dimostra quanto rapidamente stia progredendo questo campo e quanto sia difficile stare al passo con i suoi sviluppi.
Ne riparleremo quando e se questo misterioso modello riapparirà, magari sotto altre spoglie, per scrivere un nuovo capitolo. “GPT-5, sei tu?”. To be continued.