Per le circa centinaia di migliaia di persone che vivono con la tetraplegia nel mondo, l’interazione con il mondo digitale è una sfida quotidiana ai limiti dell’impossibile. Neuralink, la società di neurotecnologie fondata da Elon Musk, sta cercando di affrontare questo problema con una interfaccia cervello-computer, il Link.
Poco più di 100 giorni fa, il primo partecipante volontario allo studio PRIME di Neuralink ha ricevuto l’impianto Link. Che bilancio possiamo tracciare?
Il divario digitale per le persone con tetraplegia
Come detto, perdere la funzione motoria anche degli arti superiori rende difficile. Riformulo: impossibile interagire con tastiere, schermi tattili e mouse, limitando gravemente la capacità delle persone con tetraplegia di partecipare alla vita sociale, lavorativa ed educativa online.
Questo divario digitale può avere conseguenze profonde per la qualità della vita. L’incapacità di accedere a strumenti di comunicazione, informazione e intrattenimento online può portare a isolamento sociale, ridotte opportunità di lavoro e una maggiore dipendenza dagli altri per svolgere attività quotidiane.
L’approccio di Neuralink alla tetraplegia: l’interfaccia cervello-computer Link
L’impianto Link, una matrice di elettrodi sottilissimi inseriti chirurgicamente nel cervello, è progettato per registrare l’attività neurale e tradurla in comandi per dispositivi digitali, bypassando il bisogno di input fisici come il movimento delle mani.
L’obiettivo di Neuralink è fornire alle persone con tetraplegia un mezzo per interagire in modo più naturale e intuitivo con la tecnologia digitale. Con il Link, i partecipanti possono potenzialmente digitare, navigare sul web, e controllare dispositivi smart utilizzando solo il pensiero. Questo potrebbe aprire nuove possibilità per la comunicazione, l’espressione creativa, e l’indipendenza per le persone con disabilità motorie.
Il primo impianto nello studio PRIME
Poco più di 100 giorni fa il primo partecipante allo studio PRIME di Neuralink ha ricevuto con successo l’impianto Link. Noland Arbaugh, un paziente volontario di 33 anni, ha perso l’uso degli arti in seguito a una lesione del midollo spinale subita in un incidente d’auto nel 2019.
L’intervento chirurgico, eseguito al Barrow Neurological Institute di Phoenix, in Arizona, è durato circa 3 ore e non ha riscontrato complicazioni. Noland è stato in grado di tornare a casa già il giorno successivo e ha iniziato il processo di test e calibrazione dell’impianto Link.
Cento di questi giorni
Prima dell’impianto, Noland usava principalmente uno stilo per tablet tenuto in bocca per interagire con i dispositivi digitali. Forse potete immaginare (o forse no) disagio, affaticamento muscolare e piaghe da decubito con l’uso prolungato.
Mi state dando troppo. È come un sovraccarico di lusso, non riesco a fare queste cose da 8 anni e ora non so nemmeno da dove iniziare a dedicare la mia attenzione.
Noland Arbaugh
Nelle settimane successive all’intervento, Noland ha usato il Link per controllare il suo laptop da varie posizioni, anche mentre era sdraiato a letto. È stato in grado di giocare a giochi online con gli amici. Di navigare in internet, fare live streaming e utilizzare altre applicazioni sul suo MacBook, il tutto controllando un cursore con la mente. Ha persino usato il Link per giocare a Mario Kart su una console Nintendo Switch, cosa che non era in grado di fare da quando è affetto da tetraplegia.
La routine di Noland
Durante i giorni feriali, Noland partecipa a sessioni di ricerca fino a 8 ore al giorno. Nei fine settimana, l’uso personale e ricreativo può superare le 10 ore al giorno. Di recente, Noland ha utilizzato il dispositivo per un totale di 69 ore in una singola settimana: 35 ore di sessioni strutturate e 34 ore di uso personale.
Se consideriamo 168 ore settimanali e togliamo 56 ore di sonno, Noland ha usato il Link per 69 delle 112 ore rimanenti. È oltre il 60% del tempo, e fa capire molto bene che strumenti del genere potrebbero diventare semplicemente irrinunciabili per chi è affetto da tetraplegia.
La partecipazione alle sessioni di ricerca consente a Neuralink di valutare le prestazioni del Link. La misura standard per la velocità e la precisione del controllo del cursore è il numero di bit al secondo (BPS). Durante la sua primissima sessione di ricerca, Noland ha subito stabilito un nuovo record mondiale per il controllo del cursore BCI umano, con 4,6 BPS. Un record destinato ad essere frantumato in fretta: poco tempo dopo ha raggiunto gli 8,0 BPS, e ora cerca di battere i punteggi degli ingegneri Neuralink che usano un normale mouse (~10 BPS).
I problemi riscontrati
È chiaro che sperimentazioni così complesse presentino anche rischi ed inconvenienti. Nelle settimane successive all’intervento, alcuni fili si sono ritratti dal cervello, portando a una diminuzione netta del numero di elettrodi efficaci e a una riduzione del BPS.
In risposta a questo cambiamento, Neuralink ha modificato l’algoritmo di registrazione per renderlo più sensibile ai segnali neurali, migliorato le tecniche per tradurre questi segnali in movimenti del cursore e potenziato l’interfaccia utente. Questi perfezionamenti hanno prodotto un rapido e sostenuto miglioramento del BPS, che ora ha superato le prestazioni iniziali di Noland.
Tetraplegia e impianti neurali: prospettive future
Il lavoro attuale di Neuralink è focalizzato sul portare le prestazioni di controllo del cursore delle persone con tetraplegia allo stesso livello di quelle delle persone normodotate, e sull’espandere la funzionalità per includere l’inserimento di testo.
In futuro, l’azienda intende estendere la funzionalità del Link al mondo fisico per consentire il controllo di braccia robotiche, sedie a rotelle e altre tecnologie che possono aiutare ad aumentare l’indipendenza delle persone che vivono con la tetraplegia.
Conclusioni
Lo studio PRIME di Neuralink rappresenta un importante passo avanti nel migliorare la vita delle persone con tetraplegia nell’era digitale. L’esperienza di Noland Arbaugh dimostra il potenziale dell’impianto Link nel restituire l’autonomia e l’indipendenza a coloro che vivono con disabilità motorie.
Sebbene ci siano ancora sfide da superare, come il mantenimento dell’efficacia degli elettrodi nel tempo, i progressi compiuti da Neuralink nei primi 100 giorni dello studio PRIME sono promettenti. Con il continuo perfezionamento della tecnologia e l’espansione delle sue funzionalità, Link potrebbe aprire nuove possibilità per le persone con tetraplegia, consentendo loro di interagire in modo più naturale e intuitivo con il mondo digitale e fisico.