C’è un nemico silenzioso che minaccia la salute dei nostri fiumi, laghi e mari: l’inquinamento da plastica e rifiuti galleggianti. Un flagello che ogni anno riversa milioni di tonnellate di spazzatura negli ecosistemi acquatici, mettendo a rischio la biodiversità e la stessa sopravvivenza di interi habitat.
Ora, grazie all’ingegno di due giovani inventori, abbiamo un’arma in più per combattere questa battaglia: si chiama Clearbot ed è un catamarano robotico programmato per setacciare le acque e catturare i rifiuti, senza tralasciare la rimozione di alghe e piante infestanti. Un “acchiappa-plastica” high-tech che potrebbe fare la differenza nella pulizia delle nostre vie d’acqua.
Facciamo un giro per capire insieme come funziona esattamente, quali sono i suoi punti di forza e i suoi limiti.
Un progetto nato tra i banchi di scuola
Partiamo dalle origini di Clearbot, per capire come nasce l’idea di questo innovativo “spazzino di laghi e fiumi”. Tutto inizia all’Università di Hong Kong dove due giovani studenti, mossi dalla passione per l’ambiente e la tecnologia, decidono di unire le forze per trovare una soluzione al problema dell’inquinamento acquatico. Il risultato? Un primo prototipo di catamarano autonomo, capace di raccogliere i rifiuti galleggianti grazie a un sistema di nastri trasportatori e sensori.
Un’intuizione promettente, che nel corso degli anni si evolve fino a raggiungere la sua terza e più avanzata versione: il Clearbot Class 3, un concentrato di tecnologia.
La barca robot che ripulisce laghi e fiumi: qualche dettaglio tecnico
Lungo circa 4 metri, Clearbot Class 3 è un catamarano compatto e maneggevole, pensato per operare in spazi ristretti come porti, canali e piccoli specchi d’acqua. La sua forza sta nella completa autonomia: grazie a un sistema di navigazione basato su intelligenza artificiale, è in grado di seguire rotte prestabilite e di evitare ostacoli, senza bisogno di un pilota umano a bordo.
Il cuore green di Clearbot è il sistema di propulsione elettrico, alimentato da una batteria da 3 kWh che garantisce fino a 8 ore di autonomia per ogni ricarica. Non manca nemmeno un pannello solare, per sfruttare l’energia pulita del sole quando le condizioni lo permettono. Una scelta che rende questo robot marino non solo efficiente, ma anche a impatto zero.
Un vero “aspirapolvere” acquatico
Il “core business” di Clearbot: la cattura dei rifiuti da fiumi e laghi. Il convogliatore frontale, una sorta di nastro trasportatore che raccoglie tutto ciò che incontra sulla superficie dell’acqua, dai sacchetti di plastica alle bottiglie, fino ai detriti più grandi. Una volta a bordo, i rifiuti vengono stoccati in un apposito contenitore, che può arrivare a contenere fino a 500 kg di spazzatura.
Un bel “bottino” per ogni uscita, che diventa ancora più impressionante se si considera la velocità di raccolta: fino a 200 kg di rifiuti all’ora. E se non bastasse, Clearbot può essere equipaggiato con un rimorchio aggiuntivo, per una capacità totale di ben 1,5 tonnellate. Un vero “aspirapolvere” dei mari, insomma.
Non solo plastica da laghi e fiumi, ma anche alghe e piante infestanti
L’inquinamento acquatico (purtroppo!) non è fatto solo di rifiuti galleggianti, già di per sé un brutto problema. Spesso a minacciare l’equilibrio degli ecosistemi sono anche le alghe e le piante infestanti, che proliferano senza controllo soffocando le specie autoctone. Anche in questo caso, Clearbot ha un asso nella manica: una speciale lama subacquea, che taglia e rimuove la vegetazione indesiderata durante la navigazione.
Certo, la resa in questo caso è inferiore rispetto alla semplice raccolta dei rifiuti: si parla di circa 2.500 metri quadrati di superficie ripulita al giorno, contro i 10.000 metri quadrati possibili con la sola cattura della plastica. Ma poco importa: l’importante è che Clearbot sia in grado di affrontare il problema dell’inquinamento a 360 gradi, senza trascurare nessun aspetto. Da solo, con calma, ha tutto il tempo che vuole.
Un aiuto concreto, ma non la soluzione definitiva
Numeri e prestazioni alla mano, non c’è dubbio che Clearbot rappresenti un passo avanti importante nella lotta all’inquinamento acquatico. La sua capacità di operare in autonomia, coprendo vaste aree in tempi rapidi e con un impatto minimo sull’ambiente, lo rende uno strumento prezioso per chiunque si occupi della salute di fiumi, laghi e mari.
Certo, sarebbe ingenuo pensare che possa risolvere da solo un problema così vasto e complesso. Per quanto sofisticato, Clearbot resta pur sempre un singolo battello, con limiti di capienza e raggio d’azione. Per fare davvero la differenza, servirebbe una flotta di decine, centinaia di esemplari, in grado di pattugliare costantemente le nostre acque.
Soprattutto, servirebbe affiancare alla “cura” anche la “prevenzione”: politiche efficaci per ridurre a monte la produzione e la dispersione dei rifiuti, sensibilizzando cittadini e imprese verso comportamenti più sostenibili. E questa è l’impresa maggiore, se non consideriamo un interrogativo importante. Intanto date un’occhiata al video, poi vi do la risposta.
La disponibilità commerciale
Al momento non è ancora chiaro se e quando questo innovativo catamarano sarà messo in vendita su larga scala. I suoi creatori stanno lavorando per perfezionare il progetto e trovare partner interessati a produrlo e distribuirlo, ma la strada sembra ancora lunga.
Un vero peccato, perché soluzioni come questa servirebbero come il pane per affrontare un’emergenza che non può più aspettare. Ogni giorno che passa, tonnellate di plastica continuano a invadere i nostri laghi, fiumari, mettendo a rischio la vita di migliaia di specie e la salute degli ecosistemi. E ogni giorno perso è un’occasione sprecata per invertire la rotta.
Ecco perché è importante che progetti come Clearbot non restino solo dei prototipi o delle curiosità tecnologiche, ma diventino realtà diffuse e accessibili a chiunque ne abbia bisogno. Che si tratti di amministrazioni locali, associazioni ambientaliste o semplici cittadini, chiunque dovrebbe poter contribuire alla pulizia delle nostre acque, con strumenti efficaci e alla portata di tutti.
Che sia Clearbot o un altro “eroe” dell’ecologia, l’importante è non stare a guardare.