“Cosa stai cercando?” chiede SearchGPT. E con questa semplice domanda, OpenAI ha appena lanciato il guanto di sfida a Google. Il campo di battaglia? L’intero web. L’arma segreta? Un’intelligenza artificiale che promette di reinventare la ricerca online. È l’inizio ufficiale di un terremoto, signori miei.
SearchGPT, la ricerca del futuro
OpenAI, l’azienda che ha sviluppato le diverse versioni di ChatGPT, ha deciso che era ora di sconvolgere un altro settore. Dopo qualche annuncio forse un po’ prematuro, la banda di Sam Altman ha messo nel mirino il sacro Graal di internet: i motori di ricerca. SearchGPT, appena annunciato, non è solo un nuovo player sul mercato, è un tentativo di riscrivere le regole del gioco.
Addio liste di link, benvenute risposte intelligenti. SearchGPT promette di capire davvero cosa state cercando e di fornirvi una risposta organizzata e sensata. È come avere un assistente personale che naviga il web per voi, filtra le informazioni e ve le serve su un piatto d’argento. Nelle intenzioni degli sviluppatori è in grado di sbaragliare anche la concorrenza di alternative già presenti, come quel Perplexity AI che sta già facendo molto bene.
Ma funziona davvero?
Per ora, SearchGPT è solo un “prototipo”. OpenAI sta giocando sul sicuro, limitando l’accesso a 10.000 utenti fortunati. In altri terminib potremmo rivoluzionare internet, ma prima facciamo qualche prova, ok? Anche perché, dettaglio interessante, OpenAI sembra aver imparato dagli errori altrui.
Negli scorsi mesi l’azienda ha stretto accordi con vari editori, promettendo attribuzioni chiare e la possibilità di opt-out. SearchGPT userà i loro contenuti, ma gratificando chi li produce. Chissà se funziona.
SearchGPT, la guerra dei motori di ricerca è appena iniziata
Google non sta certo a guardare. Anche i ragazzi di Mountain View stanno integrando funzionalità AI nel loro motore di ricerca più velocemente di quanto possiate dire “PageRank”. A proposito: che fine farà la SEO come la conosciamo, e che fine faranno siti ed editori di media e piccola caratura? I giganti tecnologici stanno giocando a scacchi, e noi siamo i pedoni.
E in ogni caso non è tutto oro quello che luccica. Con grandi poteri AI vengono grandi responsabilità. C’è il rischio di risposte errate, bias nascosti, e la sempre presente questione della privacy. E ancora la questione dei costi e dei consumi energetici, il vero convitato di lietra. OpenAI e company bruciano miliardi in costi di calcolo e succhiano l’energia di interi Stati. Prima o poi qualcuno dovrà pagare il conto.
Grande è la confusione sotto il cielo
Come disse William Gibson, “Il futuro è già qui, solo che non è distribuito uniformemente”. SearchGPT potrebbe essere un’anteprima di come cercheremo informazioni in futuro. Ma tra prototipi limitati e costi astronomici, quel futuro potrebbe essere meno imminente di quanto sembri.
Ed è anche comprensibile. SearchGPT, Perplexity AI e colleghi presenti e futuri non sono “nuovi motori di ricerca”. Sono agenti che mirano a ridefinire come interagiamo con l’informazione online. Potrebbero essere il primo passo verso un web più intelligente e accessibile, o potrebbero rivelarsi un esperimento costoso e fallimentare.
Voi che ne pensate? Non cercate la risposta online.