La lotta contro il cancro ai polmoni ha appena raggiunto un traguardo storico. Per la prima volta, un vaccino sperimentale basato sulla tecnologia mRNA è stato somministrato a un paziente umano. Questo momento segna l’inizio di una serie di trial clinici che potrebbero rivoluzionare il modo in cui trattiamo una delle forme di cancro più letali al mondo.
Un nuovo capitolo nella storia dell’oncologia
Il protagonista di questa svolta è Janusz Racz, un uomo di 67 anni che potrebbe un giorno essere ricordato nei libri di medicina come il pioniere di una nuova era. Racz non è un supereroe in calzamaglia, ma un paziente affetto da cancro ai polmoni che ha accettato di essere il primo a ricevere questo vaccino sperimentale.
Il suo coraggio potrebbe aprire la strada a una rivoluzione nel trattamento di una malattia che, secondo le stime, ha causato 1,8 milioni di morti nel solo 2020.
BioNTech: dal Covid-19 al cancro ai polmoni (e non solo)
Se il nome BioNTech vi suona familiare, non è un caso. Questa azienda biotecnologica tedesca è la stessa che ha sviluppato uno dei vaccini più efficaci contro il Covid-19. Ora, hanno puntato i loro microscopi su un nemico ancora più insidioso: il cancro ai polmoni.
Il vaccino, denominato BNT116, utilizza la stessa tecnologia mRNA che ha reso possibile una risposta rapida alla pandemia. Ma invece di insegnare al sistema immunitario a riconoscere un virus, questo vaccino lo addestra a identificare e attaccare le cellule tumorali.
Come funziona?
Il professor Siow Ming Lee, oncologo presso l’University College London Hospitals (UCLH) e leader dello studio nazionale, spiega in un comunicato stampa: “Stiamo entrando in una nuova era entusiasmante di trial clinici di immunoterapia basata su mRNA per il trattamento del cancro ai polmoni”. Il vaccino è progettato specificamente per il trattamento del carcinoma polmonare a grandi cellule (NSCLC), la forma più comune di cancro ai polmoni. Funziona esponendo il sistema immunitario del paziente a marcatori tumorali associati al NSCLC, permettendogli di identificare e attaccare le cellule cancerose che portano questi marcatori.
Un approccio di precisione
A differenza della chemioterapia, che spesso danneggia sia le cellule maligne che quelle sane, questo vaccino mira a essere altamente specifico. La dottoressa Sarah Benafif, oncologa consulente presso UCLH, sottolinea: “La forza dell’approccio che stiamo adottando è che il trattamento mira a essere altamente mirato verso le cellule tumorali. In questo modo, speriamo di dimostrare nel tempo che il trattamento è efficace contro il cancro ai polmoni, lasciando intatti gli altri tessuti.”
Un trial su larga scala
Questo non è un esperimento isolato. Il trial coinvolgerà circa 130 partecipanti in 34 centri di ricerca sparsi in sette paesi. Oltre al Regno Unito, partecipano Stati Uniti, Germania, Ungheria, Polonia, Spagna e Turchia. Un vero e proprio sforzo globale per sconfiggere un nemico comune.
Cancro ai polmoni, dalla diagnosi alla speranza
Racz, il primo paziente a ricevere il vaccino, ha ricevuto la diagnosi di cancro ai polmoni solo a maggio. Ha iniziato immediatamente la chemioterapia e la radioterapia. Ora, con questo vaccino, sta scrivendo un nuovo capitolo non solo della sua storia personale, ma potenzialmente della storia della medicina. Sarebbe prematuro e irresponsabile proclamare che questo vaccino sarà la cura definitiva per il cancro ai polmoni. La strada è ancora lunga e piena di incognite. Questo trial iniziale servirà principalmente a stabilire la sicurezza e la tollerabilità del BNT116.
Tuttavia, il potenziale è enorme. Se questo approccio dovesse dimostrarsi efficace, potrebbe non solo salvare milioni di vite, ma trasformare radicalmente l’esperienza dei pazienti oncologici, offrendo un trattamento potenzialmente meno invasivo e più mirato.
Una nuova alba nella lotta al cancro ai polmoni
Mentre Janusz Racz riceve le sue dosi di vaccino, scienziati, medici e pazienti in tutto il mondo trattengono il respiro. Siamo all’alba di una nuova era nella lotta contro il cancro ai polmoni? Solo il tempo e la ricerca scientifica potranno dirlo. Una cosa è certa: oggi, in un ospedale del Regno Unito, è stata scritta una nuova pagina nella storia della medicina. E forse, un giorno non troppo lontano, il cancro ai polmoni potrebbe diventare una malattia del passato, come la polio o il vaiolo.
Per ora, restiamo con i piedi per terra, ma con lo sguardo rivolto a un futuro più luminoso e, si spera, libero dal cancro.