Pensate a tutte quelle volte in cui avete dimenticato qualcosa di importante. Una scadenza, un’idea geniale, il nome di quella persona appena conosciuta. Fastidioso, vero? Plaud ha deciso di risolvere questo problema una volta per tutte con NotePin, un minuscolo gadget AI che vuole diventare la vostra memoria esterna. Sarà davvero la soluzione ai nostri problemi o l’inizio di nuovi?
Prima di continuare vi faccio la solita, doverosa premessa: questo NON È un articolo sponsorizzato, io NON HO alcun rapporto con l’azienda, NON HO ricevuto soldi, omaggi, percentuali, sconti per scrivere questo articolo. Niente. Ho ordinato il dispositivo e non vedo l’ora di averlo per provarlo, poi vi farò sapere, ma l’ho fatto di tasca mia.
Un gadget AI con ambizioni da supereroe
Il NotePin non è il primo tentativo di Plaud di entrare nel mercato dei gadget AI. L’azienda si è già fatta notare con Note, un registratore vocale intelligente che si attacca al retro dello smartphone. Con NotePin, però, Plaud alza decisamente la posta.
Questo dispositivo a forma di “pillolone” vi segue ovunque voi siate, pronto a catturare ogni momento degno di nota della vostra vita. Potete indossarlo come un ciondolo, appuntarlo alla camicia, legarlo al polso o agganciarlo praticamente ovunque. È come avere un fedele scudiero sempre al vostro fianco, pronto a ricordare tutto al posto vostro.
Il mondo è pieno di gadget AI, ma NotePin vuole essere diverso
Negli ultimi tempi, il mercato è stato inondato da dispositivi AI indossabili e non. Da una parte abbiamo quelli che vogliono essere i nostri nuovi migliori amici, come Friend. Dall’altra ci sono quelli che vogliono diventare il nuovo iPhone, tipo Rabbit o lo sciagurato AI Pin. E poi ci sono quelli ossessionati dalla produttività, come Limitless. NotePin si schiera decisamente con questi ultimi.
La missione di NotePin è chiara: vuole trascrivere, riassumere e estrarre elementi actionable da tutto ciò che accade nella vostra vita. È come avere un assistente personale invisibile che prende appunti per voi 24 ore su 24. O almeno, per 20 ore di fila, che è la durata della batteria promessa da Plaud.
La privacy è importante, anche per un gadget AI ficcanaso
Una delle caratteristiche più interessanti di NotePin è che non è sempre in ascolto. Devi toccarlo per attivare la registrazione. Questo dettaglio apparentemente insignificante è in realtà fondamentale.
Non solo è un’ottima scelta di design dell’interfaccia utente, ma è anche un importante passo verso il rispetto della privacy. In un’epoca in cui siamo circondati da dispositivi sempre in ascolto, NotePin ci ricorda che dovremmo avere il controllo su ciò che viene registrato. E non solo per noi stessi, ma anche per le persone intorno a noi.
Ciò detto, NotePin solleva comunque una questione spinosa: chi decide cosa può essere registrato? Quando indossi un dispositivo del genere, stai implicitamente registrando ogni conversazione a cui partecipi. Ma le altre persone coinvolte hanno dato il loro consenso? Richiedere un’azione manuale per iniziare la registrazione è un buon inizio, ma non risolve completamente il problema. Sarà interessante vedere come Plaud e altri produttori di dispositivi simili affronteranno questa questione etica in futuro.
Il vero valore è nel software, non nell’hardware
Il NotePin costa 169 dollari, ma il vero investimento è nel software di Plaud. Le funzionalità di base sono gratuite, ma per sbloccare il pieno potenziale del dispositivo (come i modelli di riassunto e l’etichettatura dei parlanti) bisogna sborsare altri 79 dollari all’anno.
Questa strategia ha senso. Con l’esplosione dell’AI, sempre più persone inizieranno a registrare grandi porzioni delle loro vite. Il vero valore sarà nel software che riuscirà a dare un senso a tutta questa mole di dati. NotePin non mette solo a disposizione ciò che ha registrato. Lo organizza, lo sintetizza, lo ripropone in tutto o in parte, su richiesta.
Qualche esempio d’uso del gadget AI?
Si può “conversare” con NotePin per chiedergli a che punto di una riunione si è parlato di un certo tema, e qual era la posizione di ciascuno dei presenti. Per mia deformazione professionale ho creato 3 “personas” e altrettanti scenari d’uso:
La memoria del medico diventa digitale
La dottoressa Alessandra Bianchi è una neurologa molto impegnata. Ogni giorno visita decine di pazienti e deve ricordare dettagli cruciali di ogni caso. Un giorno, decide di provare il NotePin.
Lo appunta al camice e, con il consenso dei pazienti, lo attiva durante le visite. Il dispositivo registra e trascrive le conversazioni, evidenziando sintomi chiave e possibili diagnosi. Alla fine della giornata, Alessandra rivede i riassunti generati dal gadget AI, risparmiando ore di lavoro sulla documentazione e riducendo il rischio di dimenticare dettagli importanti.
Il NotePin non sostituisce la sua esperienza medica, ma la amplifica, permettendole di concentrarsi maggiormente sull’interazione umana con i pazienti.
L’assistente invisibile dello scrittore
Marco Rossi è un romanziere che trova ispirazione nei luoghi più impensati. Prima di NotePin, si ritrovava spesso a cercare freneticamente un pezzo di carta per annotare un’idea brillante prima che svanisse.
Ora, indossa il gadget AI come ciondolo. Quando l’ispirazione colpisce, che sia in coda al supermercato o durante una passeggiata nel parco, Marco attiva il dispositivo con un tocco e descrive la sua idea. L’AI trascrive il suo monologo e lo organizza in punti chiave.
La sera, Marco rivede le sue “note vocali aumentate”, trovando non solo le sue idee originali, ma anche suggerimenti e connessioni generate dall’AI che spesso lo portano in direzioni creative inaspettate.
La studentessa che non perde mai una lezione
Sofia Esposito è una studentessa universitaria che fatica a prendere appunti durante le lezioni. Nonostante il suo impegno, spesso si ritrova con note incomplete o confuse.
Decide di provare il NotePin, fissandolo alla sua maglietta durante le lezioni (dopo aver ottenuto il permesso dei professori). Il gadget AI registra e trascrive le lezioni, ma fa molto di più: organizza le informazioni in schemi, evidenzia i concetti chiave e genera perfino mappe mentali e domande di ripasso.
Sofia scopre che, oltre ad avere appunti perfetti, il tempo che prima dedicava a scrivere freneticamente ora lo può utilizzare per partecipare attivamente alle discussioni in classe. Il suo rendimento migliora e, sorprendentemente, anche la sua comprensione della materia, grazie a un coinvolgimento più attivo durante le lezioni.
Questi esempi mostrano come il NotePin possa adattarsi a diverse esigenze, diventando un potente strumento di produttività e apprendimento. E naturalmente sollevano anche questioni etiche e pratiche sull’uso della tecnologia in contesti sensibili come la sanità, la creatività e l’istruzione.
In sintesi: il sogno della memoria perfetta
Il NotePin promette qualcosa di allettante: una memoria perfetta, sempre accessibile. Ma come ogni tecnologia potente, porta con sé delle sfide.
Sapremo gestire questa mole di informazioni senza esserne sopraffatti? Riusciremo a trovare un equilibrio tra il desiderio di ricordare tutto e il bisogno umano di dimenticare e andare avanti?
Il NotePin di Plaud è solo l’inizio. Ci troviamo sulla soglia di una nuova era, in cui la linea tra la nostra memoria biologica e quella artificiale diventerà sempre più sfumata. Sarà un viaggio affascinante, pieno di opportunità e di pericoli. Il futuro della memoria umana sarà tutto da scrivere. O forse, dovremmo dire, tutto da registrare.