Quando pensate a una fattoria, cosa vi viene in mente? Campi a perdita d’occhio, trattori che arano la terra, contadini che scrutano il cielo in cerca di pioggia? Bene, è ora di aggiornare quell’immagine. Negli USA, più precisamente a Richmond, in Virginia, sta per aprire una fattoria che non assomiglia a nulla di ciò che abbiamo visto finora. Qui, la coltivazione indoor sta per raggiungere nuove vette: letteralmente. In un edificio che occupa meno di mezzo ettaro (un acro) di terreno, degli scienziati sono pronti a produrre oltre 1,8 milioni di chilogrammi di fragole all’anno. Come? Attraverso un sistema di coltivazione verticale che sfida tutto ciò che sappiamo sull’agricoltura tradizionale.
Coltivazione indoor, rivoluzione in verticale
La Plenty Richmond Farm non è una semplice serra. È una vera e propria cattedrale della coltivazione indoor, con torri di 9 metri che si innalzano verso il cielo, cariche di fragole succose e rosse.Non è “solo” un’altra fattoria innovativa tipo questa in Europa: è la prima al mondo a coltivare frutti di bosco su scala industriale in un ambiente completamente controllato. E scusate se è poco.
“Questa fattoria è un modello dell’impatto positivo che l’agricoltura indipendente dal clima può avere,” afferma Arama Kukutai, CEO di Plenty.
Ma cosa significa esattamente “indipendente dal clima”? Beh, immaginate di poter coltivare fragole fresche tutto l’anno, indipendentemente dalle stagioni o dalle condizioni meteorologiche esterne. Niente roba da frigorifero. Niente assurdi logistici. Fragole fresche, come se fossero coltivate all’aperto, ma al chiuso. Semplice (per modo di dire).
Numeri che fanno girare la testa
Preparatevi, perché i numeri di questa fattoria verticale sono davvero impressionanti. In uno spazio di meno di 3700 metri quadri (40.000 piedi quadrati) Plenty prevede di produrre più di 4 milioni di libbre (1,8 milioni di kg) di fragole all’anno. Per mettere questi numeri in prospettiva, è come se riuscissero a far crescere un intero campo di fragole in un appartamento. Ma non è solo una questione di quantità. Questa coltivazione indoor promette di utilizzare il 97% di terra in meno e fino al 90% di acqua in meno rispetto all’agricoltura convenzionale. E come ciliegina sulla torta, elimina completamente l’uso di pesticidi. Non male per una fattoria che occupa lo spazio di un grande supermercato, vero?
La tecnologia che c’è dietro
Ora, so cosa state pensando: “Come diavolo fanno?”. Beh, la risposta è un mix di alta tecnologia e ingegneria agronomica all’avanguardia. La fattoria è divisa in 12 “stanze di crescita”, dove temperatura, luce e umidità sono controllate con precisione millimetrica. La parte più suggestiva (e controversa, ora capirete perchè) sta nella pollination. Invece di affidarsi alle api, alla Plenty hanno sviluppato un sistema di impollinazione ingegnerizzato per ottenere frutti più uniformi e meno sprechi. So già come reagirete, vi dò la notizia così come è. E aggiungo: questo laboratorio vivente è il risultato di oltre 200 prove di ricerca negli ultimi sei anni. Il risultato? Un “picco stagionale”, ma costante tutto l’anno. E in ambienti chiusi. Comunque la pensiate, qualsiasi sensazione positiva o negativa vi susciti questo progetto, c’è un team internazionale di scienziati provenienti da tre università diverse. E uno studio scientifico (ve lo linko qui) dal forte rilievo.
Oltre le fragole
Non pensate che questa storia si fermi alle fragole. Questa tecnologia apre la porta a una vera e propria rivoluzione nella coltivazione indoor. Paul Gauthier, Professore di Coltivazione Protetta all’Università del Queensland, in Australia, ha già dimostrato che è possibile triplicare la resa delle fragole modificando l’ambiente e “spingendole al limite”. Immaginate cosa potrebbe significare per altri tipi di colture. Pomodori in inverno? Banane in Alaska? Con questa tecnologia, il concetto stesso di “fuori stagione” è virtualmente morto e sepolto. La coltivazione indoor su questa scala è una potenziale soluzione a molte delle sfide che l’agricoltura tradizionale sta affrontando.
Coltivazione indoor, il tempo delle fragole
Cambiamenti climatici? Questa fattoria può produrre indipendentemente dalle condizioni esterne. Scarsità d’acqua? Usa una frazione di quella necessaria nei campi tradizionali. Sicurezza alimentare? Con una produzione costante tutto l’anno, addio alle fluttuazioni stagionali dei prezzi. E allora cosa c’è che non va, Gianluca, tu e il tuo maledetto vizio di mostrare entrambe le facce di una medaglia? Ve lo dico subito. Anzitutto: quanto sarà sostenibile energeticamente questa coltivazione indoor su larga scala? Come influenzerà il gusto e la qualità nutrizionale delle fragole? E cosa significherà per i agricoltori tradizionali?
Dovete rispondermi, e alla svelta, signori miei: non sono qui come cantore di un futuro più verticale, tecnologico e dolce di quanto avremmo mai potuto immaginare. Sono qui come osservatore, e desidero un futuro più giusto dove (per dirla con Vasco Rossi) “si potranno mangiare anche le fragole”. Queste di Plenty, se tutto va secondo i piani, potreste trovarle sugli scaffali dei supermercati già all’inizio del 2025. Nel frattempo, la prossima volta che morderete una fragola, pensate a quanto lontano siamo arrivati, e a quanto lontano potremmo ancora andare. Con prudenza.