State guidando tranquilli, godendovi il paesaggio. All’improvviso, lo schermo dell’infotainment si illumina. È una pubblicità. Di un ristorante. Sulla vostra strada. Che sa che avete fame. Come diavolo fa a saperlo? Benvenuti nel futuro secondo Ford.
Un brevetto auto che fa discutere
Ford ha recentemente depositato un brevetto per un sistema di pubblicità in-car che potrebbe rivoluzionare il modo in cui interagiamo con i nostri veicoli. L’idea è piuttosto semplice: usare i dati del veicolo e dei passeggeri per mostrare annunci personalizzati durante il viaggio. Immaginate di essere in cammino verso una nuova città e di “subire” sul vostro cruscotto suggerimenti di hotel, ristoranti e attrazioni basati sulle vostre preferenze e sulla vostra destinazione.
Secondo il documento del brevetto auto, il sistema sarebbe in grado di adattare gli annunci in base a una serie di fattori. Quali?Scommetto che li indovinereste, ve li elenco: la destinazione, il percorso, chi è presente nell’auto, e vari altri punti dati che i veicoli moderni sono in grado di raccogliere. Un’innovazione che promette di rendere la pubblicità più rilevante (non meno invasiva, temo).
La personalizzazione spinta all’estremo
Il sistema proposto da Ford non si limiterebbe a mostrare annunci statici. L’azienda ha pensato a tutto, anche troppo. Nel documento si descrive un sistema in grado di variare anche la frequenza e il tipo di annunci in base al feedback degli utenti.
Secondo il brevetto auto, la frequenza degli annunci potrebbe essere aumentata se qualcuno risponde positivamente agli annunci audio, arrivando a riprodurli ogni cinque minuti.
Ma non temete, Ford assicura che il sistema terrà conto della “naturale inclinazione degli utenti a cercare annunci minimi o nulli”. Come? Cercando di “massimizzare i ricavi dell’azienda minimizzando al contempo l’impatto sull’esperienza dell’utente”. Un equilibrio delicato, per usare un eufemismo. Delicatissimo, direbbe Christian De Sica.
L’elefante nella stanza: la privacy
Non so quanto Ford punti su questo brevetto auto e sui suoi potenziali benefici, ma sembra ignorare completamente le ovvie preoccupazioni sulla privacy. Il brevetto non menziona come l’azienda proteggerebbe i dati degli utenti utilizzati per servire annunci in-vehicle.
Mozilla ha recentemente pubblicato un rapporto sulle politiche sulla privacy di diversi produttori di auto connesse, scoprendo che 25 grandi produttori (Ford inclusa) non soddisfacevano gli standard della fondazione creatrice del browser Firefox. D’altro canto un tribunale d’appello dello stato di Washington ha recentemente stabilito che è perfettamente legale per i veicoli raccogliere dati di testo e chiamate dagli smartphone connessi e memorizzarli.
In altri termini: grande è la confusione sotto il cielo (e dentro l’abitacolo).
Non è la prima volta
Questo brevetto si inserisce in un trend preoccupante per Ford. L’anno scorso, l’azienda ha depositato una domanda di brevetto per un sistema di veicoli integrato che automatizzerebbe il recupero del veicolo in caso di mancato pagamento delle rate dell’auto.
Durante l’estate, un’altra domanda descriveva un sistema in cui i veicoli monitorano le reciproche velocità, e se uno rileva un’auto vicina che supera i limiti, può scattare foto usando le telecamere di bordo e inviare le immagini, insieme ai dati sulla velocità, direttamente alla polizia o ai monitor a bordo strada.
Una visione del futuro o un incubo distopico?
Ford si affretta a precisare che la presentazione di domande di brevetto auto è una parte normale di qualsiasi attività commerciale solida e che le idee descritte in una domanda di brevetto non dovrebbero essere viste come un’indicazione dei loro piani aziendali o di prodotto. Ma la tendenza è chiara: le auto stanno diventando sempre più (anche) delle piattaforme dati su ruote.
Riformulo: le auto connesse stanno GIÀ raccogliendo enormi quantità di dati sui nostri spostamenti, abitudini di guida e persino preferenze personali.
La vera domanda non è se queste tecnologie arriveranno, ma come sceglieremo di regolamentarle e utilizzarle. Vogliamo davvero un futuro in cui ogni aspetto della nostra vita, persino i nostri momenti di solitudine al volante, sia monetizzato e analizzato? O c’è un modo per bilanciare innovazione e privacy, comodità e autonomia? La strada è aperta, sta a noi scegliere la direzione, finché c’è un volante.