Se vi dicessero che la vostra mente è collegata a dimensioni nascoste dell’universo attraverso minuscole stringhe vibranti, ci credereste? Io no. Però, in fondo, cosa ne sappiamo? Michael Pravica, Professore di Fisica all’Università del Nevada, è pronto a scommettere la sua reputazione su questa idea. Preparatevi a un viaggio nel cuore della coscienza, guidati dalla teoria delle stringhe.
Il fisico che sognava l’infinito
Pravica non è il tipico scienziato che vi aspettereste di incontrare a Las Vegas. Col suo bel dottorato di Harvard in tasca, il Professore ha deciso di puntare tutto su una scommessa audace: che la coscienza umana sia collegata a dimensioni superiori dell’universo. Ma prima di gridare al jackpot intellettuale, facciamo un passo indietro.
“La pura verità è che possiamo concepire dimensioni superiori a quattro nella nostra mente, nella nostra matematica. È un dono… è qualcosa che trascende la biologia,” afferma Pravica con un entusiasmo contagioso.
Teoria delle stringhe, un universo di possibilità nascoste
Immaginate di vivere in un mondo a due dimensioni, come dei personaggi di un fumetto. All’improvviso, una sfera attraversa il vostro piano. Cosa vedreste? Un punto che appare dal nulla, si espande in un cerchio, poi si restringe fino a scomparire. Magico, vero? Ora, Pravica suggerisce che noi potremmo essere come quei personaggi 2D, ignari delle dimensioni superiori che ci circondano. E la nostra coscienza? Potrebbe essere il nostro biglietto per esplorare queste dimensioni nascoste.
Ve la stavo mettendo molto semplice, ma ora è il momento di introdurre la teoria delle stringhe. La conoscete? Ne avete sentito parlare? Provo a esemplificare (in questa nota1 a piè di articolo trovate una definizione meno immediata): secondo questa teoria avanzata, tutto nell’universo, dalle particelle più piccole alle forze che le legano, è composto da minuscole stringhe vibranti.
“La teoria delle stringhe è essenzialmente una teoria dell’iperdimensionalità,” spiega Pravica. “Sta esaminando come l’universo è messo insieme su scala sub-quantistica.”
Immaginate queste stringhe come le corde di una chitarra cosmica. Ogni vibrazione produce una “nota” diversa, che noi percepiamo come particelle ed energie diverse. Ma qui sta il colpo di scena: queste stringhe potrebbero vibrare anche in dimensioni che noi non possiamo vedere. Ok, ma cosa c’entrano il nostro cervello, la nostra mente, la nostra coscienza? Ve lo dico subito, anzi: ve lo dice Pravica.
La coscienza è un’antenna cosmica?
Qui Pravica fa il suo salto nel vuoto. E se la nostra coscienza, teorizza, fosse in grado di sintonizzarsi con queste dimensioni superiori? Secondo lo scienziato, nei momenti di massima creatività, durante la risoluzione di problemi complessi o nei nostri sogni più vividi, la nostra coscienza potrebbe “surfare” su queste dimensioni nascoste grazie alle stringhe, attingendo a un pozzo di conoscenza e ispirazione che va oltre il nostro mondo fisico. È come se avessimo un superpotere nascosto e non lo sapessimo.
Io vedo in questa teoria un ponte tra scienza e spiritualità, un po’ come gli studi che il fisico e informatico Federico Faggin sta portando avanti tra rigore scientifico e filosofia teoretica. Pravica, che si definisce un cristiano ortodosso, va oltre questo ponte, fa riflettere, e disorienta perfino. Per lui, figure come Gesù potrebbero essere esseri “iperdimensionali”, capaci di muoversi liberamente tra le dimensioni. Che siate credenti o meno, è una suggestione che ricorre: i mistici e i visionari del passato, dice, potrebbero semplicemente avuto un accesso più facile a queste !dimensioni superiori”.
Lo scetticismo della comunità scientifica
Naturalmente, non tutti sono pronti a saltare sul carro dell’iperdimensionalità. Stephen Holler, professore associato di fisica alla Fordham University di New York, mette in guardia contro quello che chiama un approccio “lacunoso”.
“È un meccanismo di spiegazione povero che argomenta che soffoca la natura inquisitiva richiesta per una buona scienza e insegna che non va bene dire ‘Non lo so’,” afferma Holler.
Il fisico newyorkese sottolinea che la nostra astratta capacità di manipolare matematicamente dimensioni superiori non significa necessariamente che queste esistano realmente o che la nostra coscienza possa interagire con esse. E sapete che c’è? Ha ragione anche lui. Perchè attualmente esplorare queste dimensioni nascoste è oltre le nostre capacità tecnologiche. Nemmeno il Large Hadron Collider del CERN, il più potente acceleratore di particelle al mondo, è in grado di fornirci prove concrete dell’esistenza di dimensioni superiori.
Ma Pravica rimane ottimista. Crede che entro la vita dei suoi figli svilupperemo la tecnologia necessaria per generare le energie incredibilmente alte richieste per investigare altre dimensioni. E il suo ottimismo, ne sono certo, a prescindere dai risultati sarà una spinta a fare cose buone, a migliorare in ogni caso le nostre conoscenze.
Il futuro vibra con le stringhe
Che crediate o meno alla teoria di Pravica, non si può negare il fascino dell’idea che la nostra coscienza possa essere più di ciò che appare. Forse, come suggerisce il fisico, è proprio questa possibilità a darci uno scopo, una felicità che “trascende questo universo”. Alla fine, che le stringhe cosmiche suonino davvero la melodia della nostra coscienza o meno, una cosa è certa: l’universo è un posto molto più strano e meraviglioso di quanto potremmo mai immaginare. E la nostra coscienza, qualunque cosa sia, ci permette di esplorarlo e meravigliarci di fronte ai suoi misteri.
La prossima volta che vi sentirete particolarmente ispirati o creativi, ricordatevi: potreste star cavalcando un’onda quantistica attraverso dimensioni nascoste. O forse state solo avendo una botta di cu…riosità. In ogni caso, godetevela.
- La teoria delle stringhe propone che tutte le particelle fondamentali dell’universo non siano in realtà dei punti, ma delle minuscole “corde” vibranti, dette appunto stringhe. Queste corde sarebbero incredibilmente piccole, molto più piccole di un atomo, e il modo in cui vibrano determinerebbe le proprietà delle particelle che osserviamo, come elettroni o quark. La teoria suggerisce anche che l’universo potrebbe avere più dimensioni di quelle che possiamo vedere (oltre alle tre spaziali e una temporale che conosciamo). L’obiettivo di questa teoria è unificare tutte le forze fondamentali della natura, inclusa la gravità, in un unico quadro teorico, anche se al momento rimane non dimostrata sperimentalmente. ↩︎