La natura nasconde spesso soluzioni sorprendenti nei luoghi più inaspettati. Questa volta, la risposta a uno dei problemi medici più complessi potrebbe trovarsi proprio sotto il nostro naso. Letteralmente. Una nuova sperimentazione clinica sta per testare l’uso di cellule staminali del naso per creare “ponti nervosi” capaci di riparare lesioni spinali. È un approccio che suona quasi come magia, ma che si basa su solide basi scientifiche. Si, il nostro naso potrebbe contenere la chiave per far camminare di nuovo chi ha subito lesioni spinali. Non è un caso che questa sperimentazione clinica stia attirando l’attenzione di medici e pazienti in tutto il mondo.
Il professor James St John della Griffith University (in foto nella copertina di questo articolo) ne è sicuro:
I nostri innovativi ponti nervosi, combinati con cellule olfattive ad alta purezza, offrono quella che riteniamo sia la migliore speranza per il trattamento delle lesioni del midollo spinale.
Il potenziale nascosto delle cellule nasali
Le cellule coinvolte in questa sperimentazione clinica sono note come cellule olfattive ensheathing, “rivestite”. Queste cellule hanno caratteristiche uniche che le rendono particolarmente adatte per il trattamento delle lesioni spinali. A differenza di altre cellule nervose, si rigenerano ogni 6-8 settimane, una risposta evolutiva al loro ruolo di protezione del sistema respiratorio contro potenziali invasori come i batteri.
Questa capacità rigenerativa, unita alla loro connessione con il sistema nervoso centrale, le rende candidati ideali per la riparazione del midollo spinale. È affascinante pensare che la soluzione a un problema così complesso possa provenire da una parte del nostro corpo che diamo spesso per scontata.
Dai tentativi precedenti alla nuova sperimentazione clinica
La storia di questa ricerca è lunga e complessa. Nel 2002, una sperimentazione clinica (questa) dimostrò che il trattamento delle lesioni spinali con cellule staminali prelevate dal naso dei pazienti era sicuro. Tuttavia, nonostante alcuni risultati incoraggianti, il successo non è stato costante. Il professor St John spiega che i tentativi precedenti hanno incontrato difficoltà tecniche nella preparazione e nel trapianto delle cellule. Inoltre, le cellule venivano iniettate in sospensione liquida, senza essere in contatto tra loro, il che poteva causare danni durante il processo.
L’innovazione dei ponti nervosi
La nuova sperimentazione clinica si basa su un approccio innovativo: invece di iniettare le cellule, i chirurghi posizionano un “ponte nervoso” di 1-2 centimetri sulla cicatrice e attraverso di essa fino al sito della lesione. Questo ponte è composto da milioni di cellule olfattive ensheathing che hanno già stabilito connessioni tra loro e secernono fattori di crescita per supportarsi a vicenda prima dell’inserimento. Questo metodo, che ha superato altri approcci negli studi sugli animali, potrebbe rappresentare una svolta significativa anche per l’uomo nel trattamento delle lesioni spinali.
Le sfide della sperimentazione clinica
Come in ogni sperimentazione clinica, ci sono sfide da affrontare. Un terzo dei partecipanti seguirà come gli altri un intenso programma di riabilitazione, ma non riceverà il trattamento. Questo approccio rigoroso è essenziale per valutare l’efficacia del trattamento. Lo scoglio più importante alla ricerca, comunque, è di carattere economico. Saranno necessari tra i 50 e i 100 milioni di dollari per la fase II della sperimentazione clinica, e ancora di più per la fase III. Questa realtà economica ha spinto il team a prendere decisioni difficili, come sacrificare la trasparenza per massimizzare le possibilità di ottenere brevetti, che potrebbero essere l’unico modo per portare la tecnologia sul mercato.
Prospettive future
Nonostante le sfide, le prospettive sono entusiasmanti. C’è la speranza che le cellule olfattive ensheathing possano eventualmente fornire benefici ancora più ampi, come il trattamento di lesioni cerebrali o malattie neurodegenerative. Anche se il team si sta concentrando sulla colonna vertebrale, stanno già pensando a come l’approccio potrebbe essere utilizzato per la riparazione dei nervi periferici.
In sintesi
Apro parentesi prima di concludere l’articolo: prevedibilmente mi arriveranno molte email private di persone che vogliono sapere di più sulla sperimentazione clinica, e prendervi parte. Vi anticipo i criteri, lo farò anche nei prossimi casi simili. Sono ancora disponibili posti, ma ci sono dei criteri: i partecipanti devono avere una lesione spinale da almeno 12 mesi, anche se possono registrarsi (tramite la mail scitrial@griffith.edu.au) già dopo quattro mesi. Soprattutto (questo, mi rendo conto, restringe moltissimo il campo) devono vivere nell’Australia sud-orientale. Ulteriori informazioni sui criteri di inclusione sono disponibili qui.
Questa sperimentazione clinica rappresenta un passo importante verso il trattamento delle lesioni spinali. Sebbene ci siano ancora molte domande senza risposta e sfide da superare, l’approccio innovativo dei “ponti nervosi nasali” offre una nuova speranza a milioni di persone in tutto il mondo. La scienza continua a sorprenderci, trovando soluzioni innovative in luoghi inaspettati. Annuso speranzoso (è il caso di dirlo) un futuro di persone che ritrovano la gioia di camminare di nuovo.