Sul pianeta Venere, dove le temperature raggiungono i 462 gradi Celsius e le nubi di acido solforico divorano qualsiasi dispositivo elettronico, serve un approccio completamente nuovo all’esplorazione spaziale. Un team di studenti dell’Università di Southampton ha raccolto questa sfida estrema, sviluppando una cosa che sembra uscita da un romanzo steampunk: un rover completamente meccanico che può dare una grossa mano ad una futura missione su Venere.
Missione Venere: una sfida “a orologeria”
Se Marte ha ricevuto grande attenzione dai programmi spaziali, Venere è rimasto relativamente inesplorato. Il motivo è semplice: le condizioni sul pianeta sono estremamente ostili. Con temperature che raggiungono i 462 gradi Celsius, una pressione atmosferica intensa e nubi di acido solforico, la maggior parte dei dispositivi elettronici non sopravvivrebbe più di qualche minuto.
Per questo motivo, in vista di una missione su Venere la NASA ha iniziato a esplorare il concetto di un rover completamente meccanico. Un team di studenti dell’Università di Southampton, guidato da Beardy Penguin (bel nome), ha deciso di raccogliere questa sfida ambiziosa.
Il progetto rappresenta un cambio di paradigma nell’esplorazione spaziale, dimostrando come a volte le soluzioni più semplici possano essere le più efficaci in condizioni estreme.
Un sistema ingegnoso di rilevamento ostacoli
Il rover è stato progettato con quattro sottosistemi principali: rilevamento ostacoli, computer meccanico, locomozione (cingoli) e trasmissione. Il sistema di rilevamento ostacoli è particolarmente ingegnoso nella sua semplicità.
Tre rulli tripli posizionati nella parte anteriore del rover (a sinistra, al centro e a destra) attivano gli input sul computer meccanico quando incontrano un ostacolo di determinate dimensioni. Gli input indicano la posizione di ciascun rullo (su/giù) e la combinazione determina la manovra appropriata per superare l’ostacolo.
Il team ha utilizzato un software per la modellazione, simulazione e analisi di sistemi dinamici per progettare il circuito logico, composto da porte AND, OR e NOT, creando un vero e proprio computer meccanico a cinque livelli.
Potenza e movimento in condizioni estreme
Data l’atmosfera ad alta pressione di Venere, una turbina eolica di bordo è stata a lungo proposta come fonte di energia praticabile per un rover venusiano. Per questo progetto di prova, è stata sostituita da un motore elettrico da 40 watt.
Il sistema di trasmissione utilizza un ingegnoso meccanismo che cambia la direzione di rotazione guidando il porta-satelliti con l’ingranaggio solare o bloccandolo in posizione stazionaria. Questa soluzione permette al rover di muoversi efficacemente sul terreno accidentato.
Missione Venere, risultati e prospettive future
Come molti progetti di ingegneria simili, i risultati fisici sono stati misti, ma il valore educativo è stato immenso. Il team è riuscito a far funzionare i singoli sottosistemi, anche se non il prototipo completamente integrato.
Il progetto ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il terzo posto in una sfida internazionale. Ancora più importante, ha aperto la strada a un altro team per continuare il lavoro e perfezionare i sottosistemi, dimostrando come l’innovazione spaziale sia un processo continuo di miglioramento e collaborazione.