Dieci milioni di utenti in pochi mesi non sono uno scherzo. Cos’è Bluesky? È la domanda del momento, data l’ascesa del nuovo social network. Nato dalle ceneri di Twitter (quando era ancora Twitter, intendo) e guidato da una visione completamente diversa della comunicazione online, sta attirando un numero crescente di persone in fuga da X.
La chiave dei suoi risultati? Un approccio decentralizzato che promette maggiore libertà e trasparenza. Ma c’è molto di più dietro questi numeri impressionanti. Vediamo insieme cosa rende questa piattaforma così attraente per milioni di utenti.
Cos’è Bluesky? Un cielo (forse) più blu all’orizzonte
Mentre Elon Musk comprava Twitter per trasformarlo in X, qualcun altro stava preparando altro. E quel qualcuno è Jack Dorsey, proprio il papà di Twitter, che deve aver pensato: “Se ho creato Twitter una volta, posso farlo di nuovo. Forse meglio.”
Ma questa volta è diverso. Bluesky non è solo l’ennesimo clone di Twitter col nome di un deodorante. Anche se gli somiglia, va detto. È come se qualcuno avesse preso tutto ciò che non funzionava nei social network e l’avesse buttato dalla finestra.
La democrazia digitale è servita
La piattaforma utilizza il protocollo AT, un framework open source sviluppato internamente che garantisce trasparenza e permette agli sviluppatori esterni di vedere come viene costruito il social network.
Ve lo traduco in metafora: è come se un ristorante vi permettesse di entrare in cucina, controllare gli ingredienti e suggerire modifiche al menu. In un mondo dove i giganti dei social media custodiscono i loro algoritmi come se fossero la ricetta segreta della Coca-Cola, questo è un fatto positivo.
Bluesky, non chiamatelo solo social network. E allora cos’è?
Bluesky è più simile a una repubblica digitale che a un social network. Qui non c’è un re che tutto sommato decide cosa vedete e cosa no (sto guardando te, Elon).
Qui potete scegliere come visualizzare i contenuti grazie ai “custom feeds”: praticamente un telecomando per il vostro feed. Volete vedere solo notizie tech? Click. Solo gatti? Click. Solo post di persone che amano la pizza con l’ananas? Click (ma seriamente?). La lunghezza dei post torna “razionata” come ai vecchi tempi: avete 256 caratteri per esprimervi (sì, proprio come i bit di un computer, nerd inside).
La moderazione che non ti aspetti
La moderazione su Bluesky punta ad essere (e ancora non lo è, va detto) un esperimento di democrazia diretta. Non ci sono algoritmi misteriosi che decidono cosa è appropriato e cosa no. Invece, la piattaforma sta sviluppando strumenti che permettono alle comunità di autoregolarsi.
Ogni “quartiere” di questo social network potrà decidere le proprie regole. Non vi piace come vengono gestite le cose in un’area? Spostatevi in un’altra o create la vostra. Jay Graber, CEO di Bluesky, la chiama “moderazione federata”. Io la chiamo “mi ricorda Mastodon“.
Il lato oscuro del cielo blu
Non è tutto rose e fiori, sia chiaro. Con 10 milioni di utenti, Bluesky è ancora un bambino rispetto anche, per dire, ai 175 milioni di Threads. Ma forse è proprio questo il bello: è come essere in un club esclusivo dove tutti sono lì perché vogliono qualcosa di diverso. Ovviamente c’è anche Futuro Prossimo, al momento più solo della famosa particella di sodio (se passate di lí cercateci!).
E sì, ci sono state polemiche sulla moderazione dei contenuti offensivi. Ma almeno qui c’è un dialogo aperto su come affrontare questi problemi, invece dei soliti annunci calati dall’alto.
Il futuro è davvero blu?
Mi piace pensare a Bluesky come a un esperimento sociale su larga scala. Può un social network essere veramente democratico? Può la trasparenza vincere sulla manipolazione degli algoritmi? Possono gli utenti gestire responsabilmente la propria esperienza online?
Le testate giornalistiche come Bloomberg e il Washington Post ci credono. Gente come Neil Gaiman anche. E voi? Siete pronti a scoprire se il cielo è davvero più blu dall’altra parte?
Cos’è Bluesky, un post scriptum digitale
Passo le giornate a sviluppare creatività per i miei clienti e a scrivere di futuro e tecnologia, e se accettate un parere vi dico che Bluesky è come quei rari momenti in cui vedi qualcosa e pensi: “forse c’è ancora speranza per internet”. Non è perfetto, ma è onesto nel suo tentativo di fare qualcosa di diverso.
C’è sempre una parte di me che sta in guardia, e che pensa possa essere comunque un tentativo da “gatekeeper” in chiave anti Musk, ma cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno. In un’epoca in cui i social network sembrano sempre più progettati per manipolarci, anche un tentativo merita attenzione. Quindi, cos’è Bluesky? Forse è semplicemente il social network che stavamo aspettando. O il prossimo fallimento. Oppure, forse è solo l’inizio di qualcosa di più grande. In ogni caso, vale la pena dare un’occhiata. Un cielo blu, dopotutto, fa sempre sorridere.