C’è una storia di rinascita che ha del miracoloso. Nel laboratorio dello Smithsonian’s National Zoo, un furetto speciale sta riscrivendo le regole della conservazione delle specie. Non è un furetto qualunque: è il primo clone di una specie in via d’estinzione a riprodursi con successo. Un evento che segna un punto di svolta nella lotta per la sopravvivenza di questi affascinanti animali.
L’alba di una nuova era per i furetti
La notizia ha fatto rapidamente il giro del mondo: Antonia, un furetto clonato, ha dato alla luce due cuccioli perfettamente sani. Si tratta di un evento senza precedenti nella storia della conservazione, poiché è la prima volta che un clone di una specie in via d’estinzione riesce a riprodursi con successo negli Stati Uniti.
Questo straordinario risultato è stato ottenuto grazie al lavoro instancabile dei ricercatori dello Smithsonian’s National Zoo and Conservation Biology Institute.
Il dna che viene dal passato
La storia di questo furetto ha radici profonde, che risalgono al 1988. In quell’anno, gli scienziati del San Diego Zoo’s Frozen Zoo prelevarono e conservarono il DNA di Willa, un esemplare unico per la sua diversità genetica. Una scelta lungimirante che oggi sta dando i suoi frutti.
Il percorso che ha portato a questo successo è iniziato nel 2020 con la nascita di Elizabeth Ann, il primo clone di Willa. Nonostante non sia riuscita a riprodursi a causa di una condizione uterina, Elizabeth Ann ha dimostrato che la clonazione poteva funzionare. Quest’anno, sono stati creati altri due cloni: Noreen e Antonia. Quest’ultima, accoppiata con un maschio di nome Urchin, ha dato alla luce tre cuccioli, di cui due sopravvissuti.
La sopravvivenza di una specie
Il furetto dai piedi neri1 è uno dei mammiferi più minacciati del Nord America. La loro popolazione ha subito un drastico declino nel XX secolo, principalmente a causa della perdita dell’habitat naturale, della peste silvestre e della diminuzione dei cani della prateria, loro principale fonte di cibo. All’inizio degli anni ’80, la specie era considerata estinta, fino alla scoperta di un piccolo gruppo.
Furetto clonato, futuro assicurato
Oggi, tutti i furetti dai piedi neri esistenti, ad eccezione dei cloni come Antonia e i suoi cuccioli, discendono da soli sette esemplari selvatici. Come spiega Paul Marinari, curatore senior dello Smithsonian Institution, questa limitata diversità genetica rappresenta un serio rischio per la sopravvivenza della specie. Il successo di Antonia apre nuove prospettive per il futuro di questi animali.
Non è un caso che l’U.S. Fish and Wildlife Service (FWS) consideri questo risultato una pietra miliare nella ricerca genetica per la conservazione. Mentre Antonia e i suoi cuccioli rimarranno allo Smithsonian’s National Zoo, ogni anno tra 150 e 220 furetti vengono rilasciati in natura in siti accuratamente selezionati negli Stati Uniti occidentali, in Canada e in Messico. L’introduzione di nuovo materiale genetico attraverso la clonazione potrebbe fornire quella spinta necessaria per garantire un futuro più sicuro a questa specie straordinaria.