Il cimitero della tecnologia si è arricchito di nuove lapidi nel 2024. Tra visori VR che non hanno mantenuto le promesse e auricolari che non hanno retto la concorrenza, l’elenco dei dispositivi diventati obsoleti quest’anno racconta una storia di innovazione, ma anche di fallimenti e occasioni mancate. È un promemoria di quanto sia volatile il mondo della tecnologia.
L’inarrestabile declino dei prodotti Google
Nel panorama dei dispositivi obsoleti del 2024, Google si conferma leader indiscusso nell’arte di lanciare e poi abbandonare i propri prodotti. La Jamboard, una lavagna interattiva che prometteva di rivoluzionare la collaborazione aziendale, ha chiuso i battenti dopo otto anni di servizio (è durata pure troppo). L’azienda ha optato per integrare il suo Google Workspace con partner esterni come FigJam e Lucidspark.
Ancora più significativa è stata la fine di Google Podcasts, sacrificato sull’altare della strategia di consolidamento dei servizi audio. La decisione di migrare gli utenti verso YouTube Music riflette un cambio di paradigma nel consumo di contenuti audio: al momento della chiusura, solo il 4% degli ascoltatori statunitensi usava l’app dedicata.
Ma il “cimitero Google” si è arricchito di altre tombe illustri: Chromecast, VPN by Google One e Keen hanno tutti cessato di esistere, confermando la tendenza dell’azienda a sperimentare molto e mantenere poco. Adieu! (Se volete commemorare tutti i “defunti” di Big G, potete sempre visitare il cimitero di Google).
Meta e il fallimento degli “avatar VIP”
La storia degli avatar AI di Meta rappresenta uno dei casi più emblematici di tecnologie obsolete premature. L’idea di creare personaggi virtuali basati su celebrità come Kendall Jenner e Tom Brady si è rivelata un costoso errore di valutazione. Sembrava una cretinata, e invece oh, era proprio una cretinata.
Nonostante gli investimenti milionari per le licenze dei volti delle star, questi avatar non hanno mai trovato il loro pubblico. La decisione di dismettere il servizio dopo meno di un anno dal lancio evidenzia quanto sia difficile prevedere il successo di nuove tecnologie, anche per un colosso come Meta.
Il caso più curioso rimane quello dell’avatar di Snoop Dogg come master di Dungeons & Dragons, un crossover che nessuno aveva chiesto e che pochi hanno apprezzato.
Il 2024 ha segnato anche l’addio al Meta Quest 2 e al Quest Pro, due visori che hanno contribuito a democratizzare la realtà virtuale. Il loro successore, il Quest 3S, ha incorporato le migliori caratteristiche di entrambi, rendendo obsoleti entrambi i modelli precedenti.
Obsoleti e scontenti: il doloroso addio al Kindle Oasis
La scomparsa del Kindle Oasis rappresenta un caso particolare di obsolescenza tecnologica, dove il progresso non sempre coincide con il miglioramento dell’esperienza utente. Lanciato nel 2016, l’Oasis si distingueva per il suo design asimmetrico con un bordo più spesso che ospitava i pulsanti fisici per voltare pagina.
La decisione di Amazon di non rifornire più le scorte dell’Oasis una volta esaurite ha scatenato reazioni intense nella comunità dei lettori digitali. L’azienda ha orientato tutti i suoi dispositivi al touch, ma molti appassionati hanno espresso il loro disappunto. Ad ogni modo, questa transizione verso un’interfaccia completamente touch segna la fine di un’era per gli e-reader, dove la tattilità dei pulsanti fisici rappresentava per molti un legame con l’esperienza di lettura tradizionale.
È un esempio di come i dispositivi diventino a volte obsoleti sacrificando anche caratteristiche apprezzate dagli utenti in nome della standardizzazione.
Il tramonto degli auricolari “non obsoleti”: RIP, Jabra
La storia degli auricolari Jabra Elite è emblematica di come l’obsolescenza non sia sempre legata alla qualità del prodotto. Nonostante recensioni eccellenti e prezzi competitivi, la linea Elite è stata dismessa a causa della feroce concorrenza nel mercato degli auricolari wireless.
Come ha dichiarato il CEO di GN Store Nord, Peter Karlstromer, “i mercati sono cambiati nel tempo”. L’azienda ha deciso di concentrarsi su segmenti più redditizi come gli apparecchi acustici e i prodotti per gaming e comunicazione aziendale. Insomma: Jabra obsoleti si, ma con fierezza.
Servizi obsoleti: l’esperimento Apple Pay Later
Infine, Apple Pay Later rappresenta uno dei casi più interessanti di obsolescenza programmata. Il servizio di pagamento rateale al gusto mela morsicata è durato meno di un anno, con Apple che ha optato per collaborare con fornitori terzi come Affirm e Klarna invece di gestire direttamente i microprestiti.
Questa decisione dimostra come anche i giganti della tecnologia debbano talvolta fare un passo indietro e ammettere che non tutte le innovazioni sono destinate al successo. O più che altro, che a volte ad essere obsoleti non sono i dispositivi, ma i progetti di marketing di qualche brand che ci marcia un po’ troppo.