Le pietre millenarie del Colosseo stanno per rivivere antiche memorie. In una mossa audace che ha scatenato un acceso dibattito nella capitale, l’anfiteatro più famoso del mondo si prepara ad accogliere una nuova generazione di “gladiatori”. Non si tratta di un film o di una rievocazione ordinaria: il Colosseo, in collaborazione con Airbnb, aprirà le sue porte a un gruppo selezionato di visitatori per un’esperienza unica che promette di riportare in vita, seppur brevemente, le atmosfere dell’antica Roma.
La partnership che divide la città
Il progetto nasce da una collaborazione tra il Parco Archeologico del Colosseo e Airbnb, che ha donato 1,5 milioni di dollari per rinnovare una mostra permanente all’interno dell’arena. L’obiettivo dichiarato è nobile: sostenere i lavori di conservazione e trovare nuovi modi per educare i visitatori sul significato storico di quest’epoca passata. Mi fa sorridere pensare che, proprio come nell’antica Roma, anche oggi ci troviamo divisi tra chi alza il pollice in su e chi lo abbassa inesorabilmente verso il basso.
Colosseo, tra storia e spettacolo
L’evento, favorito anche da una nuova normativa sugli eventi storici, sarà affidato a due associazioni specializzate: Ars Dimicandi e il Gruppo Storico Romano. Quest’ultimo, cavalcando l’onda del successo del film “Il Gladiatore” del 2000, ha aperto la sua prima scuola di gladiatori lungo l’antica via Appia. Come in ogni buona storia che si rispetti, c’è chi, come Dario Battaglia di Ars Dimicandi, sostiene che questa sia un’occasione per sfatare i miti hollywoodiani sui gladiatori. Non erano sempre costretti a combattere fino alla morte e molti, inclusi schiavi di origine ispanica, si offrivano volontari sperando di migliorare la propria condizione sociale.
Siamo contro la trasformazione del Colosseo in un parco a tema
Tuona Massimiliano Smeriglio, membro del Consiglio Comunale di Roma responsabile della cultura. La sua posizione riflette il timore di molti romani di vedere il proprio patrimonio culturale trasformato in un’attrazione turistica superficiale. Il pollice verso di parte della città si accompagna anche a critiche più ampie sul ruolo di Airbnb nel tessuto urbano romano.
Gladiatori 2.0 in Colosseo, la difesa dell’iniziativa
D’altro canto, Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia, respinge le critiche definendole espressione di un elemento “radical chic” che tratta l’arena “come qualcosa di sacro”. In effetti, mi trovo d’accordo quando ricorda che il Colosseo fu costruito proprio per l’intrattenimento, seppur di natura decisamente più cruenta.
La questione si inserisce in un dibattito più ampio che vede molte città europee alle prese con il difficile equilibrio tra le esigenze dei residenti e un turismo post-pandemico in forte crescita. Fabrizio Nizi, portavoce di Spin Time Labs, evidenzia come gli affitti a breve termine stiano trasformando il tessuto sociale di Roma, con un impatto che definisce “enorme” sul mercato immobiliare.
Un’occasione di apprendimento
Personalmente, trovo che questa iniziativa, se gestita con il dovuto rispetto e rigore storico, possa rappresentare un modo innovativo di avvicinare le persone alla storia. L’importante è mantenere un equilibrio tra educazione e intrattenimento, evitando di trasformare un simbolo della storia in un mero parco divertimenti. Dopotutto, come dicevano gli antichi romani, “in medio stat virtus” – la virtù sta nel mezzo.
Il Colosseo si trova oggi di fronte a una sfida non dissimile da quella che ha sempre affrontato: rimanere rilevante per le nuove generazioni mantenendo intatta la propria dignità storica. Che il pollice sia verso o in su, questa iniziativa ha sicuramente il merito di aver riacceso il dibattito sul ruolo dei monumenti storici nella società contemporanea.