La qualità dell’aria indoor è diventata un tema centrale durante la pandemia, ma non tutte le soluzioni hanno ricevuto l’attenzione che meritano. Tra queste, spicca la tecnologia UV-C per la sterilizzazione dell’aria, capace di eliminare virus e batteri con semplicità e sicurezza. Utilizzata per decenni in ospedali e scuole, questa tecnologia rimane però poco diffusa in spazi pubblici e privati. Perché ignoriamo un sistema così efficace?
Un’arma invisibile contro i patogeni, che trasforma l’aria indoor
L’idea alla base dell’UV-C per l’aria indoor è davvero minimal: lampade speciali emettono luce ultravioletta nella gamma tra 250 e 270 nanometri, il range ideale per distruggere i microrganismi. Questo tipo di luce danneggia il DNA di virus e batteri, impedendone la proliferazione. Installate nella parte alta degli ambienti, le lampade UV-C sterilizzano l’aria senza esporre le persone ai pericoli di questa radiazione. Il risultato? Un ambiente più sicuro e salubre.
Ed è dimostrata
Sebbene l’UV-C sembri una tecnologia futuristica, le sue radici affondano nei primi del Novecento (il solito “Effetto Tiffany“). Già negli anni ’30, la sterilizzazione UV-C dimostrò di ridurre drasticamente le infezioni post-operatorie negli ospedali. Durante gli anni ’40, un esperimento condotto nelle scuole con lampade UV-C ridusse significativamente la diffusione del morbillo. Eppure, nonostante la sua comprovata efficacia, la tecnologia resta largamente ignorata in spazi come aeroporti, centri commerciali e trasporti pubblici.
Come funziona l’installazione UV-C per la qualità dell’aria indoor?
Il sistema UV-C per l’aria indoor divide l’ambiente in due zone: una superiore, dove la luce UV sterilizza l’aria, e una inferiore, sicura per gli occupanti. La circolazione naturale dell’aria, supportata da ventilazione o semplici ventilatori, porta i patogeni verso l’alto, dove vengono neutralizzati. Un’installazione corretta prevede lampade orientate con precisione, per evitare esposizioni dannose. Con un consumo energetico minimo, questa tecnologia è estremamente efficiente.
Perché non viene adottato ovunque?
Nonostante la sua semplicità, l’UV-C soffre di scarsa adozione. I costi iniziali di installazione e la manutenzione regolare sembrano scoraggiare molte realtà, anche se il prezzo è relativamente basso rispetto ai benefici per la salute pubblica. Inoltre, la mancanza di conoscenza e promozione limita l’uso di questa tecnologia in ambienti pubblici e privati.
La pandemia ha reso evidente quanto sia cruciale la qualità dell’aria indoor, ma la strada per l’adozione di soluzioni efficaci come l’UV-C è ancora lunga. Questa tecnologia, che combina semplicità, storia ed efficacia, potrebbe trasformare la nostra gestione degli spazi chiusi. Forse, è arrivato il momento di guardare al soffitto non solo come a un limite, ma come a una risorsa per la salute collettiva.