Un tavolo che cresce direttamente in provetta, senza abbattere un solo albero? È il risultato di anni di ricerca nei laboratori del MIT, dove il team di Ashley Beckwith sta perfezionando la produzione di legno coltivato: cellule di pioppo nero che, nutrite con un cocktail di ormoni vegetali, si sviluppano in strutture legnose identiche a quelle naturali.
Come nasce il legno del futuro
Il processo sviluppato da Foray Bioscience si basa su principi di biofabbricazione avanzata. Tutto inizia con l’estrazione di cellule vive dalle foglie di Populus nigra, una specie scelta per le sue eccellenti proprietà nella produzione di fibre. Queste cellule vengono immerse in una soluzione nutriente e successivamente trasferite in un gel arricchito con ormoni vegetali specifici.
La biofabbricazione di legno coltivato diventa un fattore chiave per lo sviluppo sostenibile e la lotta al cambiamento climatico
Il risultato è sorprendente: le cellule si sviluppano formando strutture legnose utilizzabili per realizzare una vasta gamma di prodotti, dai mobili alle travi, fino ai componenti per l’industria cosmetica e profumiera.
Legno coltivato: i vantaggi ambientali ed efficienza produttiva
La vera forza di questa tecnologia risiede nella sua efficienza. Le cellule in laboratorio crescono fino a 100 volte più velocemente rispetto agli alberi naturali, senza richiedere terreni agricoli. Questo significa non solo proteggere le foreste esistenti, ma anche preservare la biodiversità senza compromettere la produzione di legname.
Il processo elimina inoltre numerose fasi di lavorazione tradizionali ad alto consumo energetico, come il taglio e la sagomatura. Beckwith e il suo team hanno dimostrato la possibilità di “coltivare” direttamente oggetti nella forma desiderata, riducendo drasticamente gli sprechi e il consumo di risorse.
Le sfide per la diffusione su larga scala
Nonostante i suoi evidenti benefici, questa tecnologia si trova ancora in fase di sviluppo. I ricercatori di Foray stanno lavorando per ottimizzare il processo e ridurne i costi. Attualmente, la produzione di legno sintetico richiede tempo e risorse significative, e questo ne limita l’applicazione su scala industriale.
Circa 2,3 miliardi di persone utilizzano il legno come fonte di energia. L’implementazione di questa tecnologia potrebbe quindi avere un impatto significativo sulla conservazione delle foreste e sulla riduzione delle emissioni di CO2 legate alla deforestazione.
Lo studio completo, pubblicato sul Journal of Cleaner Production (ve lo linko qui), evidenzia come questa innovazione potrebbe rappresentare una svolta decisiva per il settore forestale e la sostenibilità ambientale.
Legno coltivato, che dice il futuro?
La visione di Foray Bioscience va oltre la semplice produzione di legname. L’azienda sta esplorando la possibilità di personalizzare le proprietà del legno coltivato, creando materiali su misura per specifiche applicazioni. Questo potrebbe aprire nuove frontiere nel design e nell’architettura sostenibile.
La tecnologia potrebbe anche contribuire a ridurre la pressione sulle foreste tropicali, principale fonte di legni pregiati. Con il legno coltivato, sarebbe possibile replicare le caratteristiche di specie rare senza mettere a rischio gli ecosistemi naturali.
L’innovazione di Beckwith e del suo team è un passo significativo verso un futuro più sostenibile nel settore del legno. Se sviluppata con successo su scala industriale, questa tecnologia potrebbe trasformare radicalmente il modo in cui produciamo e utilizziamo uno dei materiali più antichi e versatili dell’umanità.