Vi ricordate quando pensavamo di sapere come progettare microchip? Bei tempi, vero? Poi è arrivata l’intelligenza artificiale e ha buttato all’aria tutte le nostre certezze. Gli ultimi esperimenti sono sconvolgenti: l’AI sta creando design così strani e controintuitivi che nemmeno i più brillanti ingegneri riescono a capirli.
E la cosa più sorprendente? Questi circuiti caotici e apparentemente privi di senso funzionano incredibilmente meglio dei nostri design ‘razionali’. È come se l’AI ci stesse dicendo che abbiamo sempre pensato troppo dentro gli schemi.
La ‘rivolta’ silenziosa dei microchip AI
C’è qualcosa di profondamente destabilizzante in quello che sta accadendo nei laboratori della Princeton Engineering e dell’Indian Institute of Technology. I ricercatori hanno dimostrato che l’intelligenza artificiale può progettare complessi microchip wireless in poche ore, un compito che richiederebbe settimane agli ingegneri umani.
Ma non è solo una questione di velocità. L’aspetto più sorprendente è che i design creati dall’AI sembrano sfidare ogni logica umana. Come ha sottolineato il professor Kaushik Sengupta, a Princeton,
Queste strutture sembrano modellate in modo casuale. Gli esseri umani non riescono davvero a comprenderle.
Microchip AI, il metodo del caos controllato
Mi affascina particolarmente l’approccio radicale che l’AI ha adottato. Invece di seguire i template consolidati e le best practice accumulate in decenni di progettazione umana, l’intelligenza artificiale utilizza un metodo di design inverso: parte dall’output desiderato e lascia che l’algoritmo determini autonomamente input e parametri.
Ancora più rivoluzionario è il fatto che l’AI considera ogni microchip come un artefatto unico e integrato, non come un assemblaggio di elementi esistenti. Questo significa che tutti i modelli di design tradizionali, quelli che nessuno capisce completamente ma che probabilmente nascondono inefficienze, vengono completamente abbandonati.
Le onde millimetriche e la sfida della miniaturizzazione
La ricerca si è concentrata sui chip wireless a onde millimetriche (mm-Wave), che rappresentano una delle sfide più complesse per i produttori a causa della loro complessità e della necessità di miniaturizzazione. Questi componenti sono fondamentali per i modem 5G che troviamo nei nostri smartphone.
Attualmente, i produttori si affidano a un mix di expertise umana, design di circuiti personalizzati e template consolidati. Ogni nuovo design attraversa poi un lento processo di ottimizzazione basato sul tentativo ed errore, proprio perché è spesso così complesso che un essere umano non può comprendere pienamente cosa accade all’interno del chip.
Quando l’alieno batte l’ingegnere
Il team del professor Sengupta ha fatto qualcosa di straordinario: ha effettivamente prodotto questi chip dall’aspetto “alieno”. E i risultati (pubblicati in questo studio su Nature) sono stati sorprendenti: le creazioni dell’AI hanno raggiunto livelli di prestazioni superiori a quelli dei design esistenti.
Tuttavia, non è tutto oro quello che luccica. Come ha sottolineato Sengupta, esistono ancora insidie “che richiedono l’intervento di progettisti umani per essere corrette”. In particolare, molti dei design prodotti dall’algoritmo non funzionavano, un fenomeno simile alle “allucinazioni” generate dagli attuali strumenti di AI generativa.
Il futuro della progettazione elettronica
La velocità con cui possono essere sviluppati design iterativi apre nuove possibilità. Alcuni microchip AI possono essere ottimizzati per l’efficienza energetica, altri per le prestazioni pure o per estendere la gamma di frequenze.
I chip wireless stanno diventando sempre più importanti, con una domanda crescente di miniaturizzazione. Ma se il metodo del team di Sengupta potesse essere esteso ad altre parti della progettazione dei circuiti, potrebbe rivoluzionare il modo in cui progettiamo l’elettronica in futuro.
Questo è solo la punta dell’iceberg in termini di ciò che il futuro riserva al settore.
Ripensare il ruolo del progettista
Mi piace particolarmente come Sengupta abbia inquadrato il ruolo futuro dei progettisti umani. “L’obiettivo non è sostituire i progettisti umani con strumenti”, ha affermato. “L’obiettivo è aumentare la produttività con nuovi strumenti.”
Siamo di fronte a un cambio di paradigma nella progettazione dei microchip AI. L’intelligenza artificiale non sta semplicemente automatizzando il processo esistente: sta scoprendo approcci completamente nuovi che sfidano la nostra comprensione. È come se avessimo creato un genio alieno della progettazione, che opera secondo principi che vanno oltre la nostra logica umana.
La vera domanda non è più se l’AI può progettare chip migliori dei nostri, ma fino a che punto siamo disposti a fidarci di soluzioni che non possiamo comprendere. Il futuro dell’elettronica potrebbe essere scritto in un linguaggio che solo le macchine possono leggere.