Dal “piccolo passo per l’uomo” al “grande salto per le telecomunicazioni”. La rete lunare non è più un frutto dell’immaginazione, ma una realtà imminente. Nokia sta per scrivere un nuovo capitolo dell’esplorazione spaziale (e della sua lunga e incredibile storia), portando il primo network cellulare sulla Luna.
E no, non è uno scherzo: presto potremmo davvero fare una chiamata dal nostro satellite. Quando ci rimetteremo piede, si intende.
La missione che accende il segnale
Entro fine mese, Intuitive Machines (la compagnia privata che ha inviato sulla Luna il primo lander privato) lancerà dal Kennedy Space Center della NASA una missione che farà la storia. Non solo per l’esplorazione del polo sud lunare alla ricerca di ghiaccio, ma perché porterà con sé qualcosa di mai visto prima nello spazio: una rete cellulare 4G pienamente funzionante.
Le comunicazioni radio punto a punto, che richiedono una linea di vista diretta tra le antenne, sono state il pilastro delle comunicazioni spaziali fin dal programma Apollo. Ma i tempi cambiano: con il programma Artemis della NASA che prevede il ritorno degli astronauti sulla Luna nel 2028 e un habitat permanente negli anni ’30, serve qualcosa di più robusto.
La rete lunare in una scatola
Thierry Klein, presidente di Nokia Bell Labs Solutions Research, spiega che il suo team ha dovuto riprogettare completamente i componenti per resistere alle condizioni estreme dello spazio. Il risultato? Un “network in a box” che contiene tutto il necessario per una rete cellulare, eccetto l’antenna e la fonte di alimentazione. È come avere una torre di telefonia mobile in miniatura, alimentata da pannelli solari.
Ovviamente la rete lunare non si prepara ad una “passeggiata di salute”, anzi: il suo prossimo impiego solleva già alcune preoccupazioni. Ad esempio, le frequenze LTE si sovrappongono parzialmente a quelle riservate alla radioastronomia. Chris De Pree, del National Radio Astronomy Observatory, teme interferenze con le osservazioni telescopiche. C’è anche una questione normativa: Nokia ha ricevuto una deroga specifica per questa missione, ma per un’installazione permanente dovrà utilizzare frequenze diverse.
Oltre il primo passo
Mi affascina pensare che la tecnologia che usiamo quotidianamente sulla Terra stia per fare il suo debutto sulla Luna. Klein assicura che la rete sarà compatibile con gli standard 4G o 5G terrestri. Teoricamente, se portaste il vostro smartphone sulla Luna (e sopravvivesse al viaggio), potrebbe connettersi alla rete. Servirebbe solo una SIM card “lunare”, immagino.
La prima fase della rete lunare durerà solo pochi giorni, il tempo che la notte lunare raggiunga i veicoli. Ma Nokia ha piani più ambiziosi: una rete 4G o 5G che copra l’intero habitat Artemis e i suoi dintorni. Stanno persino lavorando all’integrazione delle comunicazioni cellulari nelle tute spaziali di Axiom.
È curioso pensare che mentre sulla Terra ci lamentiamo ancora delle zone senza copertura, stiamo già pianificando una rete cellulare sulla Luna. Ma forse è proprio questo il bello dell’esplorazione spaziale: ci spinge sempre a guardare oltre, a immaginare soluzioni per problemi che ancora non esistono.
E chissà, magari un giorno potremo davvero postare un selfie con l’hashtag #bluemoon, o #ciaokubrick, o quello che vi pare.