Pensate a un’area grande quanto Chicago completamente ricoperta di ghiaccio. Ora immaginate cosa potrebbe nascondersi sotto. Probabilmente state pensando a un deserto freddo e inospitale, vero? Niente di più sbagliato. Quando l’iceberg gigante A-84 si è staccato dalla piattaforma di ghiaccio antartica, ha svelato un segreto che ha stupito persino gli scienziati più esperti: un ecosistema rigoglioso pieno di vita.
La natura, ancora una volta, ci dimostra quanto poco sappiamo dei suoi meccanismi più intimi e nascosti. A 1.300 metri di profondità, dove la luce del sole non è mai arrivata per centinaia di anni, la vita non solo esiste, ma prospera in forme sorprendenti. Una scoperta che non solo amplia la nostra comprensione degli ambienti estremi, ma che ci offre anche indizi preziosi sul passato e, forse, sul futuro dei nostri oceani in un pianeta che si riscalda rapidamente.
Un paradiso sottomarino inaspettato
La scoperta è avvenuta grazie al veicolo sottomarino SuBastian, che ha potuto esplorare i fondali marini finalmente accessibili dopo il distacco dell’iceberg gigante. Ciò che hanno trovato gli scienziati ha sfidato ogni aspettativa: grandi coralli e spugne che supportavano altre forme di vita, tra cui pesci dei ghiacci, ragni marini giganti e polpi.
Quanto è bizzarro questo scenario: creature che hanno vissuto per decenni, forse secoli, in un ambiente che consideravamo inospitale. Come se avessimo scoperto una foresta pluviale in mezzo al deserto del Sahara.
Patricia Esquete, co-responsabile scientifica della spedizione e ricercatrice dell’Università di Aveiro in Portogallo, ha dichiarato nel comunicato della British Antarctic Survey:
“Non ci aspettavamo di trovare un ecosistema così bello e prosperoso. In base alle dimensioni degli animali, le comunità che abbiamo osservato sono state lì per decenni, forse addirittura centinaia di anni.”
Iceberg gigante A-84, la vita trova sempre una strada
Come hanno fatto questi organismi, senza i nutrienti provenienti dalla superficie, (bloccati dalla piattaforma di ghiaccio) non solo a sopravvivere ma a creare un ecosistema così complesso? Gli scienziati ipotizzano che siano le correnti oceaniche il fattore critico per la vita sotto la piattaforma di ghiaccio.
È incredibile come la vita riesca sempre a trovare un modo per prosperare, anche nelle condizioni più estreme. Questi organismi hanno sviluppato strategie di sopravvivenza uniche, adattandosi a un ambiente privo di luce e apparentemente privo di risorse.
La scoperta è avvenuta grazie alla nave da ricerca R/V Falkor dell’Istituto Schmidt Ocean, un vascello di 111 metri che rivela dettagli nascosti della vita nei fondali oceanici della Terra. In passato, la nave ha mappato aree sconosciute del fondale oceanico e ha persino catturato immagini dei luoghi di riproduzione intimi dei polpi.
Un’opportunità nata dalla crisi
C’è qualcosa di paradossale in questa scoperta: da un lato, il distacco dell’iceberg gigante A-84 è un segnale preoccupante del riscaldamento globale; dall’altro, ha creato un’opportunità unica per studiare un ambiente altrimenti inaccessibile.
Sasha Montelli, l’altro co-responsabile scientifico della spedizione e ricercatore dell’University College London, ha sottolineato:
“La perdita di ghiaccio dalla calotta antartica è un importante contributore all’innalzamento del livello del mare in tutto il mondo. Il nostro lavoro è fondamentale per fornire un contesto a più lungo termine di questi cambiamenti recenti, migliorando la nostra capacità di fare proiezioni sui cambiamenti futuri.”
È come se la natura ci stesse offrendo un’ultima occhiata a un mondo che potrebbe scomparire, un’opportunità fugace di studiare e comprendere ciò che stiamo perdendo. Il ROV SuBastian e la R/V Falkor faranno quasi certamente nuove scoperte su ambienti estremi dove la vita riesce a sopravvivere, prima che i loro viaggi giungano al termine.
Mi chiedo quanti altri segreti siano ancora nascosti sotto le vaste distese di ghiaccio dell’Antartide, e quanti di essi riusciremo a scoprire prima che il cambiamento climatico li alteri per sempre. È una corsa contro il tempo, in cui ogni scoperta può essere tanto una rivelazione quanto un addio.