Non avete ancora finito di abituarvi ai nomi Ozempic e Wegovy ed ecco che dovrete impararne di nuovi: CagriSema, UBT251, Retatrutide. Oggi suonano come codici buttati a caso, ma sono la prossima frontiera nella lotta all’obesità e al diabete, malattie che continuano a mietere vittime in tutto il mondo occidentale. I farmaci dimagranti a base di semaglutide stanno ancora trasformando radicalmente l’approccio alla perdita di peso, con risultati che fino a pochi anni fa sembravano irraggiungibili senza chirurgia bariatrica, ma l’industria farmaceutica non si ferma.
Come in una staffetta ben orchestrata, il testimone sta per passare a una nuova generazione di composti che promettono di essere ancora più efficaci, con perdite di peso che potrebbero superare il 15% in meno di un anno. Di cosa si tratta? Vediamo insieme.
La nuova frontiera dei farmaci dimagranti
A meno di cinque anni dall’approvazione del Semaglutide per la perdita di peso da parte della FDA americana, l’azienda danese Novo Nordisk ha annunciato che chiederà l’autorizzazione nel primo trimestre del 2026 per CagriSema. Si tratta di un’iniezione settimanale che combina il cagrilintide (un analogo dell’amilina a lunga durata) con il semaglutide, promettendo un controllo glicemico migliore e risultati più significativi nella perdita di peso.
I numeri parlano chiaro: nei test (già in Fase III), i partecipanti hanno perso in media il 15,7% del peso corporeo nell’arco di 68 settimane, contro il misero 3,1% del gruppo placebo. Non sono i risultati stellari che l’azienda aveva previsto nelle fasi iniziali della sperimentazione, ma resta comunque un traguardo impressionante che ha raggiunto l’obiettivo primario dello studio.
Il fattore che colpisce è che CagriSema sia stato sviluppato in studi paralleli per il trattamento sia del diabete che dell’obesità, consolidando il legame tra queste due condizioni che troppo spesso vengono affrontate separatamente.
La mossa da 2 miliardi di dollari
CagriSema promette altri miglioramenti nel campo dei farmaci dimagranti, ma c’è anche qualcosa di più grosso: un accordo da 2 miliardi di dollari che Novo Nordisk ha appena siglato con l’azienda farmaceutica cinese United Biotechnology. L’obiettivo? Assicurarsi i diritti globali del farmaco UBT251, un “triplo agonista” (colloquialmente noto come farmaco “triple-G”) che agisce sui recettori del peptide insulinotropico glucosio-dipendente (GIP) e del peptide-1 simile al glucagone (GLP-1).
In un piccolo studio di Fase II condotto in Cina, UBT251 ha provocato una perdita di peso media del 15,1% in appena 12 settimane (contro le 68 di CagriSema). Se questi risultati si confermassero in studi più ampi, staremmo parlando di un vero e proprio game-changer nel trattamento dell’obesità.
La corsa all’oro dei farmaci dimagranti
C’è una ragione ben precisa per cui Novo Nordisk vuole accelerare i tempi: la rivale Eli Lilly ha già completato i test di Fase III del suo farmaco “triple-G”, Retatrutide, sia per il diabete che per l’obesità, e i risultati sono attesi a breve.
Se dovesse mantenere le promesse degli studi precedenti, con una perdita di peso superiore rispetto a Mounjaro (tirzepatide), Lilly potrebbe consolidare ulteriormente il suo vantaggio nella corsa per dominare il mercato dei farmaci anti-obesità.
Nel frattempo, in Cina, UBT251 è stato approvato per la sperimentazione non solo per il diabete di tipo 2, ma anche per la malattia del fegato grasso associata a disfunzione metabolica e la malattia renale cronica. Questo amplia notevolmente il suo potenziale impatto sulla salute pubblica.
Una nuova era nella lotta all’obesità
L’accordo tra Novo Nordisk e United Biotechnology prevede un pagamento iniziale di 200 milioni di dollari, con potenziali pagamenti milestone fino a 1,8 miliardi, oltre a royalty a più livelli. Un investimento colossale che testimonia quanto l’industria farmaceutica stia puntando su questi trattamenti.
L’aggiunta di un candidato che prende di mira il glucagone, oltre a GLP-1 e GIP, aggiungerà un’importante opzionalità alla nostra pipeline clinica, mentre cerchiamo di sviluppare un ampio portafoglio di opzioni di trattamento differenziate che soddisfino le diverse esigenze delle persone che vivono con queste malattie altamente diffuse.
Queste le parole di Martin Holst Lange, vicepresidente esecutivo per lo sviluppo di Novo Nordisk, che riflettono la strategia di diversificazione dell’azienda.
Lo avrete capito: in un mercato sempre più competitivo, persino l’accesso ai farmaci dimagranti diventa terreno di battaglia. Una battaglia appena iniziata, il primo capitolo di una storia che cambierà per sempre il nostro approccio al peso corporeo.