Se pensate che l’edonismo moderno sia qualcosa di eccezionale, dovreste dare un’occhiata a ciò che sta emergendo dal lago Fusaro. Non è una metafora: sono vere mura romane letteralmente riemerse dall’acqua grazie a un capriccio geologico. Il bradisismo, questo fenomeno vulcanico che fa sollevare e abbassare il suolo come un respiro lento della terra (e mi tiene sveglio la notte, visto che abito nei Campi Flegrei), ha riportato alla luce ciò che il poeta Sesto Properzio definiva “un vortice di lusso e porto del vizio”.
Sì, avete capito bene: non una villa qualunque, ma probabilmente un resort dedicato ai piaceri più disparati dell’élite romana. Il lago Fusaro, uno dei cinque specchi d’acqua dei Campi Flegrei, sta letteralmente risputando fuori i peccati dell’antichità.
Quando la terra solleva i veli della storia
Un fenomeno geologico ha dato vita a qualcosa di straordinario: un complesso di epoca romana riemerso dalle acque del lago Fusaro. Josi Gerardo Della Ragione, sindaco di Bacoli, ha recentemente annunciato sui social media la scoperta di antiche mura nelle acque del lago, non lontano da Napoli.
I Campi Flegrei, lo sapete, si trovano all’interno di una caldera collassata: una zona vulcanica formata da diversi edifici vulcanici, che include il vulcano Solfatara, noto per le sue fumarole (sfiati da cui vengono emessi gas e vapori vulcanici caldi). Sembra un’ambientazione alla “Mad Max”, ma è la realtà quotidiana di quest’area. La superficie terrestre si sta sollevando a causa del flusso di magma o fluidi idrotermali, un fenomeno conosciuto come bradisismo. Un nome così elegante per qualcosa che, in termini pratici, significa che il terreno sotto i nostri piedi si sta gonfiando come un soufflé.
“Erano sotto l’acqua! Mura e stanze di epoca romana scoperte nel lago Fusaro. Forse appartenevano a una sontuosa villa”, ha dichiarato Josi Gerardo Della Ragione. C’è un’eccitazione palpabile nelle sue parole, e come dargli torto? Non capita tutti i giorni che un lago decida di restituirti un pezzo di storia romana.
Napoli: dove mito e vulcani si intrecciano
La città di Napoli, nel sud dell’Italia, è una delle città abitate ininterrottamente più antiche del mondo; fu originariamente greca. Risale addirittura al mito di Partenope, la sirena che tentò di attirare Ulisse nell’Odissea di Omero. Con una storia così antica, è quasi mitologica; chi conosce Napoli ricorderà che l’antica città è situata sui vulcanicamente attivi ed eruttivi Campi Flegrei.
Il più famoso è il supervulcano Vesuvio che devastò Pompei, anche se alcuni napoletani la metterebbero diversamente: il vulcano ha dato alla città una sorta di vita eterna. È un po’ la filosofia di noi napoletani: invece di temere il vulcano come distruttore, vederlo come preservatore, come una forza che cristalliza un momento nel tempo. È poetico, in un certo senso macabro. E tutto sommato, anche un po’ incosciente.
A nord della città, il lago Fusaro sta sperimentando spostamenti geologici a causa dell’attività attiva e volatile che sta avvenendo sotto terra. È un piccolo inferno, una palude di gas sulfurei. E, per la filosofia di cui sopra, anche un “conservatore” di antichità romane.
Il bradisismo: l’architetto geologico che riscrive il paesaggio
Dal 2005, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha segnalato un notevole rapido innalzamento fino a 1,4 metri nella massa terrestre. In parole povere, il fondale marino si solleva e la linea di costa si ritira, danneggiando i porti. È come se la terra stesse facendo un lungo, profondo respiro, gonfiando il petto dopo secoli di quiete.
Almeno una buona notizia c’è, ed è l’emersione di questa villa romana. Come detto, non è una villa qualsiasi. L’antica città romana di Bacoli era una popolare località di villeggiatura. Napoli è nota per le sue grotte lungo la costa, dove i romani si rilassavano e trascorrevano le vacanze, come spiega Anatolian Archaeology.
Ma non sul lago Fusaro. Quel campo era conosciuto per il suo “stile di vita edonistico”, descritto dal poeta Sesto Properzio come “un vortice di lusso e porto del vizio”. Non esattamente il tipo di posto che metteresti nel dépliant turistico da mostrare a tua nonna, ma sicuramente il genere che attirava l’élite romana in cerca di divertimento proibito fuori dalle rigide convenzioni sociali dell’Urbe.
Nel lago Fusaro un resort piccante dal passato
Quando le prime colonie si stabilirono nel VII secolo a.C., i greci chiamarono l’area “i campi ardenti” o Campi Flegrei. Si trovarono non solo su un vulcano ma su un’intera regione vulcanica. Una scelta curiosa per stabilirsi, potreste pensare, ma i vantaggi superavano i rischi: terreno fertile, acque termali, clima mite.
Nell’epoca dell’Impero Romano, l’élite romana costruì ville, o ville, attorno al lago Fusaro proprio per le sue sorgenti termali e il clima favorevole. E sembra che, a causa dello stesso fenomeno per cui affondarono, ora stiano riemergendo a causa di un’insolita quantità di attività sismica. La natura ha un senso dell’umorismo tutto suo: ti dà, ti toglie, e poi, secoli dopo, ti restituisce ciò che aveva preso, ma con gli interessi in termini di valore storico.
Nel XVIII secolo, il Lago vide una rinascita dell’interesse reale come terreno di caccia e pesca per la nobiltà borbonica. Ora, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Napoli continuerà l’indagine su questo eccitante nuovo pezzo di storia, che potrebbe avere storie piccanti da raccontare.
I campi flegrei: una pentola a pressione geologica
“Gli ambienti romani saranno oggetto di ulteriori studi da parte della Soprintendenza. Si trovano non troppo lontano dalle Grotte dell’Acqua e fanno la presenza di una lussuosa villa con ambienti termali. Bacoli continua ad essere piena di meraviglie, promuovendo tour turistici culturali unici al mondo”, ha aggiunto Della Ragione.
Il sindaco (chi lo conosce sa che questo è uno dei suoi tratti distintivi) parla come un bambino la mattina di Natale. E francamente, chi può biasimarlo? La sua città ha appena ricevuto un regalo inestimabile dal passato.
Ma c’è anche un lato preoccupante in tutta questa storia. Il bradisismo non è solo un curioso fenomeno che fa emergere antiche ville romane; è anche un segnale dell’attività vulcanica sottostante. I Campi Flegrei sono considerati uno dei supervulcani più pericolosi al mondo, e un’eruzione potrebbe avere conseguenze catastrofiche. È come se stessimo assistendo all’apertura di una capsula del tempo, ma quella capsula si trova sul coperchio di una pentola a pressione geologica.
Lago Fusaro, finestra su un passato “peccaminoso”
Cosa rende questa scoperta così eccezionale? Non è solo il ritrovamento in sé, ma il contesto in cui si inserisce. Il lago Fusaro era conosciuto nell’antichità come un luogo di piacere, un resort dove l’élite romana poteva abbandonarsi ai vizi lontano dagli occhi indiscreti della capitale. Avete presente il detto “Quello che succede a Las Vegas, resta a Las Vegas”? Ecco, sul lago Fusaro succedeva la stessa cosa. Le ville sul lago non erano semplici residenze estive, ma veri e propri centri di intrattenimento.
Le terme, che sembrano essere presenti nel complesso emerso, giocavano un ruolo fondamentale nella vita sociale romana. Non erano solo luoghi dove lavarsi, ma centri sociali dove si discuteva di politica, si facevano affari e, spesso, ci si dava al piacere. Le terme di una villa privata sul lago Fusaro avrebbero potuto ospitare feste e incontri ben lontani dalla morale pubblica che Roma cercava di mantenere, almeno in facciata.
È affascinante pensare a quanti segreti potrebbero essere conservati in quelle mura. Quali conversazioni hanno echeggiato in quelle stanze? Quali intrighi politici sono stati orditi tra un bagno caldo e un massaggio? E quali piaceri, considerati scandalosi perfino per gli eccentrici standard romani, hanno trovato rifugio in questo “porto del vizio”?
Il futuro di un passato riemerso
Chissà cosa accadrà ora a questa villa emersa dalle acque. La Soprintendenza di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Napoli ha già annunciato che condurrà studi approfonditi sul sito. Ma c’è una certa urgenza in questo lavoro. Il bradisismo è un fenomeno imprevedibile; così come ha sollevato il fondale facendo emergere la villa, potrebbe nuovamente abbassarlo, riportando tutto sott’acqua.
C’è anche la questione della conservazione. Strutture rimaste sommerse per secoli possono deteriorarsi rapidamente una volta esposte all’aria. Gli archeologi dovranno lavorare velocemente per documentare, studiare e, possibilmente, preservare questo straordinario ritrovamento.
Il sindaco Della Ragione vede in questa scoperta un’opportunità per il turismo culturale. E ha ragione: pochi luoghi al mondo possono offrire un’esperienza che combina archeologia romana, fenomeni vulcanici e paesaggi mozzafiato. Ma c’è anche una responsabilità enorme nel gestire correttamente questo patrimonio.
Mi chiedo se, tra qualche anno, i turisti potranno passeggiare tra le mura di questa villa emersa dal lago, immaginando le feste sfrenate che vi si tenevano duemila anni fa. O se, capriccioso come è apparso, questo frammento di storia romana sparirà nuovamente sotto le acque del lago Fusaro, rimanendo solo un ricordo effimero, un aneddoto da raccontare.
Lago Fusaro, danza tra natura e storia
Le mura romane che ora vediamo emergere dal lago Fusaro hanno resistito a duemila anni di storia, a eruzioni vulcaniche, terremoti, guerre e rivoluzioni. Sono rimaste lì, pazienti, aspettando che il bradisismo le riportasse alla luce. È una metafora potente di come il passato non sia mai veramente sepolto, ma attenda solo il momento giusto per riemergere e ricordarci da dove veniamo.
E c’è un’ironia in tutto questo. Gli antichi romani consideravano i vulcani manifestazioni dell’ira divina, bocche dell’inferno che potevano eruttare in qualsiasi momento portando distruzione. Eppure, è proprio un fenomeno vulcanico a permetterci oggi di scoprire come vivevano, amavano e si divertivano quei romani che temevano gli dei del sottosuolo.
Mi piace pensare che, da qualche parte nell’aldilà, quegli antichi proprietari di ville sul lago Fusaro stiano ridendo, compiaciuti che i loro luoghi di piacere stiano tornando alla luce, pronti a raccontare storie che pensavano sepolte per sempre.