Se vi dicessero che il più grande successo commerciale dell’informatica è nato da un fallimento, ci credereste? Eppure, guardando Windows 1.0, il primo tentativo di Microsoft di creare un’interfaccia grafica di massa, è esattamente quello che scopriamo. Nel novembre 1985, quando finalmente apparve sui computer dopo due anni di ritardi e derisioni, questo sistema operativo venne accolto con recensioni tiepide e critiche feroci sulla sua lentezza. Eppure, in quello stesso sistema “troppo lento” e “troppo esigente” possiamo vedere i semi di una tendenza che avrebbe cambiato per sempre il modo in cui interagiamo con i computer. Oggi, mentre Windows 1.0 si avvicina al suo quarantesimo compleanno, per la rubrica “Il futuro di ieri” riesaminiamo come questo “fallimento elegante” contenesse già tutti gli elementi che avrebbero reso Windows il sistema operativo dominante del pianeta.
Windows 1.0, una promessa (troppo) ambiziosa
Vi siete mai chiesti cosa significasse lanciare un’interfaccia grafica nel 1983, quando la maggior parte dei computer mostrava solo testo verde su sfondo nero? Quando Microsoft annunciò Windows il 10 novembre di quell’anno, stava essenzialmente promettendo di democratizzare qualcosa che solo i ricchi potevano permettersi. L’Apple Lisa costava quasi 10.000 dollari (l’equivalente di 10 viaggi aerei andata-ritorno tra USA ed Europa) mentre il sistema concorrente Visi On richiedeva un costoso disco rigido con ben 2,2 MB di spazio libero e 512 KB di RAM. Windows prometteva le stesse funzionalità con una coppia di più economici drive per floppy disk e metà della memoria.
Il prezzo di 99 dollari (!!) includeva un blocco note, un calendario, un orologio, un archivio schede, un’applicazione terminale, un gestore file, un gioco di Reversi, Windows Write e Windows Paint. Era un pacchetto completo che prometteva di trasformare l’esperienza informatica del tempo.
Windows fornisce un potere senza precedenti agli utenti di oggi e una base per i progressi hardware e software dei prossimi anni. È un software unico progettato per l’utente PC serio, che attribuisce grande valore alla produttività che un personal computer può portare.
Queste parole di Bill Gates, contenute nei materiali stampa originali (preparati usando Windows Write), risuonano ancora oggi, evidenziando quanto Microsoft abbia sempre cercato di posizionarsi come fornitore di strumenti di produttività, non solo di innovazione fine a sé stessa.
Il vaporware diventa realtà (lentamente)
L’attesa per Windows 1.0 fu così lunga che l’industria coniò un termine apposito: “vaporware” (sapevate che il termine veniva da qui?). Ironicamente, questa parola fu creata proprio da un ingegnere Microsoft un anno prima per descrivere software annunciati ma mai rilasciati. Quando finalmente, il 20 novembre 1985, il sistema operativo venne spedito, Microsoft sapeva bene come prendersi in giro da sola. E lo avrebbe fatto anche in futuro (chi non ricorda le schermate blu e i crash durante le presentazioni ufficiali?).
La sera successiva al lancio, l’azienda organizzò un “roast” (una festa autoironica) alla fiera Comdex di Las Vegas. Il redattore di InfoWorld Stewart Alsop consegnò a Gates un “Golden Vaporware Award” per prendere in giro le date di rilascio mancate. John C. Dvorak scherzò famosamente sul fatto che quando Microsoft annunciò Windows, Steve Ballmer aveva ancora i capelli. Per creare effetti speciali, Microsoft gettò ghiaccio secco in secchi d’acqua in un tentativo, anche questo fallito (data l’aria secca di Las Vegas) di produrre del vero “vapore”.
Questa capacità di ridere di sé stessi racconta molto sulla cultura aziendale che avrebbe poi permesso a Microsoft di superare i numerosi fallimenti che avrebbe incontrato negli anni successivi. Una lezione “dai cattivi” che molte aziende tech contemporanee farebbero bene a imparare.
Windows 1.0, un nuovo paradigma in un mondo non pronto
Come Windows 8 avrebbe fatto anni dopo, Windows 1.0 cercava di vendere a aziende e clienti un paradigma radicalmente nuovo: l’interfaccia grafica utente (GUI), in un momento in cui solo Apple aveva fatto progressi significativi con quell’ambiente. Non vi ricorda qualcosa? Oggi Microsoft tenta di entrare nello spazio dei tablet con touchscreen con Windows 11 e Surface, in un mercato dove solo l’iPad di Apple ha fatto davvero breccia.
E non è l’unico parallelismo. Come Windows 8, il Windows originale tentava di semplificare l’informatica senza abbandonare le applicazioni tradizionali. Windows 8 avrebbe avuto il familiare desktop in attesa sotto la sua interfaccia Metro, Windows 1.0 girava sopra il popolare MS-DOS. In effetti, era necessario installare Windows 1.0 su un’installazione esistente di MS-DOS 2.0. Microsoft stessa aveva pianificato di chiamare il sistema operativo “Interface Manager” fino a poco prima dell’annuncio del 1983. Sarebbe stato un fiasco ancora più eclatante. Meglio il nome Windows, nevvero?
Mi fa sorridere pensare che anche Windows 1.0, come le versioni più recenti, aveva un potenziale problema nel convincere gli sviluppatori di software a costruire per il nuovo paradigma. Nel novembre 1983, poco dopo la rivelazione di Windows, John Markoff di InfoWorld individuò subito un problema: un numero significativo di programmi si sarebbero “comportati male” nella modalità a finestre, occupando l’intero schermo.
Le critiche impietose dell’epoca
Quando Windows 1.0 venne finalmente lanciato, le recensioni furono cautamente ottimistiche ma fondamentalmente tiepide. Popular Science apprezzava l’idea, ma lo definiva relativamente lento, notando che “ci vogliono fino a 15 secondi per passare da un programma all’altro”. Il multitasking era anche un divoratore di memoria: “il mio computer da 640 kilobyte non poteva contenere più di due programmi di medie dimensioni in memoria contemporaneamente”, si lamentava la pubblicazione.
Creative Computing si preoccupava della carenza di schede grafiche compatibili e non era sicuro che Windows fosse un aggiornamento prezioso rispetto a DOS. InfoWorld titolava “Windows richiede troppa potenza” e gli assegnava un punteggio di 4,5 (su 10). E il New York Times diceva che “eseguire Windows su un PC con 512K di memoria è come versare melassa nell’Artico”.
Risultò che era davvero necessaria quella memoria extra e quel costoso disco rigido per eseguire Windows a una velocità ragionevole, e alcuni suggerirono persino un disco RAM come l’Intel Above Board. Ci vollero altre due versioni di Windows prima che il sistema operativo prendesse piede.
L’innovazione delle interfacce a “piastrelle”
Una delle caratteristiche più curiose di Windows 1.0 era la sua interfaccia a piastrelle, che ricorda direttamente quella introdotta con Windows 8. Probabilmente conoscete la possibilità di trascinare programmi in finestre uno sopra l’altro in modo che si sovrappongano, vero? Questa funzionalità fu rimossa da Windows 1.0 al momento del lancio.
Invece, le applicazioni apparivano affiancate, ciascuna ridimensionandosi automaticamente per adattarsi allo spazio disponibile. Le storie differiscono sul fatto che questa fosse una decisione consapevole di Microsoft o se un accordo segreto con Apple li avesse costretti a rimuovere le finestre sovrapposte, ma la sovrapposizione tornò in Windows 2.0 e scatenò una causa legale di Apple lungo il percorso.
Eppure, Windows 8 ha riportato l’interfaccia a piastrelle con Windows Snap, e non tutte le app sono funzionali quando ridimensionate a proporzioni più piccole. Non c’è da meravigliarsi se il logo di Windows è tornato al punto di partenza.
Il ciclo dell’innovazione Microsoft
Non dovremmo illuderci: negli anni ’80, l’industria dei PC era un selvaggio west, e quei giorni sono ormai lontani. I problemi che ostacolarono Windows 1.0 quando Microsoft era giovane non bloccheranno necessariamente il successo del sistema operativo di oggi, non quando ogni grande azienda informatica sta sfornando macchine Windows compatibili e l’attrattiva dei touchscreen è già stata dimostrata.
Nel 1985, Windows 1.0 venne lanciato in un mercato in procinto di esplodere, uno che stava solo aspettando il sistema operativo giusto per unificare una serie di hardware informatici diversi. C’erano diverse piattaforme concorrenti, e una di esse avrebbe potuto resistere. Ma se Windows 11 fallisse, ci sarebbero comunque un enorme numero di computer in attesa della prossima versione del sistema operativo ormai familiare. A meno che non crediate che il PC stesso cederà il passo ai dispositivi mobili, ovviamente.
Windows 1.0, lezioni dal passato per il futuro
Quello che trovo più affascinante in questa storia è come Microsoft abbia ripetutamente tentato di spingere l’industria in avanti, spesso trovando resistenza, per poi vedere le sue idee diventare lo standard anni dopo. Windows 1.0 non era pronto per il suo tempo: richiedeva hardware troppo potente, era troppo lento, e gli sviluppatori erano riluttanti ad abbracciarlo. Ma conteneva il seme di ciò che sarebbe diventato lo standard per decenni.
Allo stesso modo, anni dopo, il tentativo di Microsoft di adottare il touch e le interfacce a piastrelle con Windows 8 fu accolto con critica e resistenza. Eppure oggi, molte di quelle idee sono state integrate in modo più naturale e accettate dagli utenti. Guardando indietro a Windows 1.0, non possiamo fare a meno di chiederci: quali delle apparenti “sconfitte” di oggi diventeranno i successi di domani? Quali idee che ora sembrano premature o mal eseguite diventeranno la norma tra qualche anno?
La storia di Windows 1.0 ci insegna che nell’innovazione tecnologica, il “fallimento elegante” (quello che contiene buone idee eseguite troppo presto o con limitazioni tecniche) spesso contiene i semi del successo futuro. È una lezione che vale la pena ricordare. O no?