Vi ricordate quando l’unica opzione contraccettiva maschile era un pezzo di lattice che sembrava strangolare le parti più sensibili del vostro corpo? O forse siete tra i coraggiosi che hanno optato per una vasectomia, tagliando letteralmente (e spesso definitivamente) con la possibilità di procreare? Ebbene, la scienza ha finalmente deciso di darci una terza via, più elegante e meno invasiva. Si chiama YCT-529, ed è la prima pillola maschile senza ormoni ad entrare nella fase di sperimentazione umana.
Con un’efficacia del 99% negli studi su animali e nessun effetto collaterale rilevato, questa piccola compressa potrebbe finalmente permettere agli uomini di condividere equamente il peso della pianificazione familiare.
Una questione di equità
Al momento, come detto, sono state approvate più di due dozzine di contraccettivi per le donne: gli uomini, invece, sono rimasti fermi a due sole opzioni: preservativi o vasectomia. Una disparità ridicola, se ci pensate.
Da decenni, il 25% delle donne che usano contraccettivi si affida alla pillola, sopportandone tutti gli effetti collaterali, mentre i maschietti se ne stanno metaforicamente con le mani in mano facendo spallucce.
A quanto pare, qualcosa si sta muovendo. I ricercatori dell’Università del Minnesota hanno sviluppato YCT-529, un contraccettivo orale maschile che, udite udite, funziona senza alterare i livelli ormonali. Lo studio, pubblicato su Communications Medicine, segna un passaggio epocale: dalla teoria alla pratica, dai topi agli esseri umani.
Francamente, era ora. Mi sono sempre chiesto perché dovessero essere sempre le donne a pagare il prezzo fisico ed emotivo della contraccezione. Questa pillola potrebbe finalmente riequilibrare la bilancia.
Come funziona questa benedetta pillola maschile
A differenza dei tentativi precedenti basati sulla soppressione del testosterone (con relativi effetti collaterali peggiori del male), YCT-529 utilizza un approccio completamente diverso. Il farmaco inibisce una proteina chiamata recettore dell’acido retinoico alfa (RAR-α), fondamentale per la produzione di sperma.
Un approccio innovativo, ormonalmente neutro, progettato per inibire la produzione di spermatozoi senza interferire con il resto della biochimica maschile.
Nei test sui topi, la pillola ha causato infertilità nel 99% dei casi entro quattro settimane dall’inizio del trattamento. Nei primati, ha ridotto significativamente la conta spermatica in appena due settimane. E qui viene il bello: entrambi i gruppi hanno recuperato completamente la fertilità dopo l’interruzione del farmaco. I topi in sei settimane, i primati in 10-15 settimane.
Sembra quasi troppo bello per essere vero. Un farmaco efficace, reversibile e senza effetti collaterali? Eppure i dati parlano chiaro. Naturalmente, bisogna attendere i risultati completi della sperimentazione umana, ma i presupposti sono incoraggianti.
Pillola maschile, la svolta è iniziata
Gunda Georg, professore del College of Pharmacy dove è stata sviluppata la molecola, non ha dubbi: “Una pillola maschile sicura ed efficace fornirà più opzioni alle coppie per il controllo delle nascite, consentirà una condivisione più equa della responsabilità per la pianificazione familiare e garantirà autonomia riproduttiva agli uomini.”
Finalmente qualcuno che ha capito. Non si tratta solo di una questione tecnica, ma di un cambio di paradigma culturale. La contraccezione non è “roba da donne“, ma una responsabilità condivisa.
I test clinici sono già in corso. Una prima fase è stata completata con successo, e ora si sta procedendo con una seconda fase per verificare sicurezza ed efficacia.
Nadja Mannowetz, autrice principale dello studio, ne è certa: questa ricerca potrebbe davvero cambiare le carte in tavola. Se i dati degli studi clinici confermeranno quelli preclinici, siamo di fronte a un cambiamento silenzioso ma profondo nel modo in cui gestiamo la pianificazione familiare.