La vita su Titano è un cagnolino cosmico; piccolo, raro e praticamente impossibile da trovare. Sapete, quando pensiamo alla vita extraterrestre, immaginiamo ecosistemi complessi, forme di vita bizzarre, magari civiltà nascenti. E invece no. Le nuove simulazioni dell’Università dell’Arizona rivelano che, se esiste vita su Titano, la sua massa totale equivale a quella di un piccolo cane.
Tutto qua. Meno di una cellula per litro d’acqua, sparpagliata in un oceano sotterraneo grande quanto un pianeta. Non esattamente il brulicante alveare alieno che speravamo di trovare. Ma in questo spazio desolato si nasconde un miracolo: anche in condizioni così estreme, la vita potrebbe aver trovato il modo di esistere.
La promessa gelida di Titano
Titano ha sempre rappresentato una delle speranze più concrete nella ricerca di vita extraterrestre nel nostro sistema solare. Nonostante temperature da congelatore industriale (-179 °C), questa luna di Saturno possiede caratteristiche sorprendentemente favorevoli: un’atmosfera spessa ricca di azoto, laghi colmi di metano ed etano, e una varietà impressionante di idrocarburi e aerosol organici.
È come se la natura avesse allestito un laboratorio di chimica organica a cielo aperto, solo che quel cielo è a 1,4 miliardi di chilometri da noi. Ancora più affascinante è l’oceano sotterraneo che si nasconde sotto una crosta glaciale spessa tra 40 e 100 chilometri. Questo oceano, profondo circa 483 chilometri, viene riscaldato dall’attività idrotermale causata dalle maree generate dalla massa di Saturno.
Il nostro nuovo studio mostra che questa fornitura potrebbe essere sufficiente solo per sostenere una popolazione molto piccola di microbi con un peso totale di pochi chilogrammi al massimo: l’equivalente della massa di un piccolo cane.
Vita su Titano, quando le simulazioni spengono l’entusiasmo
Il lavoro della scienza è quello di studiare: ve lo ripeto sempre, quando le ricerche ci fanno sognare ed anche quando ci riportano con i piedi per terra.
Il team internazionale guidato da Antonin Affholder dell’Università dell’Arizona e Peter Higgins dell’Università di Harvard ha utilizzato simulazioni computazionali per “modellare” l’ecologia più probabile su Titano.
I risultati? Deludenti per i romantici dello spazio come me. La vita su Titano sarà microbica e probabilmente molto diversa da quella terrestre. Il vero problema non è la presenza di ingredienti per la vita (quelli abbondano sulla superficie), ma come questi ingredienti raggiungano l’oceano sotterraneo dove la vita potrebbe svilupparsi.
La vita su Titano? Un hamburger senza patatine
Lo studio si è concentrato sulla fermentazione, un processo metabolico che non richiede ossigeno e che sulla Terra si è probabilmente evoluto molto presto. In particolare, i ricercatori hanno esaminato la fermentazione della glicina, l’amminoacido più semplice conosciuto.
La simulazione ha rivelato un problema fondamentale: sebbene la glicina o i suoi precursori siano abbondanti sulla superficie di Titano, pochissimo di questo amminoacido riesce a penetrare nell’oceano sepolto. I microbi di Titano sarebbero quindi come commensali davanti a un menu ricchissimo, ma con le braccia troppo corte per raggiungerlo.
Un secchio di vita in un oceano planetario
Il risultato finale è sconfortante: se esiste vita su Titano, la quantità è così ridotta che potrebbe stare in un secchio. Affholder lo ha espresso in termini che possiamo comprendere:
Una biosfera così piccola avrebbe in media meno di una cellula per litro d’acqua nell’intero vasto oceano di Titano.
Questa scoperta ha implicazioni pratiche per le future missioni spaziali. Trovare tracce di vita su Titano sarà come cercare un ago in un pagliaio cosmico. O meglio, come cercare un microbo in un oceano planetario.
La ricerca, pubblicata su The Planetary Science Journal, non distrugge completamente le nostre speranze, ma sicuramente le ridimensiona. È come se l’universo ci stesse dicendo: “La vita è possibile, ma non fate troppo affidamento su di me per trovarla”.
Eppure, anche se la massa di tutti i potenziali microbi su Titano equivale a quella di un chihuahua, c’è qualcosa di profondamente emozionante nel pensare che lassù, anche in condizioni così estreme, la vita potrebbe essersi fatta strada. Un cane cosmico microscopico è sempre meglio di nessun cane, no?