Produrre una batteria per un’auto elettrica richiede l’estrazione di centinaia di chili di minerali difficili da reperire, con un notevole impatto ambientale iniziale. Ma il riciclo delle batterie esauste sta rapidamente cambiando le carte in tavola, riducendo l’impronta ecologica dei veicoli elettrici e avvicinando il momento in cui il loro vantaggio ambientale rispetto alle auto a combustione diventerà schiacciante anche per i legittimi scettici, e perfino per qualche dietrologo.
L’impatto iniziale delle batterie
I metodi tradizionali di estrazione e raffinazione dei materiali per le batterie richiedono enormi quantità di energia. Non si può, non si deve negare. Per questo, l’impronta di carbonio iniziale di un’auto elettrica è più alta di quella di un equivalente veicolo a combustione interna. Queste emissioni iniziali vengono naturalmente compensate nel tempo grazie alla maggiore efficienza dei motori elettrici, portando a una riduzione del 70% delle emissioni totali durante la vita media del veicolo.
Un’analisi di BloombergNEF mostra che un’auto elettrica deve percorrere in media circa 41.000 chilometri (25.500 miglia) per pareggiare le emissioni sorte nella produzione di un’auto a combustione interna. Una stima che parte da un presupposto oggi plausibile. Quale? Quello che ogni auto elettrica sia realizzata con litio, nichel e cobalto appena estratti, come se tutti i materiali finissero in discarica alla fine della vita del veicolo.
Ma non è esattamente quello che sta succedendo, e soprattutto non è quello che succederà. La batteria di un’auto elettriche è semplicemente troppo preziosa per essere gettata via, e una nuova industria di riciclatori si sta affrettando a recuperarle tutte.
Il potenziale del riciclo
Anche se ancora agli inizi, il riciclo di una batteria di auto elettrica è già redditizio e in grado di recuperare più del 95% dei minerali chiave.
Una nuova analisi di ricercatori della Stanford University (ancora in fase di revisione) ha scoperto che il processo di riciclo sviluppato da una startup chiamata Redwood Materials produce fino all’80% in meno di emissioni rispetto alla tradizionale catena di approvvigionamento che utilizza raffinerie ad alta intensità di CO2.
Questo è sufficiente per ridurre il tempo di pareggio ambientale di un’auto elettrica media con un veicolo a combustione interna a meno di 24.000 chilometri (15.000 miglia). Ogni chilometro a partire da quello è un “fine polemiche” per i detrattori dell’elettrico.
Auto elettrica, l’importanza dell’elettricità pulita
Gli argomenti degli scettici, quando in buona fede, sono giusti. Tacciarli di arretratezza è sciocco. La valutazione completa di quando un’auto elettrica raggiunge il punto di pareggio con un’auto a combustione DEVE dipendere dalla fonte di elettricità utilizzata per la produzione della batteria e la ricarica del veicolo.
Un’elettricità più pulita significa un “tempo di pareggio” più breve (anche se perfino nelle aree che ottengono ancora elettricità dal carbone, le auto elettriche alla fine hanno la meglio).
Per questo, in un circolo virtuoso, il boom delle energie rinnovabili renderà anche l’auto elettrica sempre meno inquinante. Le installazioni solari hanno stabilito record annuali a livello mondiale per 22 anni consecutivi e il ritmo sembra accelerare, secondo i dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia. Nel 2030, un’auto elettrica costruita con materiali riciclati potrebbe raggiungere il pareggio delle emissioni in pochi mesi.
Auto elettrica, il riciclo è futuro
I benefici del riciclo hanno appena iniziando ad accumularsi, dice Will Tarpeh, professore assistente di ingegneria chimica e uno degli autori senior dell’articolo di Stanford. Questo perché le auto elettriche di massa sono ancora relativamente nuove, e solo un numero piccolo è pronto per il riciclo.
Il mondo è già sulla buona strada per riciclare il doppio dell’offerta di batterie agli ioni di litio nel 2024 rispetto a quanto prodotto nel 2014. Quando si considera l’impatto ambientale di un’auto elettrica, è sempre più importante misurare l’impronta dei materiali in entrata e come si riduce quando alcuni inevitabilmente ottengono una seconda vita.
Man mano che il riciclo crescerà fino a rivaleggiare con le tradizionali operazioni di estrazione e raffinazione, la semplicità diventerà più centrale nella progettazione delle batterie, ha detto Tarpeh.
Il riciclo recupererà il ritardo accumulato dalle batterie già prodotte. Non molti considerano la riciclabilità quando sviluppano la chimica delle batterie, ma questo sta davvero iniziando a cambiare.
Will Tarpeh
Un futuro più sostenibile
L’avanzata del riciclo delle batterie rappresenta una svolta cruciale per la sostenibilità dei veicoli elettrici. Riduce drasticamente le emissioni legate all’estrazione e alla lavorazione dei minerali, e renderà l’auto elettrica competitiva dal punto di vista ambientale con quelle a combustione in tempi molto più brevi.
Naturalmente c’è ancora strada da fare. Il riciclo delle batterie è ancora agli inizi e dovrà crescere di pari passo con la diffusione dei veicoli elettrici. Ma la direzione è chiara: in futuro l’auto elettrica, grazie al riciclo, supererà ancora più nettamente quella a combustione interna.
Tanto da convincere anche i più scettici, tranne quelli abituati a negare l’evidenza.