La morte è forse l’esperienza più sconvolgente che un essere umano possa affrontare. Il dolore fisico si intreccia all’angoscia esistenziale, e l’ansia per l’ignoto divora la serenità. In questo delicato passaggio, le cure palliative cercano di portare sollievo al paziente e ai suoi cari, ma spesso i farmaci non bastano o hanno effetti collaterali indesiderati. C’è un altro modo per alleviare la sofferenza senza ricorrere alla chimica? Per regalare a chi sta per andarsene attimi di pace, di gioia, di evasione? La risposta potrebbe arrivare dalla realtà virtuale, una tecnologia immersiva che sta attirando l’attenzione di ricercatori e medici.
Il potere della realtà virtuale nel lenire la sofferenza
Jhon Alexander Moreno, neuropsicologo e professore presso il Dipartimento di Psicologia dell’Université de Montréal, ha deciso di esplorare le potenzialità della realtà virtuale come strumento non farmacologico per alleviare il dolore e l’ansia dei pazienti sottoposti a cure palliative. L’idea nasce dalla volontà di offrire un sollievo olistico a chi si trova ad affrontare la fase più delicata della propria esistenza.
I visori di realtà virtuale permettono di immergersi in esperienze visive e uditive sempre più realistiche, già apprezzate nella cura dei disturbi da ansia sociale. I dispositivi testati in questo studio trasporteranno l’utilizzatore in scenari lontani dalla propria condizione di sofferenza. Quali?Una spiaggia assolata in Messico. Un vivace mercato a Reykjavik, un lago scintillante nel Quebec, un quartetto d’archi che suona Bach. Sono solo alcune delle destinazioni virtuali che i pazienti potranno esplorare, godendo di momenti di relax, scoperta ed evasione.
Uno studio pioneristico per testare le cure palliative “virtuali”
Per verificare l’effettivo impatto della realtà virtuale sul benessere dei pazienti terminali, Moreno si appresta a condurre uno studio pionieristico presso l’unità di cure palliative dell’Hôpital Notre Dame di Montréal. I partecipanti saranno immersi in video a 360 gradi, realizzati in collaborazione con Guillermo Lopez Pérez, regista e fondatore di Nipper Media, una società specializzata nella creazione di contenuti per la realtà virtuale. Prima e dopo l’esperienza immersiva, verranno misurati i livelli di dolore e ansia dei pazienti, al fine di valutare l’efficacia dell’intervento. L’ipotesi è che la realtà virtuale possa offrire un sollievo significativo, permettendo ai malati di distrarsi dalla propria condizione e godersi momenti di serenità e divertimento.
Ma i potenziali benefici della realtà virtuale non si limitano ai pazienti sottoposti a cure palliative. Moreno ipotizza che questa tecnologia possa essere di supporto anche per i familiari che accompagnano i propri cari nel fine vita. Anche loro, infatti, si trovano ad affrontare emozioni intense e travolgenti, dovendo fare i conti con l’imminente perdita di una persona amata. Per questo motivo, lo studio prevede che anche i familiari possano indossare un visore e condividere l’esperienza virtuale con il paziente. Anche in questo caso, i livelli di ansia saranno misurati prima e dopo l’intervento, nella speranza che la realtà virtuale possa alleviare il peso emotivo di questo delicato passaggio, favorendo l’accettazione e la preparazione al lutto.
Verso un approccio olistico alle cure del fine vita
L’utilizzo della realtà virtuale nelle cure palliative rappresenta un passo verso un approccio sempre più olistico e multidisciplinare al fine vita. Accanto alle terapie farmacologiche, essenziali per il controllo del dolore e dei sintomi, si affiancano interventi non farmacologici volti a promuovere il benessere psicologico, spirituale ed esistenziale del paziente. La possibilità di evadere (seppur virtualmente) dalla propria condizione di sofferenza, di esplorare luoghi meravigliosi e di vivere esperienze appaganti può contribuire a rendere più sereno e dignitoso l’ultimo tratto di vita. E condividere questi momenti con i propri cari può rafforzare i legami affettivi, creando altri ricordi preziosi da custodire nel cuore.
Se le promesse di questo studio saranno mantenute, potremo immaginare un futuro in cui i visori di realtà virtuale diventeranno parte integrante delle cure palliative, offrendo a pazienti e familiari uno strumento in più per affrontare con serenità e consapevolezza il mistero della morte. Un abbraccio tecnologico che lenisce la sofferenza e regala attimi di meraviglia, in un momento in cui ogni istante diventa prezioso come non mai. Sarà uno dei modi in cui la tecnologia fa un buon lavoro, mettendosi al servizio della dignità umana.