C’è una nuova stella in arrivo nel cielo notturno, ma non è opera della natura. È un’invenzione umana, un mini satellite grande quanto una scatola che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui esploriamo l’universo. La NASA ha dato il via libera a una missione da 19,5 milioni di dollari per lanciare questa “stella artificiale” in orbita terrestre. Il suo nome è Landolt, e il suo compito è semplice quanto rivoluzionario: essere un faro di luce perfettamente calibrato per gli astronomi di tutto il mondo.
Piccolo satellite, grandi scoperte
Il progetto Landolt rappresenta un passo avanti significativo nel campo dell’astronomia osservativa. Questo piccolo satellite, nonostante le sue dimensioni modeste, promette di avere un impatto enorme sulla nostra comprensione dell’universo.
Ma cosa rende Landolt così speciale? Per capirlo, dobbiamo prima considerare una delle sfide fondamentali dell’astronomia: la misurazione precisa della luce proveniente dagli oggetti celesti.
La sfida della misurazione della luce stellare
Fino ad ora, gli astronomi hanno dovuto affidarsi a stelle reali come punti di riferimento per calibrare i loro strumenti. Il problema? Non c’è modo di sapere con certezza quanta luce emette effettivamente una stella lontana.
Per questo è stato sviluppato Landolt. Questo ingegnoso dispositivo orbitante emetterà una quantità nota e costante di luce, fornendo agli astronomi un punto di riferimento affidabile. Proprio come una stella. Una stella artificiale.
Come funziona la stella artificiale della NASA
Tyler Richey-Yowell, un ricercatore post-dottorato presso l’Osservatorio Lowell, spiega l’importanza di questa innovazione:
È qualcosa che aiuterà tutti gli astronomi. È davvero nuovo per noi avere una sorta di stella artificiale lassù su cui possiamo contare e utilizzare.
Ma come funziona esattamente Landolt? Il satellite sarà posizionato in un’orbita geosincrona, il che significa che rimarrà sempre nello stesso punto del cielo notturno visto dalla Terra. Emetterà laser con un numero preciso di fotoni, permettendo agli astronomi di calibrare i loro strumenti con una precisione senza precedenti.
Il mini-satellite è progettato per orbitare attorno alla Terra da 35.000 chilometri di distanza. Lì, la sua velocità corrisponderà alla rotazione della Terra, quindi il satellite apparirà fisso nel cielo notturno e sarà un bersaglio facile da inseguire per i telescopi. Non saremo in grado di vederlo ad occhio nudo. Ma ai telescopi sembrerà una stella.
Stella artificiale: altre possibili applicazioni
L’impatto di questa tecnologia si estenderà ben oltre la semplice calibrazione degli strumenti. Pensate alla ricerca di pianeti abitabili al di fuori del nostro sistema solare. Conoscere con esattezza la luminosità di una stella può aiutarci a determinare con maggiore precisione la temperatura di un pianeta che le orbita intorno e, di conseguenza, la sua potenziale abitabilità.
E non è tutto. Landolt potrebbe anche aiutarci a risolvere uno dei più grandi misteri della cosmologia moderna: la natura dell’energia oscura. Misurazioni più precise della luminosità delle supernove distanti potrebbero fornire indizi cruciali sul tasso di espansione dell’universo, un dato fondamentale per comprendere questa misteriosa forza che sembra spingere l’universo ad espandersi sempre più velocemente.
L’ingegno umano al servizio della scienza
Landolt è ancora un progetto allo stadio iniziale. Il lancio è previsto per il 2029, e ci sono ancora delle fasi di sviluppo da superare. Tuttavia, l’approvazione e il finanziamento da parte della NASA sono un chiaro segnale dell’importanza di questa missione.
Una “rivoluzione in scatola”, che potrebbe essere la chiave per sbloccare alcuni dei più grandi misteri del cosmo. Questa stella artificiale illuminerà il nostro cammino verso una comprensione più profonda dell’universo che ci circonda.
Come direbbe quel tale in tv: la accendiamo?