Nel cuore di Langley, Virginia, una rivoluzione silenziosa sta prendendo piede. La CIA, l’agenzia di intelligence più famosa del mondo, sta esplorando (e probabilmente estendendo) i confini dell’intelligenza artificiale generativa ridefinendo il modo in cui raccoglie, analizza e utilizza le informazioni cruciali per la sicurezza nazionale. Ecco un panorama, almeno delle cose “in chiaro” (no, non possediamo segreti).
L’adozione dell’AI generativa nella CIA
Come potrete immaginare, questo approccio non nasce ieri, né il giorno successivo alla presentazione di ChatGPT. Si tratta di altro, e di altrove. La CIA ha iniziato a integrare l’intelligenza artificiale nelle sue operazioni già nel 2012, quando ha assunto i suoi primi data scientist.
Certo, l’avvento dell’AI generativa ha portato questa integrazione a un livello completamente nuovo. Lakshmi Raman, direttore della divisione AI della CIA, ha recentemente condiviso informazioni su come l’agenzia sta utilizzando questa tecnologia.
Applicazioni attuali dell’AI nell’intelligence
L’AI generativa viene impiegata in diverse aree cruciali per l’intelligence. Principalmente tre:
- Triage dei contenuti: L’AI aiuta a gestire e categorizzare rapidamente grandi volumi di informazioni.
- Tecnologie linguistiche: Traduzione e trascrizione automatiche per processare dati in diverse lingue.
- Analisi di fonti aperte: L’AI classifica e analizza notizie e informazioni pubblicamente disponibili da tutto il mondo.
Da questi tre capisaldi derivano altrettanti strumenti, che finiscono per intervenire su praticamente tutti i campi dell’attività di intelligence.
Miglioramenti nell’efficienza operativa
Raman ha evidenziato come l’AI generativa stia migliorando l’efficienza operativa della CIA:
Immaginate tutte le notizie che arrivano ogni minuto di ogni giorno da tutto il mondo. Questi sono i dati in cui siamo immersi, e dobbiamo sfruttare l’AI per aiutarci a gestirli.
Perché vi ho scritto prima di “frontiere che si estendono”? Perché è vero. Al di là di quello che non sappiamo, l’intelligence americana sta esplorando ulteriori applicazioni dell’AI generativa. Quali?
Applicazioni “ragionative”
I modelli di intelligenza artificiale (magari non proprio quelli che usiamo noi) siedono ormai nelle stanze dei bottoni. Non pigiano ancora nulla, ma assistono nella scrittura dei rapporti, supportano brainstorming e ideazione di attività, generano contro-argomentazioni per testare la validità di un piano.
In altri termini, sono più avanti di una mera generazione di contenuti, ma partecipano alla formazione delle strategie, contribuendo ai ragionamenti che le producono.
Problemi ne abbiamo? Di certo rischi. Anzitutto la sicurezza dei dati: l’intelligence deve bilanciare l’uso di strumenti commerciali con la necessità di proteggere informazioni classificate. E naturalmente, come detto, sviluppare internamente soluzioni AI su misura. È fondamentale, infine, garantire che l’output dell’AI sia accurato e privo di pregiudizi. Più facile a dirsi che a farsi.
Cosa c’è dietro l’angolo: il futuro dell’AI nell’intelligence globale
Inutile dire che l’adozione dell’intelligenza artificiale da parte della CIA non avviene in isolamento. L’agenzia è consapevole che anche nazioni come Cina e Russia stanno sviluppando capacità AI per scopi politici, economici e militari. E naturalmente questo scenario globale influisce sulle strategie della CIA nell’implementazione dell’AI.
C’è una corsa agli “armamenti computazionali”? Potete dirlo forte. E segna un’evoluzione (quella dell’intelligence moderna) nel quadro dell’evoluzione più generale. Resta da vedere come questo cambiamento influenzerà il panorama globale dell’intelligence e della sicurezza nazionale, e come lo collegherà al piano militare, nel quale l’AI sta già giocando un ruolo (letteralmente) letale.
L’era dell’intelligence potenziata dall’AI è appena iniziata, e ci porta tutti in prima linea, anche senza saperlo.