La faccio breve: serve gestire sempre più dati, ma serve anche evitare emissioni e consumo energetico, per contrastare il cambiamento climatico. Per questo i ricercatori stanno cercando soluzioni innovative, e direi che quella dell’Unione Europea entra ampiamente nella definizione. Che ne dite di portare i data center nello spazio?
Non è Star Trek. È l’idea al centro di un serio studio di fattibilità chiamato progetto ASCEND (potete approfondirlo qui). ASCEND sta esplorando come l’orbita terrestre bassa potrebbe diventare la nuova frontiera per l’elaborazione e l’archiviazione dei dati, promettendo di ridurre drasticamente l’impronta di carbonio del settore digitale.
Il progetto ASCEND
ASCEND, acronimo ipertrofico di Advanced Space Cloud for European Net zero Emission and Data sovereignty, è un’iniziativa che riunisce 11 partner provenienti da cinque paesi europei. Il progetto fa parte dei programmi Horizon Europe della Commissione Europea e si concentra sulla valutazione dell’impatto dei data center sul consumo energetico globale europeo.
Gli obiettivi principali del progetto ASCEND sono essenzialmente sei:
- Valutare il contesto del settore digitale e dei centri dati, analizzando il consumo energetico e l’impronta ambientale.
- Concepire un’architettura di sistema dati spaziale “ecologicamente orientata”.
- Definire concetti di servizi in orbita per l’implementazione operativa e la manutenzione dell’infrastruttura dei data center spaziali.
- Stabilire i costi e il business case dei data center spaziali.
- Delineare un programma di sviluppo e una roadmap tecnologica per un sistema operativo entro il 2035.
- Sviluppare i vantaggi di una soluzione cloud indipendente per la sovranità europea.
Vantaggi dei data center spaziali
Accanto ai 6 obiettivi, il progetto ASCEND identifica anche 3 potenziali vantaggi nell’implementazione di questa soluzione.
- Riduzione delle emissioni di CO2: Spostando i data center nello spazio, si ridurrebbero significativamente il consumo energetico e il calore generato sulla Terra.
- Sovranità dei dati: I data center spaziali potrebbero garantire una maggiore protezione dei dati europei, in linea con normative come il GDPR.
- Sicurezza nazionale: La posizione orbitale potrebbe ridurre il rischio di attacchi fisici e informatici. Salvo gli “atti di guerra spaziale“, ovviamente.
C’è un’altra faccia della medaglia?
Ok i potenziali vantaggi, ma fatemi fare l’avvocato del diavolo sottolineando anche i punti più controversi. Dopotutto, lo stesso progetto ASCEND riconosce anche le sfide associate a questa proposta. Principalmente tre. Anzitutto, c’è da considerare bene l’impatto ambientale. L’intero ciclo di vita del progetto, inclusi i costi ambientali del lancio e della manutenzione dei data center spaziali. E l’impatto economico? L’invio (e la manutenzione) di infrastrutture nello spazio comporta costi significativi. Infine, la latenza dei dati: potrebbero crearsi problemi nella trasmissione dei dati tra la Terra e i centri orbitanti.
Data center nello spazio: prospettive future
Il progetto ASCEND mira a definire una roadmap per l’implementazione di un sistema operativo di data center spaziali entro il 2035. Questo ambizioso obiettivo richiederà significativi progressi tecnologici e una stretta collaborazione tra i settori spaziale e digitale.
L’idea di posizionare nello spazio i nostri centri dati rappresenta un approccio innovativo: nell’attesa che l’Unione Europea verifichi la sua fattibilità, sognare che funzioni non costa nulla. Dopotutto, a pensarci bene il futuro dei data center potrebbe davvero essere già scritto: tra le stelle.