Le batterie elettriche stanno per diventare molto più economiche e green. Un team di Stanford ha messo a punto un metodo rivoluzionario per estrarre il litio, il componente chiave di queste batterie. La nuova tecnica potrebbe ridurre i costi del 60% e minimizzare l’impatto ambientale. È una svolta che potrebbe accelerare la transizione verso la mobilità elettrica e lo stoccaggio di energie rinnovabili.
La corsa all’oro bianco
Il litio è diventato il nuovo oro bianco del XXI secolo. Questo metallo leggero è il cuore pulsante delle batterie che alimentano le nostre auto elettriche e immagazzinano l’energia solare ed eolica. Ma c’è un problema, e sapete quale: estrarlo è costoso e spesso dannoso per l’ambiente. O almeno, lo era fino a ieri.
La domanda di litio sta per esplodere. Gli esperti prevedono che passerà da mezzo milione di tonnellate nel 2021 a 3-4 milioni entro il 2030. Un’impennata vertiginosa che riflette la nostra fame di tecnologie verdi. Come soddisfare questa domanda senza prosciugare il pianeta?
Novità dalle saline
I ricercatori della Stanford University hanno appena pubblicato uno studio sulla rivista Matter (ve lo linko qui) che potrebbe mandare in pensione i metodi tradizionali di estrazione del litio. La loro tecnica, chiamata “elettrodialisi a coppia redox” o RCE, promette di estrarre il litio a un costo del 40% inferiore rispetto ai metodi attuali.
E non è solo una questione di soldi. L’RCE utilizza meno del 10% dell’elettricità necessaria alle tecniche attuali e non richiede quelle enormi vasche di evaporazione che divorano terra e acqua. È come passare dalla zappa al laser in agricoltura.
La magia dell’elettrodialisi
In poche parole: la tecnica di estrazione RCE utilizza l’elettricità per spostare il litio attraverso una membrana a stato solido. Immaginate un filtro molecolare ultra-selettivo, capace di pescare solo gli atomi di litio da una zuppa di elementi. La precisione è quasi del 100%: un po’ riuscire a prendere un singolo granello di sabbia da una spiaggia, senza toccare nient’altro.
La nostra tecnologia potrebbe produrre idrossido di litio ad alta purezza per 3.500-4.400 dollari a tonnellata, contro i 9.100 dollari attuali.
Dichiarazione tratta dallo studio.
In ogni caso, come detto, non una semplice riduzione dei costi. È un terremoto economico per l’industria delle batterie elettriche.
Batterie elettriche “dimezzate”: che distanza c’è dal laboratorio al mondo reale?
Uno dei fattori chiave di questa tecnologia è la sua versatilità. Il team di Stanford l’ha testata su vari tipi di acque saline, persino sulle acque reflue dell’estrazione petrolifera. E ora sta guardando all’orizzonte: il mare. Sì, avete capito bene. Il mare, pur con le sue concentrazioni infinitesimali di litio, potrebbe diventare la nostra prossima miniera.
Certo, non è tutto oro quello che luccica. La tecnologia attuale permette una durata della batteria di appena 30 minuti, e scalare il processo a livello industriale richiederà ulteriori affinamenti. Ma i ricercatori sono ottimisti. Dopotutto, Roma non fu costruita in un giorno le grandi rivoluzioni non accadono da un giorno all’altro.
Batterie elettriche, un futuro elettrizzante
Mentre i ricercatori di Stanford continuano a ottimizzare il loro dispositivo, il mondo delle batterie elettriche trattiene il respiro. Se questa tecnologia manterrà le sue promesse, potremmo assistere a una vera e propria rivoluzione energetica.
Immaginate un futuro in cui le auto elettriche sono più economiche (o molto più economiche) di quelle a benzina. Un futuro in cui le energie rinnovabili possono essere immagazzinate su larga scala senza costi proibitivi. Un futuro in cui l’estrazione di litio non lascia, come fa adesso, brutte cicatrici sul pianeta.
Questo futuro potrebbe essere più vicino di quanto pensiamo.