In un mondo interconnesso, a volte le connessioni più sorprendenti si nascondono sotto i nostri occhi. O meglio, sopra le nostre teste. Pensate al Sahel, quella vasta fascia di territorio che separa il Sahara dall’Africa subsahariana. Un luogo arido, apparentemente ostile alla vita. Eppure, questo paesaggio brullo sta giocando un ruolo cruciale nel sostenere la vita a migliaia di chilometri di distanza, nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico. Come? Attraverso la polvere. Sì, avete capito bene: la polvere. Quella stessa polvere che ci infastidisce quando puliamo casa sta alimentando un intero ecosistema marino. È una storia che sfida l’immaginazione, un viaggio che attraversa continenti e oceani, e che ci mostra quanto sia complesso e sorprendente il nostro pianeta.
Qualche giorno fa abbiamo parlato del progetto che qualcuno vuole portare avanti per rendere verde il deserto, e vi esprimevo i miei dubbi perchè la sua polvere ha un suo valore ecologico: una notizia come questa del Sahel lo conferma. Ci fa riflettere su come, a volte, ciò che percepiamo come inutile o fastidioso possa in realtà svolgere un ruolo fondamentale nell’equilibrio del nostro ecosistema globale.
Il ferro: l’elemento chiave di questa storia
Il ferro è un micronutriente indispensabile per la vita. Permette processi vitali come la respirazione, la fotosintesi e la sintesi del DNA. Negli oceani di oggi, la disponibilità di ferro è spesso una risorsa limitante. Questo significa che aumentare il flusso di ferro negli oceani può incrementare la quantità di carbonio fissata dal fitoplancton1, con conseguenze per il clima globale.
Ma come arriva il ferro negli oceani? Attraverso i fiumi, lo scioglimento dei ghiacciai, l’attività idrotermale e, soprattutto, il vento. Tuttavia, non tutte le forme chimiche del ferro sono “bioreattive”, cioè disponibili per essere assorbite dagli organismi dal loro ambiente.
“Qui mostriamo che il ferro legato alla polvere del Sahara soffiata verso ovest sull’Atlantico ha proprietà che cambiano con la distanza percorsa: maggiore è questa distanza, più il ferro è bioreattivo,” ha affermato il Dr. Jeremy Owens, professore associato presso la Florida State University e co-autore di un nuovo studio su Frontiers in Marine Science (che vi linko qui).
Sahel-Sahara e via, un viaggio di trasformazione
Owens e i suoi colleghi hanno misurato le quantità di ferro bioreattivo e totale in carote di sedimenti prelevate dal fondo dell’Oceano Atlantico, raccolte dall’International Ocean Discovery Program (IODP) e dalle sue versioni precedenti. L’IODP mira a migliorare la nostra comprensione dei cambiamenti climatici e delle condizioni oceaniche, dei processi geologici e dell’origine della vita.
I ricercatori hanno selezionato quattro carote, in base alla loro distanza dal cosiddetto Corridoio di Polvere Sahara-Sahel. Quest’ultimo si estende dalla Mauritania al Chad ed è noto per essere un’importante fonte di ferro legato alla polvere per le aree sottovento.
La chimica dell’atmosfera in azione
I risultati hanno mostrato che la proporzione di ferro bioreattivo era inferiore nei carotaggi più occidentali rispetto a quelli più orientali. Questo implicava che una proporzione corrispondentemente maggiore di ferro bioreattivo era stata persa dalla polvere e presumibilmente utilizzata dagli organismi nella colonna d’acqua, in modo che non avesse mai raggiunto i sedimenti sul fondo.
“I nostri risultati suggeriscono che durante il trasporto atmosferico a lunga distanza, le proprietà minerali del ferro originariamente non bioreattivo legato alla polvere cambiano, rendendolo più bioreattivo. Questo ferro viene quindi assorbito dal fitoplancton, prima di poter raggiungere il fondo,” ha spiegato il Dr. Timothy Lyons, professore presso l’Università della California a Riverside e autore finale dello studio.
Polvere del Sahel e nutrimento oceanico, le implicazioni globali
Questa scoperta ha implicazioni che vanno ben oltre il Sahel e l’Atlantico. Ci mostra quanto siano interconnessi i sistemi terrestri e marini del nostro pianeta. La polvere che raggiunge regioni come il bacino amazzonico e le Bahamas può contenere ferro particolarmente solubile e disponibile per la vita, grazie alla grande distanza dal Nord Africa e quindi a una più lunga esposizione ai processi chimici atmosferici.
Si, anche le regioni più aride del nostro pianeta giocano un ruolo cruciale nel sostenere la vita globale. Ripensiamo il valore ecologico di luoghi che potremmo considerare “inutili” o “sterili”.
- In 10 parole: Il fitoplancton è un insieme di microscopici organismi acquatici fotosintetici alla base delle catene alimentari. ↩︎