Il rituale mattutino di milioni di persone potrebbe nascondere un segreto inaspettato. Il collutorio che usate per combattere l’alito cattivo e mantenere le gengive sane potrebbe avere un impatto che va ben oltre la vostra bocca: ricerche recenti hanno sollevato interrogativi intriganti sul legame tra l’uso regolare del collutorio e la salute cardiovascolare, in particolare la pressione sanguigna.
È l’ennesima scoperta che sfida le nostre convinzioni e ci fa riflettere su come piccole azioni quotidiane possano influenzare il nostro benessere generale in modi sorprendenti. Esploriamo insieme il “lato nascosto” di uno dei prodotti più insospettabili.
Collutorio, un principe del bagno con qualcosa di opaco
Il bagno è un santuario familiare. È il posto dove iniziamo e concludiamo le nostre giornate, ci prendiamo cura di noi, riflette le nostre premure, talvolta irrazionali. Da quando ho una bimba, ad esempio, il mio bagno è diventato il regno del cotton-fioc. Ad ogni modo, come in tanti altri bagni, tra spazzolini, dentifrici e fili interdentali, il collutorio occupa un posto d’onore. Ha un sapore fresco, fa sentire l’alito pulito, per questo molti lo considerano un alleato insostituibile.
Oggi la ricerca, sempre pronta a mettere in discussione le nostre certezze, ha puntato i riflettori su questo comune prodotto da bagno. E quello che ha scoperto potrebbe farvi riflettere più a lungo la prossima volta che vi apprestate a fare un gargarismo.
La danza invisibile dei batteri
Nel nostro cavo orale si svolge una danza invisibile e incessante. Miliardi di batteri, alcuni buoni, altri meno, coesistono in un delicato equilibrio. Questo microbioma orale non è solo responsabile della salute dei nostri denti e gengive, ma gioca un ruolo cruciale in processi che coinvolgono tutto il nostro organismo.
Tra questi, uno in particolare ha catturato l’attenzione dei ricercatori: la regolazione della pressione sanguigna. Sembra infatti che alcuni batteri “buoni” della nostra bocca siano coinvolti nella produzione di una molecola fondamentale chiamata ossido nitrico.
L’ossido nitrico aiuta a rilassare e dilatare i vasi sanguigni, permettendo al sangue di fluire più facilmente e abbassando la pressione sanguigna nel processo.
Quando l’igiene diventa un’arma a doppio taglio
Non ci girerò attorno: il nostro collutorio è progettato per fare piazza pulita dei batteri, non fa distinzione tra buoni e cattivi. Nel suo zelo purificatore, può eliminare anche quei batteri benefici essenziali per la produzione di ossido nitrico.
L’ossido nitrico svolge un ruolo fondamentale nella regolazione della pressione sanguigna. Agisce come un potente vasodilatatore, rilassando le pareti dei vasi sanguigni e permettendo loro di espandersi. E questo processo facilita il flusso del sangue, riducendo la pressione sulle arterie.
I batteri coinvolti in questa produzione appartengono principalmente al genere Veillonella e Actinomyces: convertono i nitrati presenti nella saliva (derivati anche dall’alimentazione, ad esempio barbabietole e verdure a foglia verde) in nitriti. Successivamente, questi nitriti vengono trasformati in ossido nitrico nel nostro corpo. L’equilibrio di questi batteri nel cavo orale è quindi cruciale per mantenere livelli ottimali di ossido nitrico e, di conseguenza, una pressione sanguigna sana.
Gli ultimi studi sul tema hanno confermato una realtà che da oltre 5 anni è esplorata nei laboratori di mezzo mondo. Mi riferisco allo studio pubblicato nel maggio 2024 (ve lo linko qui), ha rivelato che le persone che usavano il collutorio due volte al giorno hanno sperimentato un aumento della pressione sanguigna dopo solo una settimana. Un altro studio, ancora in preprint dallo scorso dicembre (ecco a voi), ha mostrato i danni che l’uso prolungato del collutorio può fare alle colonie batteriche “amiche” della pressione, è il fatto che l’uso prolungato di collutorio porti a livelli di pressione sanguigna più elevati nel lungo periodo.
Un equilibrio delicato
La storia del collutorio ci insegna una lezione preziosa sulla complessità del nostro corpo. Ed è una storia che conoscete bene: ciò che può sembrare benefico in un’area potrebbe avere ripercussioni inaspettate in un’altra. Più la ricerca avanza verso il futuro, più capiamo che il nostro organismo è un sistema interconnesso, dove ogni azione può avere conseguenze a cascata.
Cosa significa tutto questo per la vostra routine quotidiana? Non è necessario abbandonare completamente il collutorio che resta un valido alleato nella lotta contro la placca e le malattie gengivali. Potrebbe però essere il momento di riconsiderarne l’uso, soprattutto se la pressione sanguigna è già una preoccupazione. La chiave, come spesso accade, sta nell’equilibrio e nella misura.
Collutorio, verso una nuova consapevolezza
Forse, invece di un uso automatico e quotidiano, potrebbe a più saggio riservare il collutorio per occasioni specifiche, come dopo un pasto particolarmente sapido o prima di un incontro… importante.
Quindi, la prossima volta che vi troverete davanti allo specchio, flacone alla mano, sorridete: un giorno, accanto al “bere responsabilmente”, troveremo anche un “gargarizzare con consapevolezza”.
Note a margine: ma poi, si dice “collutorio” o “colluttorio”?
L’etimo di “collutorio” deriva dal latino collutus, participio passato di colluere, che significa “sciacquare”. La parola è composta da cum e luere, che significa “lavare”. Si dice “collutorio” e non “colluttorio” perché la forma corretta deriva direttamente dal latino collutus, che ha una sola “t”.
La forma “colluttorio” con due “t” è errata e non giustificata etimologicamente. Tanti usano la forma errata “colluttorio” probabilmente a causa dell’influenza di parole simili come “colluttazione” e della frequente comparsa di questa forma in pubblicità e discorsi orali.
Tuttavia, la forma corretta è “collutorio” con due “l” e una sola “t”. Anche se questo articolo ha acceso i riflettori sulla “colluttazione” che avviene nella nostra bocca. O no?