Nel mondo odierno, in cui la quantità di dati generata quotidianamente è immensa, la perdita di informazioni può avere gravi conseguenze per aziende e privati.
Fortunatamente, il recupero dati ha fatto enormi passi avanti, permettendo di ripristinare dati cruciali da dispositivi guasti o danneggiati. Ma come funziona esattamente questo processo e quali sono le tecnologie alla base?
Come funziona il recupero dati professionale
Il recupero dati professionale è un processo complesso che si basa su una combinazione di competenze tecniche, tecnologie all’avanguardia e strumenti specializzati. Il primo passo, solitamente, è una diagnosi approfondita per determinare la natura del guasto.
In caso di guasti logici (ad esempio, file corrotti o cancellati), i tecnici utilizzano software avanzati di scansione che ricostruiscono la struttura del file system danneggiato o recuperano i file direttamente dai settori del disco. In questo scenario, il successo dipende principalmente dall’integrità dei dati e dalla tempestività dell’intervento.
Se il problema è di natura fisica, ad esempio un guasto meccanico del disco rigido, il recupero diventa molto più complicato. I tecnici devono affrontare sfide come testine di lettura danneggiate, motori bloccati o piatti rigati.
In questi casi, si utilizza un approccio mirato: il disco viene smontato con attenzione in una camera bianca e i componenti danneggiati vengono sostituiti con pezzi di ricambio compatibili. Una volta ripristinata la funzionalità fisica del disco, i dati possono essere estratti tramite tecnologie di imaging che creano una copia binaria del supporto originale.
Un altro aspetto critico del recupero dati professionale è la protezione dei dati originali. Gli esperti operano sempre su copie dei supporti danneggiati, preservando i dati in ogni fase del processo per evitare il rischio di ulteriori perdite. La strumentazione usata, come clonatori hardware o scrubber specializzati, è in grado di operare a livello di bit per garantire che ogni frammento recuperabile venga preservato.
Come funzionano le camere bianche per il recupero dati
Le camere bianche sono ambienti sterili progettati per minimizzare la presenza di particelle microscopiche nell’aria, poiché anche una piccola particella di polvere può compromettere i delicatissimi componenti interni di un disco rigido.
Nelle camere bianche, i tecnici operano su dischi rigidi con la massima precisione, utilizzando strumenti appositamente progettati per la manipolazione di componenti come i piatti, le testine di lettura e scrittura, e i motori interni. La camera bianca garantisce che le operazioni di recupero possano essere svolte in un ambiente controllato, riducendo il rischio di ulteriori danni durante il processo di smontaggio e riparazione.
La maggior parte delle aziende specializzate nel recupero dati utilizza camere bianche di livello ISO 5 o superiore. Queste stanze hanno un livello di purezza dell’aria elevatissimo, con un massimo di 100.000 particelle per metro cubo d’aria, molto inferiore rispetto ai normali ambienti d’ufficio. Inoltre, all’interno delle camere bianche, gli strumenti utilizzati sono antistatici, per evitare danni elettrici ai componenti sensibili.
Bisogna sempre verificare che la camera bianca del professionista prescelto sia una reale struttura certificata. In Italia, tra gli altri, l’azienda per il recupero dati Recovery Data (da hard disk e altri supporti) dispone di camere bianche certificate.
Il lavoro svolto nelle camere bianche non riguarda solo la riparazione dei componenti, ma anche la creazione di copie esatte dei dati dal supporto originale, che vengono poi analizzate con tecniche di recupero logico.
Questo approccio integrato tra recupero fisico e logico permette di massimizzare le possibilità di successo, anche nei casi più difficili, come i danni causati da incidenti fisici o da catastrofi naturali.
Che dati si possono recuperare e con che tassi di successo
I dati recuperabili variano in base alla gravità del danno e alla tipologia di guasto. I casi più comuni includono dati cancellati per errore, guasti meccanici del disco rigido, corruzione dei file e danni fisici al supporto.
I tassi di successo possono variare: per i danni logici, come file eliminati o partizioni corrotte, il successo è spesso molto alto, intorno al 90%. Tuttavia, i casi di danni fisici gravi, come incendi o allagamenti, presentano una sfida maggiore e i tassi di recupero possono scendere, oscillando tra il 50% e il 70%.
Le maggiori minacce odierne per i dati delle aziende
Oggi, le aziende devono affrontare una serie di minacce ai loro dati. I principali pericoli includono attacchi informatici, come ransomware, che criptano i dati e li rendono inaccessibili fino al pagamento di un riscatto.
Inoltre, l’uso di tecnologie obsolete o l’assenza di un piano di backup adeguato può esporre le aziende a perdite permanenti in caso di guasti hardware.
Anche le catastrofi naturali, come incendi o alluvioni, rappresentano un rischio significativo, soprattutto per le aziende che non dispongono di strutture di backup offsite. Infine, l’errore umano, come cancellazioni accidentali o configurazioni errate, rimane una delle cause principali di perdita di dati.
In un’epoca in cui i dati sono il cuore pulsante di molte organizzazioni, investire nelle giuste tecnologie di recupero e prevenzione è fondamentale per garantire la continuità operativa e la sicurezza delle informazioni.
Vedi anche l’approfondimento: Attacchi informatici e recupero dati.