Pochi attori sul palcoscenico cosmico hanno suscitato tanta apprensione quanto lo sciame meteorico delle Tauridi. Per anni, questa collezione di detriti spaziali ha alimentato scenari apocalittici e teorie del giorno del giudizio. Ma la scienza, nella sua implacabile ricerca della verità, ha appena gettato nuova luce su questo fenomeno celeste. Un recente studio, presentato alla Divisione di Scienze Planetarie della Società Astronomica Americana, sta ribaltando le nostre convinzioni sulle minacce spaziali. Amici che tifate asteroide, sarà per la prossima volta. Spiaze.
Lo sciame meteorico che non fa più paura
Lo sciame delle Tauridi, sempre visibile dalla Terra durante le piogge meteoriche di ottobre e novembre, è stato per lungo tempo fonte di meraviglia… e preoccupazione. Si pensava che questo sciame contenesse un numero significativo di asteroidi potenzialmente pericolosi, residui della cometa Encke. Ora, grazie a nuove osservazioni, possiamo tirare un sospiro di sollievo collettivo. Il team di ricerca, guidato da Quanzhi Ye dell’Università del Maryland, ha sfruttato un’opportunità unica. Durante un passaggio ravvicinato dello sciame meteorico, i ricercatori hanno puntato il potente telescopio Zwicky Transient Facility verso questi detriti spaziali. Il risultato? Fine delle preoccupazioni. Una drastica riduzione della stima di asteroidi di grandi dimensioni all’interno dello sciame. Ecco. Visto? Ci voleva tanto?
Sciame meteorico: numeri che rassicurano
Le precedenti stime suggerivano la presenza di numerosi oggetti di grandi dimensioni, resti di un corpo celeste originario di circa 100 km di diametro. Ora, i nuovi dati dipingono un quadro molto meno allarmante. Ye spiega:
Fortunatamente, abbiamo scoperto che probabilmente ci sono solo una manciata di asteroidi, forse solo da 9 a 14,che rientrano in questa classe di grandi dimensioni nello sciame.
Questa pesantissima revisione al ribasso rassicura sulla sicurezza del nostro pianeta, e come bonus offre anche nuove prospettive sulla formazione e l’evoluzione degli oggetti celesti. Il corpo progenitore dello sciame delle Tauridi era probabilmente più vicino ai 10 km di diametro, piuttosto che ai 100 km ipotizzati in precedenza. Dovete sempre esagerare, voialtri, eh?
Implicazioni per la difesa planetaria
Queste nuove scoperte hanno implicazioni significative per la difesa planetaria. Il rischio di un impatto meteorico catastrofico simile a quello che portò all’estinzione dei dinosauri 66 milioni di anni fa (anche se forse dovrei dire “a quelli”) è molto meno probabile. Ovviamente, Ye ci ricorda che non dobbiamo abbassare la guardia: “dobbiamo rimanere sempre vigili sugli impatti di asteroidi, ma probabilmente possiamo dormire meglio sapendo questi risultati”. La ricerca non si limita a tranquillizzarci. Ci offre preziose informazioni su come i piccoli corpi celesti come comete e asteroidi si formano e si disgregano nel tempo. Prendiamo proprio “la mamma” delle Tauridi, la cometa Encke. Una cometa unica nel suo genere, con uno dei periodi orbitali più brevi conosciuti: solo 3,3 anni. Nonostante la sua orbita rapida, è sorprendentemente grande e polverosa. Gli scienziati ritengono che la cometa Encke si sia frammentata in passato e possa continuare a farlo. Ogni frammento, ogni granello di polvere cosmica racconta una storia di collisioni, fusioni e disgregazioni che si estende per miliardi di anni.
Il futuro della ricerca
Messi in cantina i bottiglioni di spumante per questa notizia, per il fatto che Apophis ci farà il solletico e per quella più generale degli asteroidi osservati (ci aspetterebbero 1000 anni di tranquillità) serve comunque continuare a monitorare lo spazio per oggetti near-Earth. Il team di Ye ha già in programma nuove osservazioni per il 2025 e il 2026, quando lo sciame delle Tauridi passerà nuovamente vicino alla Terra. Le future osservazioni affineranno i risultati attuali, e potrebbero anche rivelare nuovi dettagli sulla composizione e la dinamica dello sciame. Ogni passaggio ravvicinato è un “identikit migliore” sullo scenario di un impatto meteorico.
Le Tauridi continueranno a illuminare i nostri cieli autunnali, e ora possiamo godercelo con un po’ meno ansia. La scienza, ancora una volta, ci ha mostrato che la conoscenza è il miglior antidoto alla paura. E chi lo sa, forse un giorno saremo noi a visitare questi enigmatici detriti spaziali, trasformando ciò che una volta temevamo in nuove frontiere da esplorare.