Quindici giorni alle elezioni USA, e i mass media si ritrovano a fare i conti con una crisi che hanno contribuito a creare. La fiducia nei media del pubblico americano ha toccato il minimo storico: solo il 31% secondo Gallup. Un dato allarmante, frutto di anni di errori, scandali e scelte editoriali discutibili. La corsa al sensazionalismo, la polarizzazione delle notizie, la scarsa trasparenza: sono tante le colpe che i media devono riconoscersi. Ora, con le elezioni alle porte, questa crisi di credibilità rischia di avere conseguenze profonde sul processo democratico stesso: ed è, come spesso accade, un paradigma che si allarga a tutto l’Occidente.
Un declino costante della fiducia nei media
Il sondaggio Gallup mostra un trend in costante discesa della fiducia nei media negli ultimi decenni. Nel 1976, il 72% degli americani dichiarava di avere una grande o discreta fiducia nei mass media. Oggi, quella percentuale si è più che dimezzata. Un declino che non è stato improvviso, ma graduale e costante, accelerando in particolare negli ultimi 20 anni.
Le ragioni che hanno contribuito a questa erosione della fiducia nei media? Diverse. È un disastro figlio di molti padri adottivi. La polarizzazione politica ha giocato un ruolo significativo, con molti media percepiti come schierati politicamente anziché obiettivi. L’avvento di internet e dei social media ha ulteriormente frammentato il panorama dell’informazione, rendendo più difficile per i cittadini distinguere tra fonti attendibili e non. E poi c’è l’elefante nella cristalleria: quello che molti cittadini vedono, e pochi professionisti ammettono. Quale?
Le responsabilità dei media tradizionali
I media tradizionali non sono vittime innocenti di questo fenomeno. Molte delle loro scelte hanno contribuito attivamente alla perdita di credibilità:
- La corsa al sensazionalismo: la pressione per ottenere più click e visualizzazioni ha spesso portato a titoli esagerati o fuorvianti.
- La polarizzazione delle notizie: molte testate sono percepite come schierate politicamente, minando la fiducia nella loro obiettività.
- Errori e rettifiche inadeguate: quando vengono commessi errori, le rettifiche sono spesso poco visibili o insufficienti.
- Mancanza di trasparenza: le fonti anonime e la mancanza di chiarezza sui processi editoriali alimentano il sospetto.
- Conflitti di interesse: i legami tra media, politica e grandi aziende sollevano dubbi sull’indipendenza dell’informazione.
L’impatto sulla democrazia
La crisi di fiducia nei media ha implicazioni profonde per il funzionamento della democrazia. I media svolgono (svolgevano?) un ruolo cruciale nel fornire ai cittadini le informazioni necessarie per prendere decisioni informate, soprattutto in periodo elettorale. Uno studio del 2020 della Harvard Kennedy School, correlava la perdita di fiducia nei media a una minore partecipazione politica e a una maggiore suscettibilità alla disinformazione. Sostanzialmente ignorato, è stato profetico: e la situazione da allora è ampiamente peggiorata.
Quando la fiducia nei media crolla, si creano le condizioni per la diffusione di ancora più disinformazione e fake news. La difficoltà nel raggiungere un consenso su questioni fondamentali. In ultima analisi, la delegittimazione delle istituzioni democratiche. Che infatti sta avvenendo, negli USA, con rischi sociali altissimi per il “day after” elettorale.
Fiducia nei media, il ruolo dei social
L’ascesa dei social media ha ulteriormente complicato il panorama dell’informazione. Piattaforme come X, Facebook, Twitter e TikTok sono diventate fonti primarie di notizie per molti, soprattutto tra i più giovani. Anche questi canali, tuttavia, presentano opacità notevoli:
- Gli algoritmi tendono a creare “camere dell’eco”, esponendo gli utenti principalmente a contenuti che confermano le loro convinzioni preesistenti.
- La velocità di diffusione delle informazioni rende difficile il fact-checking in tempo reale.
- La facilità di creazione e condivisione di contenuti rende più complessa la distinzione tra fonti vere e finte.
- Gli algoritmi favoriscono la rissa e le polarizzazioni per favorire la permanenza sulle piattaforme e i profitti.
Le conseguenze sul processo elettorale
Con le elezioni alle porte, la crisi di fiducia nei media rischia di avere un impatto significativo sul processo democratico. La conseguenza principale? Delegittimazione del processo elettorale: la sfiducia si estenderà al processo elettorale stesso, minando la percezione della sua legittimità. Fino a quali conseguenze?
All’inizio degli anni ’90, l’amministrazione Clinton incaricò il sociologo Jack Goldstone di elaborare un modello per prevedere il fallimento degli stati. All’epoca, l’idea di una guerra civile in America sembrava inconcepibile. Ironicamente, quel modello avrebbe poi previsto potenziali crisi nel suo stesso paese. Recentemente, in un articolo sottoposto a peer review, lo stesso Goldstone e Peter Turchin, esperto in modelli matematici delle società storiche, hanno lanciato un allarme inquietante: gli Stati Uniti potrebbero essere “diretti verso un’altra guerra civile americana”. Secondo la loro analisi, le condizioni attuali sono le peggiori dal 19° secolo, richiamando il periodo precedente alla guerra civile del 1861.
Questa previsione assume una rilevanza particolare nel contesto della crisi di fiducia nei media. Se i cittadini non possono contare su fonti di informazione affidabili, aumenta il rischio di polarizzazione estrema e di instabilità sociale. La mancanza di una base comune di fatti condivisi può esacerbare le tensioni esistenti, rendendo più difficile il dialogo e la risoluzione pacifica dei conflitti.
In questo scenario, il ruolo dei media nel preservare la coesione sociale e prevenire l’escalation delle divisioni diventa ancora più cruciale. La sfida per l’informazione non è solo quella di riconquistare la fiducia, ma anche di contribuire attivamente alla stabilità democratica in un momento di potenziale crisi
Possibili soluzioni e prospettive future
Per riconquistare la fiducia del pubblico, i media (a mio avviso non solo negli USA, come vedrete dal prossimo box) dovranno intraprendere un percorso di rinnovamento e autocritica:
- Maggiore trasparenza: spiegare chiaramente i processi editoriali e le fonti utilizzate.
- Fact-checking rigoroso: investire in verifica delle informazioni e correggere prontamente gli errori. Il fact-checking non deve essere l’ennesimo strumento di manipolazione mascherato da verifica.
- Separazione netta tra notizie e opinioni: rendere chiara la distinzione tra reportage e commento.
- Diversità nelle redazioni: assicurare una pluralità di voci, posizioni e prospettive.
- Educazione ai media: collaborare con scuole e istituzioni per promuovere l’alfabetizzazione mediatica.
Alcuni segnali positivi emergono già. Iniziative come il Trust Project e l’International Fact-Checking Network stanno lavorando per stabilire standard di trasparenza e accuratezza nel giornalismo. Serve ancora molto, molto lavoro, però. E nel frattempo ci toccherà raccogliere tanti cocci.
Fiducia nei media, un fenomeno globale
La crisi di fiducia nei media non è un fenomeno esclusivamente americano. In tutto l’Occidente si osservano tendenze simili. Secondo il Reuters Institute Digital News Report 2024, la fiducia nei media è in calo in molti paesi europei. In Italia, ad esempio, è poco più alta che negli USA: attualmente al 34%, e in calo costante.
Questo suggerisce che le cause della crisi vanno oltre le specificità nazionali e sono legate a cambiamenti strutturali nel modo in cui l’informazione viene prodotta e consumata nell’era digitale.
Conclusioni
La crisi di fiducia nei media alla vigilia delle elezioni USA rappresenta una sfida cruciale per la democrazia americana e, più in generale, per le democrazie occidentali. Ricostruire un rapporto di fiducia tra cittadini e mezzi d’informazione sarà un processo lungo e complesso, che richiederà impegno sia da parte dei media che del pubblico.
In un’epoca in cui l’informazione accurata è più importante che mai, la posta in gioco è alta. Il futuro della democrazia dipende, in larga misura, dalla capacità di creare un ecosistema mediatico affidabile, trasparente e al servizio dei cittadini.