Se vi dicessero che un’intelligenza artificiale può prevedere il giorno della vostra morte, ci credereste? La previsione della morte è uscita dai territori della fantascienza per entrare in una realtà (quasi) quotidiana. Death Clock, una nuova app sviluppata da Brent Franson, imprenditore seriale e innovatore nel campo della tecnologia medica, fa esattamente questo: analizza il vostro stile di vita e vi dice non solo quanto vivrete, ma soprattutto come potete vivere più a lungo e meglio.
La previsione morte diventa scientifica
Death Clock non è un semplice gioco né un tentativo di spaventare le persone. Si tratta di uno strumento serio, basato su una massiccia quantità di dati scientifici. L’app è stata addestrata su oltre 1.217 studi clinici, analizzando i dati di più di 53 milioni di partecipanti.
Il sistema utilizza questa vasta base di conoscenze per creare previsioni personalizzate. Non si limita a calcolare una data approssimativa del decesso, ma fornisce anche informazioni sulla vostra età biologica e confronta il vostro stato di salute con quello dei vostri coetanei.
La vera potenza di questo strumento sta nella sua capacità di mostrare come le vostre scelte quotidiane influenzano la vostra aspettativa di vita. È come avere uno specchio che riflette non solo il presente, ma anche le possibili conseguenze future delle vostre azioni. È forse per questo che, a un mese dal suo lancio, l’app ha sempre più iscritti (a detta dell’azienda).
Un compagno di viaggio verso la longevità
La longevità è principalmente influenzata da fattori legati a uno stile di vita sano come dieta, esercizio fisico, livelli di stress e sonno.
Queste parole del Dr. Sanjeev Goel, fondatore di Peak Human e uno dei massimi esperti canadesi di longevità, riassumono perfettamente la filosofia alla base di Death Clock. L’app non si limita a fare previsioni: diventa il vostro coach personale per la salute.
Dopo aver risposto a una serie di domande iniziali, riceverete un piano di longevità personalizzato. Questo include suggerimenti su cambiamenti comportamentali, integratori alimentari consigliati e screening medici da considerare.
La piattaforma vi permette anche di caricare in modo sicuro i vostri documenti sanitari, come analisi del sangue e profili genetici, per affinare ulteriormente le previsioni e i consigli.
I limiti della previsione della morte con app
Nonostante l’impressionante base scientifica, è importante mantenere una prospettiva equilibrata. Nessun algoritmo, per quanto sofisticato, può prevedere con certezza assoluta il momento del nostro ultimo respiro. Troppe variabili entrano in gioco, inclusi eventi casuali e decisioni future che nemmeno noi possiamo prevedere.
C’è anche il rischio che alcune persone possano sviluppare un’ossessione per questi dati, controllando ossessivamente la propria “data di scadenza” e vivendo con ansia ogni piccola variazione nelle previsioni. L’app potrebbe paradossalmente peggiorare la qualità della vita che cerca di migliorare.
Per questo, nel caso, è fondamentale utilizzare Death Clock per quello che è: uno strumento di consapevolezza e motivazione, non un oracolo infallibile.
Il futuro della medicina preventiva
Ad oggi, l’assistenza sanitaria è tipicamente reattiva, interviene solo quando sorgono problemi e spesso troppo tardi.
Franson tocca un punto cruciale quando parla di “Medicina 3.0”. Stiamo assistendo a un cambiamento di paradigma: dalla cura della malattia alla prevenzione attiva e personalizzata.
Death Clock rappresenta questa nuova frontiera che segue un primo “filone” di app sul benessere, e sicuramente non resterà un caso isolato per il futuro. Una tecnologia simile, sufficientemente perfezionata potrebbe diventare lo strumento dei futuri sistemi sanitari, salvare vite motivando le persone a prendersi cura della propria salute prima che sia troppo tardi.
Verso un nuovo rapporto con la mortalità
La previsione della morte non è più un tabù da evitare o un destino immutabile da accettare passivamente. Ed entro qualche anno diventerà probabilmente un dato da analizzare, comprendere e, in una certa misura, influenzare.
Death Clock ci ricorda che la longevità non è solo una questione di genetica o fortuna. È il risultato di migliaia di piccole decisioni quotidiane. Non importa tanto sapere quando moriremo, ma capire come possiamo vivere meglio ogni giorno che ci è dato.
Forse è proprio questo il vero valore di quest’app: non ci dice semplicemente quanto ci resta da vivere, ma ci aiuta a vivere meglio il tempo che abbiamo. Perché se, come diceva qualcuno, non sono gli anni della vita che contano, ma la vita che mettiamo in quegli anni, a maggior ragione avere più anni pieni di vita non sarebbe male. Io però non l’ho aperta ancora, quell’app: non ho ancora fegato. Voi?