La soluzione alla calvizie potrebbe essere più semplice di quanto pensavamo. Se la tradizionale terapia dell’alopecia si basa su farmaci complessi (con complessi effetti collaterali), un team di ricercatori ha scoperto che uno zucchero naturalmente presente nel nostro DNA potrebbe essere la chiave per combattere la perdita dei capelli.
Una scoperta sorprendente, nata quasi per caso durante uno studio sulla guarigione delle ferite. Vediamo insieme, con calma.
Lo zucchero che non ti aspetti
La storia di questa ricerca ha dell’incredibile, e mi ha fatto sorridere pensare che per l’ennesima volta le scoperte più interessanti potrebbero spuntare proprio quando non le cerchi. Tutto è iniziato quando gli scienziati dell’Università di Sheffield e della COMSATS University in Pakistan stavano studiando come il deossiribosio (lo zucchero che forma lo “scheletro” del DNA) aiutasse la guarigione delle ferite nei topi. Con loro grande sorpresa, hanno notato che il pelo intorno alle lesioni trattate ricresceva più velocemente del normale.
La nostra ricerca suggerisce che la risposta al trattamento della perdita dei capelli potrebbe essere semplice come utilizzare uno zucchero naturalmente presente nell’organismo. Avrebbe il risultato di aumentare l’afflusso di sangue ai follicoli piliferi e incoraggiare la crescita dei capelli.
Non so voi, ma quando ho letto queste dichiarazioni della professoressa Sheila MacNeil dell’Università di Sheffield, non ho potuto fare a meno di pensare a quante volte abbiamo sentito annunciare “la cura definitiva” per la calvizie, la perfetta terapia dell’alopecia. Eppure questa volta qualcosa di diverso c’è.
Una terapia per l’alopecia sorprendentemente efficace
I ricercatori hanno progettato un gel biodegradabile e non tossico a base di deossiribosio, testandolo su modelli murini di calvizie maschile. I risultati sono stati sorprendenti: il gel ha dimostrato un’efficacia paragonabile al minoxidil, uno dei due soli farmaci approvati dalla FDA per il trattamento dell’alopecia.
Ma la cosa più interessante è che questa terapia alopecia ha promosso una ricrescita dell’80-90% nei topi con calvizie maschile. E no, combinare i due trattamenti non ha fatto una grande differenza. Come direbbero in matematica: non è sempre vero che uno più uno fa due.
I limiti delle terapie attuali
L’alopecia androgenetica è una condizione che colpisce fino al 40% della popolazione mondiale. E nonostante questi numeri impressionanti (sì, probabilmente state già controllando la vostra attaccatura dei capelli), finora abbiamo avuto solo due opzioni terapeutiche approvate.
Il finasteride, l’altra opzione disponibile oltre al minoxidil, deve essere assunto continuativamente e può causare effetti collaterali anche gravi, dalla disfunzione erettile alla depressione. Non esattamente quello che si dice un compromesso accettabile: “Ehi, vuoi i capelli? Perfetto, ma potresti perdere il buonumore e qualcos’altro…“.
Come funziona questa nuova terapia dell’alopecia
Il team guidato dal ricercatore Muhammad Anjum ha osservato che intorno ai siti trattati con il gel si verifica un aumento dei vasi sanguigni e delle cellule cutanee.
Migliore è l’apporto di sangue al bulbo pilifero, maggiore è il suo diametro e di conseguenza la crescita dei capelli
Mi fa sorridere pensare che la soluzione potrebbe essere stata sempre sotto il nostro naso, anzi, nel nostro DNA. Ma attenzione: come sempre in questi casi, è bene mantenere un ottimismo cauto.
Prospettive future
Se questa terapia dell’alopecia dovesse dimostrarsi efficace anche negli esseri umani, potrebbe essere utilizzata non solo per l’alopecia ma anche per stimolare la ricrescita di capelli, ciglia e sopracciglia dopo la chemioterapia.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Frontiers in Pharmacology (ve la linko qui), e come sottolinea la professoressa MacNeil, siamo ancora in una fase molto preliminare. Gli esperimenti sono stati condotti solo su topi maschi, ma c’è la speranza che questi zuccheri naturali possano funzionare anche per le femmine con alopecia testosterone-dipendente.
Per ora, manteniamo i piedi per terra e i capelli… beh, dove sono. Ma chissà, forse tra qualche anno potremmo davvero avere una soluzione elegante e naturale per un problema che affligge milioni di persone nel mondo. Nel frattempo, continuiamo a seguire con interesse gli sviluppi di questa promettente ricerca, tenendo sempre presente che nel campo della terapia alopecia, come in molti altri ambiti della medicina, è meglio non cantare vittoria troppo presto.