In una presentazione piuttosto grottesca, la “primogenita” di Elon Musk, la Tesla Motors, ha presentato il suo pick-up “di frontiera”.
Tesla Cybertruck, questo il nome del futuristico veicolo, sembra uscito direttamente da un racconto distopico di Philip K. Dick. Un racconto brutto, nel caso.
Non posso raccontarvi quanto NON mi piaccia l’aspetto estetico di questo mostriciattolo di metallo che punta a trasmettere un’aria “implacabile”. A me fa l’effetto di un trabiccolo ricoperto di lamiere: si, per la mia parte vintage è un po’ come il Van dell’A-Team, ha un suo non-so-che di eroico. Però è veramente un ciospo, dai.
Ed è qui che mi aggrappo, oh ignaro, alle qualità che l’energumeno a quattro ruote di casa Tesla tirerà di certo fuori. In futuro, dico, perché nella presentazione di ieri il flop è di quelli che fanno impallidire le figure barbine che Steve Ballmer rimedia ad ogni nuova uscita Microsoft. Come in quei casi, purtuttavia, l’infortunio va considerato catartico, beneaugurante.
I fatti
Chiamato ad illustrare, tra le qualità di Tesla Cybertruck quella principale (la solidità), il tycoon ha assistito ad una tremenda défaillance.
Un corpo di acciaio inossidabile angolare, praticamente invulnerabile a colpi di ogni genere, sia nella carrozza che nei vetri. Un animale. Allora prendiamolo a pallate di piombo, no? Quale occasione migliore questa passerella sul palco. C’è pure il live stream. Diamoci dentro.
La prima biglia di metallo ha fracassato il finestrino con un tonfo sordo. Un suono tipo Thumm. Abbiamo davanti un titano della corsa allo spazio, uno che vuole cablare il nostro cervello a un computer, che ci farà viaggiare in tubi pneumatici, in una scena degna di Giandomenico Fracchia.
Non è possibile, su. Again, col vetro posteriore. Guarda adesso.
La seconda biglia ha fracassato il vetro “invulnerabile” entrando quasi con sobrietà, come per non disturbare.
E qui viene fuori la grandezza del genio. La nonchalance sfoderata, e quella battuta così blasé: “lo sistemeremo dopo”. Ma quale SpaceX per Marte, quale Hyperloop, che Neuralink: ecco, ho pensato, uno che non ha paura di fallire e riprovare, uno che non conosce ostacoli.
Un po’ come il suo Tesla Cybertruck, alla fine. E per molti motivi.
Perché Tesla Cybertruck (forse) non fallirà
Primo, perfino la paurosa bruttezza (no, non incontra i miei gusti) ha precisi obiettivi. Deve lavorare, non deve fare sfilate di moda. Secondo, le portiere hanno DAVVERO retto a pesanti martellate. Terzo, le specifiche sono spaventose: 3 portate diverse (300, 500 e 800km di range). Capacità di portare 1600kg e trainarne altri 6.350 kg. Un prezzo base sarà di 39.000 euro, fino ad arrivare ad oltre 69.000. Quarto, è o non è l’ultimo modello della casa che vende di più al mondo, la più avanzata nel campo dei veicoli elettrici? E allora.
Presumibilmente questo incrocio tra una DeLorean e un’Alfa Arna arriverà sul mercato al termine del 2021, magari con una ritoccatina alla robustezza dei vetri (se mettesse quelli scoperti a Tampere svolterebbe): nevvero?