Il 2025 sarà l’anno in cui le Big Tech passeranno dal venderci semplici strumenti al fornirci vere e proprie abilità potenziate. La differenza può sembrare sottile, ma le implicazioni sono profonde. Non sarà ancora l’era degli “impianti”, ma invece le nuove tecnologie ci doteranno di capacità sovrumane che percepiremo comunque come parte integrante di noi stessi, più che come un’estensione.
Sarà come avere sempre a disposizione un alter ego onnisciente. E forse, temo, parecchio invadente.
La corsa agli armamenti delle abilità
Il passaggio dalla vendita di strumenti all’offerta di abilità segna un punto di svolta fondamentale per l’industria tecnologica. Colossi come Meta e Google hanno già mostrato le loro carte, investendo pesantemente in intelligenza artificiale, realtà aumentata e computazione conversazionale.
La convergenza di queste tecnologie darà vita a quella che l’esperto Louis Rosenberg definisce “mentalità aumentata”: agenti AI contestuali, integrati in dispositivi indossabili come occhiali smart, che ci accompagneranno nella vita quotidiana, potenziando le nostre capacità cognitive.
Onniscienza a portata di orecchio
Immaginate di camminare per strada e chiedervi a che ora apre un negozio. Invece di cercare l’informazione sullo smartphone, vi basterà sussurrare la domanda, “A che ora apre?” come se aveste una persona accanto che si trova lì con voi, e una voce vi risponderà istantaneamente nell’orecchio.
Nessuna ricerca, nessun “Alexa, dimmi quali gli orari di apertura del negozio tal dei tali”. Gli agenti AI contestuali condivideranno la nostra realtà in prima persona, vedendo ciò che vediamo e sentendo ciò che sentiamo. Ci forniranno informazioni, consigli e indicazioni navigate in base al contesto, facendoci sentire come se disponessimo di abilità innate, o un preparatissimo “suggeritore” sempre pronto.
L’evoluzione dei super poteri digitali
Secondo Rosenberg, che fa un ulteriore passo avanti, entro il 2030 non dovremo nemmeno più sussurrare le nostre richieste: basterà mimare le parole con le labbra e l’AI capirà le nostre intenzioni. Entro il 2035, invece, grazie all’analisi dei segnali muscolari potrebbe addirittura essere sufficiente pensare di pronunciare una frase per ottenere l’informazione desiderata.
L’IA imparerà ad anticipare le nostre esigenze prima ancora che le esprimiamo, facendoci sentire davvero dotati di super poteri digitali. Tutto, ovviamente, avrà un costo.
I rischi di un futuro potenziato
Come direbbe il mitico Zio Ben di Peter Parker, (o Lord Melbourne, che almeno è esistito davvero) “da un grande potere derivano grandi responsabilità”. E in questo caso, la responsabilità ricadrà non tanto su noi consumatori, quanto sulle aziende che ci forniranno queste abilità potenziate e sui regolatori che dovranno sorvegliarle.
Il rischio è che le nostre percezioni vengano alterate in modo selettivo e che l’IA ci influenzi con consigli e suggerimenti mirati. Per evitare scenari distopici, Rosenberg suggerisce di adottare un modello di business basato su abbonamenti, invece che sulla monetizzazione dell’influenza. Abilità in abbonamento: Brooker, ma quando la fai la prossima serie di Black Mirror?
Abilità aumentate, il bivio del progresso tecnologico
In definitiva, l’avvento delle abilità potenziate dall’IA sembra inevitabile e forse persino necessario per non restare indietro dal punto di vista cognitivo. Ma il percorso verso questo futuro superumano è disseminato di insidie. Starà a noi, come società, decidere se imboccare la strada di un potenziamento etico e rispettoso della libertà individuale o se cedere alle lusinghe di un’onniscienza digitale che potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio.
Come affermava il fisico Richard Feynman: “Per ogni vantaggio offerto dall’evoluzione, ci sono svantaggi corrispondenti. Il progresso è stato fatto solo quando i vantaggi hanno superato gli svantaggi”.
Ora la scelta del bivio da imboccare spetta a noi. Opteremo per un futuro di abilità potenziate in cui saremo padroni delle nostre menti aumentate o ci lasceremo ammaliare da un’illusione di onnipotenza che ci renderà schiavi delle Big Tech e degli algoritmi? Solo il tempo ci darà la risposta, ma una cosa è certa: la partita per le nostre menti sta per iniziare. E nessuno vuole restare in panchina quando in palio ci sono dei super poteri. Ma attenzione: a volte anche i super eroi finiscono con il salvarci da loro stessi.