Peter Diamandis è il fondatore della XPrize Foundation, una fondazione che offre grandi premi in denaro per incentivare soluzioni tecnologiche a grandi problemi.
Peter Diamandis, imprenditore e futurologo, è anche co-fondatore della Singularity University, un’organizzazione no profit con sede nella Silicon Valley che offre formazione in futurologia. Nel suo nuovo libro in uscita domani, “The Future Is Faster Than You Think”, Peter ribadisce la sua tesi: il ritmo (già rapido) dell’innovazione tecnologica sta per aumentare enormemente.
Il futuro è più veloce di ciò che pensiamo
Il libro di Diamandis contiene una sorta di “tabella di marcia” che mostra in che direzione andranno le cose nel corso del decennio appena iniziato. Perché, sì, nei prossimi 10 anni reinventeremo ogni settore su questo pianeta, con enormi cambiamenti in tema di longevità, cibo o economia.
Per essere precisi, dice Peter Diamandis: nel prossimo decennio avremo più progressi che negli ultimi 100 anni.
Reti di comunicazione, sensori, robotica, realtà aumentata e virtuale, blockchain e AI stanno migliorando in modo esponenziale. E si migliorano vicendevolmente, essendo branche che si completano e si intrecciano.
Il numero di persone con accesso alla tecnologia è in aumento, per questo siamo in grado di risolvere più problemi. C’è anche più capitale disponibile che mai (in troppe poche mani), il che significa che vengono finanziate più idee radicali, il che a sua volta porta a più scoperte.
E anche il costo dei “tentativi” si sta abbassando: il numero di esperimenti in corso nel “garage della Silicon Valley” sta esplodendo.
Trasporti da qui al 2030
L’auto di proprietà sarà un ricordo del passato. Trasformeremo il garage in una tavernetta e il vialetto per l’auto in un’aiuola. Dopo la colazione mattutina andremo verso la porta di casa, pronti a salire sul veicolo autonomo che ci aspetta.
Il nostro assistente AI saprà che andiamo al lavoro, saprà dove andiamo, e saprà anche che abbiamo dormito poco. In auto luci soffuse e musica tranquilla, e un po’ di tempo per noi mentre arriviamo a destinazione.
Lo shopping da qui al 2030
I noiosi acquisti di routine verranno gestiti dall’assistente AI, con la nostra supervisione (se vorremo, altrimenti farà da solo). Per acquistare vestiti, entreremo in un centro commerciale in realtà virtuale dove assisteremo ad una sfilata in VR di 100 nostre copie, avatar che indosseranno abiti diversi, per farci decidere cosa ci piace.
Se sceglieremo un capo, ci sarà inviato della nostra misura preventivamente registrata nel sistema. Se vorremo consigli, beh, l’assistente AI ci mostrerà un nostro avatar vestito secondo le tendenze del momento, o perfetto per una particolare occasione.
La salute da qui al 2030
Anche qui intelligenza artificiale a gogò. Avremo scansioni MRI annuali che coprono tutto il corpo; diventerà una negligenza non usare l’IA nella diagnosi. L’intelligenza artificiale salverà denaro e vite.
Con le interfacce neurali potremo collegare il nostro cervello a un computer entro la metà degli anni 30. Neuralink, la compagnia di Elon Musk che vi ho raccontato qui, sta facendo progressi rivoluzionari: la sua tecnologia è stata studiata nei primati e il piano è quello di iniziare le prove sugli umani quest’anno.
Molte delle tecnologie menzionate nel libro di Peter Diamandis sono presenti già oggi, seppure a livello embrionale. Farmaci per la longevità, carne basata su cellule, interfacce computer-cervello ed altre.
E i pericoli?
Ci sono meno minacce che opportunità, dice Diamandis. I lavori che possono nascere in prospettiva sono superiori a quelli che si stanno perdendo, e questo ha implicazioni positive anche rispetto alla paura che l’intelligenza artificiale ci sovrasti. La vera opportunità non sarà l’AI rispetto agli umani; sarà l’AI CON gli umani.
Il vero pericolo siamo proprio noi umani. Il nostro modo di reagire alla velocità del cambiamento che sta arrivando. Quando le cose si muovono troppo in fretta, tendiamo a dire “Stop!”, ma non vi è alcun guadagno in questo: ad esempio, città e paesi che vietano Uber potrebbero non implementare alcune tecnologie. E questo produrrà alla lunga uno svantaggio economico.