Ecco un oggetto che finisce di diritto nella categoria “è stupendo, anzi una cazzata, anzi stupendo, anzi una cazzata”. Provo un piacere quasi mistico a veder questo aggeggio, come coi salvadanai che prendevano le monete con la manina meccanica, o questa pianta che si cerca il sole per conto suo.
Certo, il cestino robot Townew è un po’ piccolo per i nostri standard: con soli 15 litri di capienza è ben poca l’immondizia che ci si può buttare.
Qualcuno dirà che con un cesto più piccolo saremo spinti a creare meno rifiuti. In verità vi dico: ma quando mai.
Le ricariche costano un botto
I contro del cestino robot sono troppi, dai. Primo, il problema della discrepanza di volume e del meccanismo è grosso. Ovviamente è necessario acquistare dei sacchetti di ricambio speciali, invero parecchio salati. La cifra di circa 30 euro per 25 sacchetti farebbe arrabbiare perfino Buddha.
Townew va messo in corrente
In secondo luogo, al suo interno il cestino robot Townew presenta un LED e un meccanismo che sigilla i sacchetti in automatico. Tutte queate funzioni richiedono alimentazione, per cui è necessario collegare questa cosa al muro per caricare la batteria.
È come se i designer si fossero chiesti: “Come possiamo rendere inutilmente più dispendiosa energeticamene la raccolta dei rifiuti?”.
Non ho mai avuto i LED all’interno della mia pattumiera, e a pensarci bene preferirei lasciare le prese di corrente agli apparecchi che fanno effettivamente qualcosa che non posso già fare con le mani.
Terzo: in tutta onestà, ma in questo cestino robot quanto potrà durare quel meccanismo automatico prima di sfondarsi?
Eppure il cestino robot tira
Nonostante i miei dubbi sul prodotto, gli utenti finali che lo hanno effettivamente acquistato sembrano entusiasti.
Il cestino da cucina auto-sigillante e autocambiante Townew da circa 110 euro è nato da una campagna IndieGogo che ha ottenuto 130.000 euro in crowdfunding.
Attualmente ha 4,6 stelle su 5 su Amazon.com, con l’81% degli acquirenti che gli ha appioppato ben 5 stelle.