I robot del futuro non avranno una pelle ispirata a quella umana, ma decisamente migliore, più simile a quella del polpo. Questo speciale tipo di pelle si illumina e cambia colore se viene sfiorata, è elastica e riesce ad allungarsi fino al 500%, percepisce il tatto e la pressione. Niente male, per un robot.
Si tratta della prima pelle hi-tech che si ispira al polpo, che potrebbe rendere mimetici i robot del futuro. La pelle del futuro è stata descritta sulla rivista Science. Si tratta dell’invenzione dal gruppo coordinato da Robert Shepherd, dell’americana Cornell University, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) di Genova.
“Ci siamo ispirati alla pelle del polpo e abbiamo ottenuto un materiale con proprietà tattili e iper-elastico, al punto che può essere deformato del 500% e tornare all’aspetto originario”, ha affermato Barbara Mazzolai, dell’Iit. I ricercatori, per ora, hanno utilizzato la pelle robotica per rivestire il braccio di un automa.
“Quando il braccio si piega il materiale si deforma e cambia colore, inoltre risponde alla stimolazione tattile e permette di controllare la pressione“, ha continuato la ricercatrice. La pelle hi-tech è fatta di silicone; al suo interno ci sono elettrodi di idrogel e particelle di solfuro di zinco, rame e manganese. Lo scopo ultimo è quello di rendere i robot funzionali per quanto riguarda l’interazione con l’uomo.